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"Lettera ai presidi, assedio a Limina. Ed è già battaglia Democratici-Pdl", di Marina Amaduzzi

Non si placa la bufera contro Marcello Limina. Il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, nell’occhio del ciclone per una lettera in cui chiede sostanzialmente ai presidi di non parlare contro la scuola, in particolare con i giornalisti, è di fatto contestato da sinistra e sostenuto da destra. E la vicenda avrà altri seguiti la prossima settimana: giovedì è convocato dal Coordinamento dei precari della scuola un sit in di protesta sotto il suo ufficio in via Castagnoli per chiedere che se ne vada, visto che «il ruolo poliziesco di prefetto della scuola pubblica» che sta assumendo.

A chiedere le dimissioni del direttore è il comitato Scuola e Costituzione. «La scuola pubblica statale non è subordinata culturalmente né al Governo né all’amministrazione, né lo sono i suoi docenti», scrive il Comitato. «Chiedere alla scuola della Repubblica di non esercitare il suo spirito critico, cercare di impedire la partecipazione di tutte le componenti alla sua gestione significa volere la sua fine e violare i principi costituzionali», conclude, citando l’articolo 33 della nostra Carta. Il Pd, che venerdì si era espresso con il suo segretario Stefano Bonaccini, ieri ha manifestato per voce delle parlamentari Manuela Ghizzoni e Mariangela Bastico (che annunciano interrogazioni urgenti) e di Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria nazionale del partito. La CGIL ribadisce la sua richiesta di dimissioni, e a Reggio Emilia chiede il pronunciamento anche dell’Assemblea regionale. «Incettabile» la lettera di Limina anche per l’Unione degli studenti. «Un’agghiacciante simmetria con le veline del minculpop del ventennio fascista», la «negazione dei diritti democratici di pensiero e di espressione sanciti dalla Costituzione», è il commento di Rossella Giordano, segretaria provinciale del Prc, e di Massimo Ruffini segretario provinciale Pdci.

A difesa del direttore dell’Usr, che venerdì ha ricevuto il pieno sostegno del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, c’è tutto il Pdl. A cominciare dal deputato Fabio Garagnani per il quale alcuni dirigenti e diversi insegnanti «dovrebbero essere duramente sanzionati perchè non svolgono il proprio dovere di educatori ma di agitatori politici». Giovedì il Governo risponderà a una sua interpellanza «su diritti e doveri dei dirigenti scolastici», spiega, nella quale, «partendo dalla realtà bolognese ed emiliano-romagnola, sollecito il Governo ad attuare quei principi di deontologia e di rispetto della legalità che dovrebbero caratterizzare ogni docente». In soccorso di Limina anche il vicepresidente del gruppo Pdl in Provincia, Giovanni Leporati, e il responsabile provinciale Istruzione e scuola del Pdl, Giovanni Mulazzani.

Il Corriere della Sera 23.05.10

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I precari in piazza contro Limina “No al bavaglio a presidi e prof”, di Ilaria Venturi

Pronti a manifestare contro il direttore dell´ufficio scolastico Marcello Limina davanti al suo ufficio in via Castagnoli. I precari della scuola si mobilitano e danno appuntamento a tutti giovedì prossimo alle 15 per protestare contro la “circolare bavaglio”, quella con cui Limina ha chiesto ai docenti di non parlare con la stampa, soprattutto quando si tratta di criticare il sistema scolastico e la riforma Gelmini. Parole che hanno sollevato una levata di scudi a sinistra, dal Pd alla Cgil. «Inaccettabile», reagisce Giancarlo Ambrogio Vitali, portavoce dell´assemblea delle scuole cittadine. «La scuola pubblica statale non è subordinata culturalmente né al governo né all´amministrazione, né lo sono i suoi docenti», ricorda il comitato Scuola e Costituzione, associandosi alla richiesta della Flc-Cgil di dimissioni del direttore dell´Ufficio scolastico regionale.
«Prima il bavaglio ai giornalisti, poi ai dirigenti scolastici e insegnanti», attacca Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria nazionale del Pd. «Limina dovrebbe piuttosto sollecitare il governo a rispondere alla richiesta di insegnanti per l´apertura di nuove sezioni di materna». I presidi, conclude Puglisi, non possono «nascondere alle famiglie il motivo per cui nel prossimo anno scolastico gli studenti non potranno frequentare laboratori, perché le prime classi dei licei scientifici potranno avere la seconda lingua solo a pagamento, o perché non verranno corrisposte le domande di tempo pieno». «I dirigenti non devono fedeltà al governo. Quindi l´invito di Limina a contenere le manifestazioni critiche e i toni denigratori sull´operato del governo a mezzo stampa è lesiva della libertà d´espressione», aggiunge Marilena Pillati, dell´esecutivo regionale Pd. La Cgil di Reggio chiede l´intervento di viale Moro, mentre Prc e Pdci attaccano: «Un´agghiacciante simmetria con le veline del minculpop del ventennio». A sostegno del direttore regionale, lo stesso ministro Gelmini («chi desidera far politica si candidi alle elezioni e non strumentalizzi le istituzioni») e Fabio Garagnani, deputato del Pdl.

La Repubblica/Bologna 23.05.10