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"I docenti ci rimettono duemila euro lordi", di Paolo Pergolizzi

Manovra finanziaria, la stangata peggiore potrebbe arrivare a carico dei 7mila dipendenti della scuola reggiana. Insegnanti e personale amministrativo, se la bozza di manovra verrà confermata, si vedrebbero bloccati per tre anni anche gli scatti di anzianità, unica forma di progressione degli stipendi nella scuola. Elvira Meglioli, della segreteria Flc-Cgil, accusa: «Letta dice che rischiamo di fare la fine della Grecia? Beh, guardi, il taglio di stipendio a carico del personale della scuola è sui livelli di quanto il governo ha fatto in quel Paese. Bloccare per tre anni gli scatti di anzianità al personale, significa far perdere 2mila euro lordi l’anno in busta paga». CALCOLANDO che un dipendente pubblico, in media, perderà 530 euro lordi l’anno da questa manovra per effetto del congelamento dei contratti, vorrebbe dire circa 2mila e 500 euro in meno l’anno, ovvero circa 200 euro al mese. Aggiunge la signora Meglioli: «Gli scatti di anzianità sono sei, nella vita di un docente. Congelarli vuol dire che tu, quei tre anni, li hai persi per sempre. Bisogna poi calcolare che tutto questo andrà ad incidere anche su Tfr e pensione». Se i 7mila dipendenti della scuola reggiana piangono, non stanno certo meglio gli altri 10mila dipendenti pubblici reggiani. Loro gli scatti di anzianità non li hanno già più, ma la prospettiva di perdere 1.600 euro lordi in un triennio, a causa del congelamento della contrattazione, non li fa certo dormire sonni tranquilli. MAURO Puglia, segretario della Funzione pubblica della Cgil, afferma: «Siamo assolutamente decisi a contrastare queste scelte. Un blocco di tre anni nella contrattazione, significa pregiudicare anche il triennio contrattuale successivo. C’è poi una cosa che non abbiamo capito: il governo fa riferimento al montante economico individuale del lavoratore per il 2009. Questo significherebbe che, per tre anni, il dipendente dovrebbe percepire sempre questa cifra. Vuole dire non toccare più le indennità, la produttività, gli straordinari e tutte le altre voci. Facciamo un esempio: un infermiere del Santa Maria Nuova, che nel 2009 ha fatto pochi notturni e pochi straordinari, potrebbe percepire lo stesso stipendio anche nei tre anni successivi, pure se farà più notturni e straordinari. Speriamo che non rimanga così e che il governo si riferisca esclusivamente al rinnovo contrattuale». DALLA Cgil fanno poi notare altri aspetti della manovra, come l’irrigidimento del patto di stabilità che «avrà effetti molto pesanti sulla sanità pubblica e sui servizi pubblici» e come il fatto che «la liquidazione sarà pagata, se la manovra andrà in porto, in 180 giorni e in tre rate». Il «pacchetto» previsto dal governo prevede poi tagli del 5-10% agli stipendi di 90-130mila euro, blocco del turn-over e, per le donne, una strada più veloce (un anno in più ogni 18 mesi, anziché 24) verso l’uguaglianza con gli uomini dell’età pensionabile (65 anni). L’esercito del pubblico impiego è quello colpito maggiormente dalla manovra da 24,9 miliardi approvata dal governo. E’ stato proprio lo stesso premier Berlusconi a spiegare che è stata presa «in quanto negli ultimi dieci anni le retribuzioni dei dipendenti pubblici sono cresciute molto di più di quelle dei lavoratori privati, senza avere rischi di licenziamenti o di cassa integrazione».

Il Resto del Carlino/Reggio E. 28.05.10