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"Ocse, i conti vanno risanati ma senza ipotecare la crescita", di Felicia Masocco

Risanare i conti pubblici e tagliare i deficit senza mettere ulteriori ipoteche sulla crescita. Per l’Ocse non è una missione impossibile, ma un obiettivo da centrare. Le economie infatti cominciano a risalire, ma non abbastanza da garantire una solida ripresa. La disoccupazione resta alta e ai bilanci del settore finanziari si fanno continui aggiustamenti. Per non parlare delle famiglie di molti paesi. Sta in queste coordinate il documento del vertice interministeriale Ocse che si è svolto ieri a Parigi sotto la presidenza italiana e che ha accolto nell’organizzazione tre nuovi paesi membri: l’Estonia, la Slovenia e Israele. Restano «rischi per la stabilità economica». È elevata, per alcuni Paesi, come dimostrano le tensioni sui mercati del debito sovrano.
ALLARME OCCUPAZIONE È dunque necessario risanare i conti pubblici e tagliare i deficit senza mettere a repentaglio la crescita anche se le riforme strutturali vanno fatte. «È importante sviluppare piani di consolidamento fiscale di medio termine credibili e trasparenti. Li attueremo in modo che non mettano a rischio la crescita», si legge nel comunicato. «Stiamo lavorando per evitare una “ripresa senza occupazione” e una “crescita senza occupazione”, aggiungono i34 paesi dell’Organizzazione parigina. In particolare, sull’occupazione i ministri si impegnano a sviluppare «politiche dell’occupazione e sociali comprensive, inclusive e innovative per affrontare la crisi dell’occupazione e promuovere la ripresa e la crescita per tutti». Risanamento e crescita :«Bisogna buttare un occhio su entrambi», ha detto Angel Gurria, numero uno dell’Ocse, riferendosi all’esigenza di ridurre debito e deficit senza compromettere la ripresa.
CORRETTEZZA E INTEGRITÀ L’Ocse ha poi approvato un decalogo che proclama la correttezza l’integrità e la trasparenza quali principi cardine per la consuzione delle attività societarie e finanziarie internazionali. Sono «legal standard», ed è il ministro italiano dell’Economia Giulio Tremonti a rivendicarne la paternità e a professare «correttezza, integrità e trasparenza» come recita il primo dei dieci punti. Il decalogo entrerà nell’agenda dei prossimi G20 con l’obiettivo di arrivare «trattato multilaterale». «Troppe regole sono un ostacolo, ma alcune regole rappresentano un investimento», ha dichiarato un Tremonti soddisfatto nella sua trasferta parigina, mentre in patria una pioggia di critiche si stava abbattendo sulla sua Manovra. Potenza delle trasferte. «Ieri il primo ministro di Israele ha citato Karl Marx e anche oggi nelle nostre discussioni Marx è stato citato – ha continuato tremonti – Credo che se vedesse l’armonia con cui sia i sindacati che le imprese hanno condiviso il lavoro che abbiamo fatto, anche Marx resterebbe sorpreso… ». Al secondo punto della lista si legge la messa al bando di «pratiche anticoncorrenziali che devono essere punite e scoraggiate». Anche la remunerazione e gli incentivi «dovrebbero essere coerenti con gli obiettivi di lungo termine delle società e le politiche di rischio». E ancora, al quarto punto si parla di «trasparenza» nella divulgazione delle informazioni sull’attività e la situazione finanziaria delle società.

L’Unità 29.05.10