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Pagano sempre gli stessi. Una manovra di sacrifici

Finalmente Silvio Berlusconi scende dal piedistallo. Presenta la manovra economica con Tremonti e per la prima volta in due anni di governo pronuncia la parola “sacrifici”. A dire il vero ostenta ottimismo mentre è “costretto” a leggere che saranno necessari sacrifici. Della serie armiamoci e partite, chiede al Paese di resistere in apnea senza ricordarsi che in questo periodo lui solo e una cricca di affaristi, sono stati gli unici ad arricchirsi mentre l’Italia scivolava.

Una nuova conferenza stampa solo per difendere ciò che ormai è indifendibile: l’operato di un governo scollato dai veri problemi del Paese. Stesso ottimismo di facciata (tanto a lui nessuna crisi lo tocca) e smentite sull’aumento delle tasse. Con un abile gioco delle tre carte ribadisce che gli italiani non avranno nessun rincaro delle imposte voluto dal governo. Ma è facile scoprire il trucco: si fanno tagli inauditi sugli enti locali che, strozzati e senza risorse per erogare servizi, sono costretti ad aumentare le tasse. Tutto chiaro? Non è stato il governo ad aumentare le tasse, sono stati i Comuni, le Province e le Regioni. Molto meglio se amministrati dal centrosinistra che ama aumentare le tasse!

Solo bugie e smentite, come quelle che riguardano la compattezza della maggioranza e gli scontri che ci sono stati nel governo e tra lui e Tremonti per il varo del provvedimento. Il premier presenta una manovra ha cui non ha avuto voce in capitolo, dove Tremonti ha lasciato a Berlusconi e ai colleghi ministri solo il diritto di dire “sì, va bene”.

Ma tutto questo non basta a chiudere lo show. Berlusconi tende la mano al Pd e annuncia: “speriamo che ci sia una condivisione delle responsabilità. Siamo disposti, ove arrivassero proposte di miglioramento, ad accettarle”. Poche parole tanti errori.
Il Pd sono due anni che parla di crisi e di mezzi strutturali per affrontarla e per ripartire. Le proposte di miglioramento ci sono e sono state presentate in Parlamento. Ma non sapendo quale sia il ruolo del Parlamento, né tanto meno dove sia in quanto negli ultimi 10 anni ci sarà andato meno di 10 volte, come pensa il premier di accettare proposte che evidenziano il suo fallimento politico?

E poi arriva il lieto fine: la manovra finanziaria da 24 miliardi sarà molto meno invasiva di quella stanziata nel resto dell’Europa. Il governo italiano dimostra di essere più bravo. Ma anche in questo caso Berlusconi trascura un fondamentale elemento culturale e strutturale del sistema Italia e della sua credibilità. Prendiamo ad esempio la Francia o la Germania: in questi paesi i cittadini sanno che se la manovra sarà da 50 miliardi, a questi sacrifici corrisponderanno servizi e rimedi tangibili e controllabili. Se l’esecutivo sgarra anche solo di poco, ne è responsabile e ne pagherà le conseguenze. In Italia accade la stessa cosa? Le bugie e gli scandali di Berlusconi hanno minimamente intaccato la sua popolarità? E dei 24 miliardi di sacrifici, quanti italiani sono convinti che corrisponderanno miglioramenti nei servizi e nella qualità della vita invece di finire nelle mani della cricca?

“Abbiamo vissuto ad di sopra delle possibilità” ha concluso la conferenza stampa. Chi? Quando? Se è il capo del governo a pronunciare queste parole significa, una volta per tutte, che questo governo ha fallito nel suo compito. Bocciato.

Per Enrico Letta, vice segretario del Pd, nella manovra annunciata “manca completamente la politica per la crescita. L’impianto complessivo appare solo costrittivo. Appaiono irrilevanti e scarsamente credibili le poche misure presentate come portatrici di crescita. Quella sull’”IRAP zero” al Sud, ad esempio, essendo messa in carico alle Regioni senza alcun trasferimento di risorse (anzi, in presenza di tagli rilevanti), risulta impraticabile. Se non riparte la crescita e se, anzi, la si deprime, qualunque intervento sull’indebitamento avrà un’efficacia dimezzata.

“A leggere le dichiarazioni del Presidente del Consiglio nella conferenza stampa di presentazione della manovra verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Per mesi Berlusconi ha negato la gravità della crisi che stava colpendo il nostro Paese facendo finta di non vedere quello che stava avvenendo e, colpa ancor piu’ grave, senza volere ascoltare gli allarmi che venivano dagli imprenditori e dalla forze sociali e ignorando tutte le proposte e le misure che come opposizione, in maniera responsabile, abbiamo presentato”. Lo ha dichiarato la Presidente dei senatori del Pd commentando le dichiarazioni di Silvio Berlusconi rese in conferenza stampa. E così continua: “Oggi sentiamo dire che la crisi è senza precedenti: si, è una crisi senza precedenti e la responsabilità di questa gravità è del governo Berlusconi e delle sue inadempienze. Non possiamo tacere dell’inefficacia delle misure governative per ciò che riguarda il contenimento della spesa nei mesi passati, non possiamo tacere delle mancate misure per incrementare la competitività del Paese”.”Berlusconi e Tremonti – ha aggiunto Finocchiaro – hanno preferito dire che tutto andava bene, buttando miliardi in interventi inutili e non hanno voluto affrontare i nodi strutturali per la crescita dell’Italia. Nessun intervento per la pubblica amministrazione, se non propaganda, nessuna misura strutturale per le infrastrutture e per le professioni. Parlano di lotta all’evasione ma non spostano il peso del fisco da imprese e lavoro alle rendite”.”Si la crisi è senza precedenti, caro Presidente Berlusconi, per il non fatto di questi due anni di governo della destra”, ha concluso Anna Finocchiaro.

Per Stefano Fassina , responsabile economia Pd, “non è vero che non c’è alternativa alla manovra varata dal Governo. L’alternativa c’era e c’è. All’avvio della legislatura, si doveva evitare l’impennata della spesa per acquisto di beni e servizi dei ministeri, aumentata di 12 miliardi in 2 anni, con un salto del 14%. Si doveva evitare di buttare 3 miliardi di euro nel pozzo di Alitalia. Si doveva evitare di eliminare le misure anti-evasione, alcune delle quali oggi vengono re-introdotte, e perdere 7-8 miliardi di gettito Iva e Irpef. Una diversa gestione della finanza pubblica, insieme a riforme strutturali a sostegno della crescita, oggi avrebbe evitato la mazzata in arrivo. Una mazzata che, colpendo Regioni, Province e Comuni, colpisce tutti i lavoratori, pubblici e privati, le piccole imprese, le famiglie, gli anziani. Invece, per gli evasori misure propagandistiche e in premio l’ennesimo condono. L’Unione Europea e la crisi greca sono la foglia di fico per giustificare interventi che servono a compensare i fallimenti del Governo, frutto di precise ed irresponsabili scelte politiche”.

A.Dra

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