scuola | formazione, università | ricerca

La manovra 2010 e gli effetti nei comparti pubblici della conoscenza

Vi proponiamo una sintesi del dossier Flc Cgil.
Contratti collettivi nazionali
· Salta, senza possibilità di recupero, il rinnovo per gli anni 2010-2012.
· I contratti per il biennio 2008/2009 ancora da sottoscrivere o già sottoscritti per lo stesso periodo dopo l’entrata in vigore della manovra non possono determinare aumenti retributivi superiori al 3,2%. Nel caso di aumenti superiori a tale limite si procede al recupero.

Congelamento degli stipendi
· Per il personale ata e docente della scuola gli anni 2010,2011,2012 non sono utili ai fini della
maturazione delle posizioni stipendiali né degli incrementi retributivi
· Per gli anni 2010, 2011, 2012 e 2013 il trattamento economico complessivo dei singoli dipendenti, anche di qualifica dirigenziale, ivi compreso il trattamento accessorio, non può superare il trattamento in godimento nell’anno 2009.

Questa misura è iniqua ed ha effetti pesantissimi su tutti i settori della conoscenza sia per quanto riguarda lo stipendio in godimento sia per la futura pensione.
· Per i docenti universitari e i ricercatori il blocco supera abbondantemente il 10% annuo e colpisce soprattutto i giovani ricercatori
· Per i ricercatori e tecnologi e tecnici e amministrativi degli Enti pubblici di ricerca vengono bloccati tutti gli avanzamenti di carriera previsti da norme contrattuali, comprese quelle consentite dal CCNL 2006-2009 e non ancora applicate.
· Inoltre sempre per quanto riguarda il comparto università e ricerca il blocco del salario accessorio al 2009 vanifica gli effetti dei contratti integrativi di ente ed ateneo sottoscritti nel corrente anno.
· Per il personale docente dell’Alta Formazione Artistica e musicale, il blocco delle anzianità determinerà una perdita di circa il 10%.

Blocco anzianità: effetti sul comparto scuola

Questa disposizione tocca nell’immediato circa 254.000 tra docenti, educatori e Ata che dovrebbero scattare di fascia nei prossimi tre anni. Ma i danni economici riguardano tutto il personale della scuola. Si tratta di un vero e proprio taglio dello stipendio senza possibilità di recupero.
In pratica la carriera del personale viene allungata di tre anni per legge. Ad esempio un dipendente (docente o Ata) con un’anzianità di servizio di 5 anni per passare alla fascia successiva anziché aspettare tre anni ne dovrà aspettare sei. Es: un collaboratore scolastico neo assunto guadagna 14.900 lordi l’anno, per effetto del blocco perde 290 euro, un docente di scuola elementare a metà carriera con uno stipendio di 23.000 euro perde 1.878, un docente di scuola superiore con 34 anni di servizio guadagna 32.000 euro, ma dopo la manovra non potrà conseguire il passaggio alla fascia successiva, l’ultima, perdendo 1.560 euro l’anno.
I risparmi previsti derivanti dall’applicazione al comparto scuola sono oltre 340 milioni di euro su base annua.

Effetti sulle pensioni: il congelamento degli stipendi, compreso il salario accessorio, avrà effetti per tutti i lavoratori della conoscenza anche sul versante previdenziale. L’impossibilità per i pensionandi dei prossimi 3/5 anni di raggiungere la fascia retributiva superiore o di avere l’incremento determinato dal rinnovo del contratto integrativo, produce un danno che può arrivare per le retribuzioni più alte ad una riduzione di oltre il 20% della pensione. Per il comparto scuola si va da una media di 50 euro al mese in meno per le fasce più basse ad oltre 100 euro al mese in meno per quelle più alte. Analoghi effetti sulla liquidazione. Danni immediati nel comparto scuola anche per coloro che andranno in pensione a settembre 2010, qualora il passaggio alla fascia stipendiale successiva sarebbe dovuta avvenire entro il 31 agosto. Beffa anche per i trattenuti in servizio per maturare la fascia stipendiale entro il 2011 e 2012. Per questi come per i pensionati del prossimo triennio non c’è alcuna possibilità di recupero.
Dirigenti: Riduzione del 5%dal 1° gennaio 2011 della retribuzione di posizione variabile. Questa norma determinerà secondo i nostri calcoli un taglio medio di circa 400 euro l’anno.

I precari
Precariato · Blocco turn over
· Dal 2011 ci si può avvalere di personale precario nei limiti di spesa del 50% dell’anno 2009. Resta salva per università e ricerca la possibilità di avvalersi di personale precario a carico di altri fondi diversi da quello ordinario.

