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"L´ultima beffa della Maddalena i soldi del Sulcis vanno alla regata vip", di Paolo Berizzi e Marco Mensurati

Saranno i soldi sottratti al Sulcis, una delle zone più depresse della Sardegna, a far disputare le regate del Louis Vuitton Trophy alla Maddalena. È l´ultima beffa che va in scena sull´isola, già messa a dura prova dallo scandalo G8 e dall´abbandono delle strutture costruite per ospitare i Grandi della terra. E non è la sola: mentre gli edifici dell´ex Arsenale vengono tirati a lucido per l´evento in programma da sabato al 6 giugno, a poche centinaia di metri un´altra eredità del mancato G8 langue nella desolazione. È l´albergo a cinque stelle realizzato nell´ex ospedale militare, ancora abbandonato a se stesso e circondato da erbacce.
Era il 28 gennaio, quando Repubblica raccontò con un´inchiesta il flop della Maddalena post G8 (trasferito all´Aquila), gli sprechi, lo stato di degrado e di abbandono delle strutture. Da allora a oggi molto è successo. Gli arresti, l´avviso di garanzia a Bertolaso, gli interventi a gamba tesa della Corte dei conti secondo la quale una gara di vela non può essere considerata un´emergenza e un grande evento e dunque non può essere affidata alla Protezione civile. E così, su disposizione del governo, l´organizzazione della Louis Vuitton è passata alla Regione. Fuori Bertolaso, dentro Ugo Cappellacci, il giovane governatore berlusconiano.
Svolta automatica anche nella gestione economica. Perché uno dei problemi più difficili da risolvere è stato quello dei finanziamenti. Il costo della manifestazione, secondo il preventivo originale, era di 4 milioni di euro. Di questi – diceva l´ordinanza firmata dal premier Berlusconi – 3 milioni e 750mila li avrebbe messi lo Stato attraverso il fondo della Protezione civile «appositamente integrato dal ministero dell´Economia e delle Finanze», mentre i restanti 250mila li avrebbe sborsati la Regione Sardegna.
Poi è arrivata la Corte dei conti: una regata non è una catastrofe. I magistrati contabili hanno tagliato di 2 milioni e 300mila euro il contributo statale all´evento, ingarbugliando i piani del governo. Che per rispettare gli impegni presi ha dovuto escogitare un sistema che adesso non mancherà di causare polemiche: i soldi che servono – ha stabilito Berlusconi – verranno presi in “prestito” da quelli riservati alla bonifica del Sulcis, una delle zone più depresse della Sardegna, per la quale esiste un fondo pluriennale finanziato principalmente dall´Europa (ma anche dallo Stato italiano e dalla Sardegna) di oltre 20 milioni di euro.
Giorgio Greco, ufficio stampa del governatore della Regione, Ugo Cappellacci, ne parla in termini di partita di giro. «Sia chiaro che noi non togliamo i fondi al Sulcis. Si tratta solo di un giro contabile per poter fare questa manifestazione che deve partire tra pochi giorni, ma poi i soldi prelevati verranno nuovamente immessi dal governo». Una procedura che non convince proprio tutti. Il ragionamento è chiaro: i fondi escono dalle casse a fronte, sostanzialmente, di una semplice promessa. «Che la Sardegna partecipi a un evento internazionale così bello è auspicabile – dice Giulio Calvisi parlamentare sardo del Pd – ma farlo stornando i soldi del Sulcis in un periodo di crisi come questo è assurdo e gravissimo».
Intanto, tranne il sole, alla Maddalena è tutto pronto. Ancora 48 ore e poi queste acque cristalline e tutto quello che ci hanno costruito sopra in tempi record (ma sino a ieri senza una destinazione precisa), si scrolleranno di dosso la brutta immagine di sfondo mancato per il vertice dei Grandi della terra. Via la melma che lo infangava, quella delle inchieste giudiziarie sulle consorterie e i maneggi dentro e attorno la Protezione civile. Questo paradiso italiano troverà finalmente una più degna dimensione: quattro barche di Coppa America si sfideranno nei match race mettendo uno contro l´altro dieci equipaggi di cui tre italiani (Mascalzone Latino, Luna Rossa e la rediviva Azzurra).
Nell´ex Arsenale, quello costato 256 milioni, un tempo sede della Marina, è un brulichio di uomini abbronzati e in cerata, i capoccia della Louis Vuitton sistemano le ultime cose, dispongono, attendono gli ospiti vip che, da domani, dormiranno nelle 95 stanze executive e superior. La suite presidenziale che doveva coccolare Obama, e che era finita nel dimenticatoio, sarà riservata alle riunioni dei team. «Dopo tutto quello che ci è toccato in sorte – tira un lungo sospiro il sindaco uscente Angelo Comiti (tra una settimana si vota) – ora inizia una nuova vita».
Peccato che, tra una regata e l´altra, le polemiche siano destinate a continuare. Il 2 febbraio Guido Bertolaso, in visita alla Maddalena, promise che l´hotel ricavato nell´ex ospedale militare sarebbe stato utilizzato per ospitare i team velici. «Faremo una gara d´appalto entro la fine del mese, c´è già una grossa catena alberghiera interessata», disse. Non è stato fatto niente. La struttura è ancora vuota. Rimasti al palo anche i 200 maddalenini che speravano in un´assunzione dalla Mita Resort (gruppo Marcegaglia), gestore (a prezzi di saldo, per 40 anni) dell´ex Arsenale di proprietà della Regione. Ne hanno chiamati solo un centinaio (pochi gli abitanti dell´isola), assunti a tempo determinato fino a settembre. Poi l´ex Arsenale chiuderà per riaprire ad aprile 2011.