Gli effetti sul precariato sono devastanti. Non è ancora chiaro se gli effetti del blocco del turn over varranno anche per scuola e Afam, infatti da notizie ancora ufficiose sarebbero bloccate le immissioni in ruolo previste per l’anno scolastico 2010/2011, eccetto che per gli insegnanti di sostegno (circa 6000).
Il blocco del turn over nelle università determina che:
· Nel triennio 2011-13 si potrà assumere a tempo indeterminato ne limite del 20% del personale cessato dal servizio (2 ogni 10 pensionati)
· Nel 2014 nel limite del 50%
· Nel 2015 il 100%
Nella ricerca ai suddetti vincoli si sommano all’obbligo di non superare il limite dell’80% delle proprie entrate (spesa complessiva per il personale).
Il limite di spesa del 50% invece determinerà l’automatico licenziamento di migliaia di precari che già lavorano nelle università e negli enti di ricerca e impedirà il necessario ricambio generazionale (siamo alla vigilia di un massiccio esodo dei docenti universitari: tra il 2009 e il 2010 oltre 5000 pensionamenti), impoverendo ulteriormente università ed enti.
Alcuni dati:
Università: la stima è di circa 26 500 precari licenziati. Di questi circa 20000 sono docenti a contratto. Ricerca: negli enti un terzo del personale è precario. Sono circa 1000 i ricercatori che non avranno più il contratto dal 2011. Tra questi ci sono per esempio i fisici nucleari dell’IFN o i precari dell’INGV che tengono in piedi i servizi di sorveglianza sismica e vulcanologica. A questi numeri vanno aggiunti precari che saranno licenziati per effetto della soppressione di alcuni enti di ricerca.

Scuola: ricordiamo che su questo comparto agiscono i tagli determinati dalla legge 133/08, pertanto dal primo settembre prossimo circa altri 20 000 precari, tra docenti docenti e ata, si aggiungeranno ai 26 000 licenziati dello scorso anno.

Le risorse

Formazione Taglio del 50% delle risorse a partire dal gennaio 2011
Le già esigue risorse previste per la formazione vengono dimezzate. Per il comparto scuola questo significa una perdita di 4.224.495,5. Le risorse disponibili dal 2011 per la formazione ammonteranno all’incirca a 5 euro a lavoratore. Per la ricerca, questa disposizione significa dimezzare le risorse stabilmente destinate dal CCNL che rappresentano l’1%, 2% del monte salari.

Risorse ministeri Riduzione lineare del 10% sulle spese rimodulabili dei ministeri
Questa norma prevede la flessibilità da parte dei singoli ministeri nella determinazione delle spese rimodulabili da tagliare. Se si applicasse ai fondi diretti alle scuole si taglierebbero circa 43 milioni di euro. Le voci più colpite sarebbero quelle che rappresentano il valore aggiunto alla didattica: corsi di recupero, ampliamento offerta formativa, progetti alternanza scuola lavoro. A rischio la garanzia del servizio di pulizia tramite le ditte e gli interventi straordinari per le spese di funzionamento didattico e amministrativo. Effetti anche per il comparto ricerca, in conseguenza di un autonomo stanziamento in capo al Miur.

Fondo di funzionamento ordinario Università
La manovra prevede un aumento di 400 milioni di euro per il 2011 e di 350 milioni di euro per il
2012. E’ necessario però procedere ad un attenta verifica prima di affermare che si tratti di un
effettivo aumento di risorse.

Missioni all’estero
Riduzione del 50% di quanto speso nel 2009 a partire dal gennaio 2011. Nel caso della scuola sarà impossibile programmare molti viaggi/stage di istruzione all’estero. Questa riduzione ha gravi ripercussioni sui progetti di ricerca e le collaborazioni internazionali di enti ed università

Inoltre…

Soppressione enti di ricerca Vengono soppressi ISAE, ISFOL, IAS, EIM, ISPESL e più in generale sono preannunciati interventi su gli altri enti del comparto (come INGV), con riorganizzazione delle attività e scorporo degli addetti. Quindi il 40 % degli enti di ricerca italiani sostanzialmente verranno soppressi o accorpati, con la conseguente perdita di grandi professionalità e un immenso patrimonio di conoscenze specifiche.
Nella proposta ventilata si parla di mobilità presso altri Enti pubblici di ricerca solo per i
ricercatori e tecnologi, mentre per i tecnici e amministrativi si profila il riassorbimento nei
ministeri vigilanti.

Organici scuola
Blocco aumento organici insegnanti di sostegno. Si contravviene alla sentenza della Corte
Costituzionale, che aveva ribadito l’incostituzionalità della normativa statale sul rapporto
alunni/docenti per gli alunni disabili. Si bloccano quindi per il 2010/2011 le deroghe per i posti
di sostegno. Per quanto riguarda i posti comuni agisce la legge 133/2008 che ha previsto una riduzione di oltre 130.000 posti nel triennio.

www.flcgil.it

38 Commenti

    I commenti sono chiusi.