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Errani: "Le misure manderanno in tilt gli ospedali si mettono in gioco i livelli di assistenza", di Stefania Parmeggiani

«La manovra finanziaria deve essere modificata. Non può intaccare il livello dei servizi e delle cure erogate». Vasco Errani, governatore dell´Emilia Romagna, appena riconfermato presidente della conferenza delle Regioni, condivide e rilancia l´appello dell´Aiom, l´associazione italiana di oncologia medica. E fa una proposta: «I risparmi sulla spesa farmaceutica restino alla Sanità».
Presidente, gli oncologi temono il taglio trasversale del personale, che potrebbe indurre strutture già sofferenti a chiudere con un aumento dei viaggi della speranza. Ritiene la previsione azzardata?
«Condivido la preoccupazione perché c´è un problema molto serio legato al turnover. Corriamo il rischio che il blocco indiscriminato nel corso dei prossimi due anni sottragga personale specializzato all´assistenza ospedaliera e territoriale».
Stiamo parlando di reparti a rischio chiusura e di macchinari inutilizzabili?
«Dico semplicemente che prima di applicare una misura come questa è necessario verificare i suoi effetti. Ci vuole un esame attento e puntuale. Non possiamo ritrovarci con una carenza di organico che rallenti o, a seconda delle situazioni, blocchi l´attività. E´ impensabile un calo della qualità nelle cure anti-cancro».
Si temono anche ripercussioni sulla somministrazione dei farmaci, come giudica gli interventi sulla spesa farmaceutica?
«Chiedo che i risparmi previsti, 600 milioni per il 2011 e 800 milioni per il 2012, restino alla Sanità».
Per investirli come?
«In farmaci innovativi che a differenza dei tradizionali hanno costi molto più elevati, ma che rappresentano un bene prezioso per i cittadini. Nei nostri ospedali deve essere possibile erogare anche nuove cure».
Quindi condivide l´allarme lanciato dagli oncologi?
«Prendo molto seriamente le loro preoccupazioni e quelle esternate, negli ultimi giorni, da altre importanti associazioni italiane. Le paure legate alla finanziaria sono reali».
Cosa chiede al governo?
«Di ripensare la manovra. Deve essere modificata. C´è un diritto universale alla salute da garantire».

La Repubblica 06.06.10

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“L´Italia che dice no alla manovra gli oncologi: con i tagli cure a rischio”, di Lucio Cillis

Il ministro Fazio replica ai medici: nessun ridimensio-namento. E Alfano critica le toghe
Un solco profondo divide l´Italia. Da una parte c´è il governo e la manovra da 25 miliardi di euro che impone tagli e sacrifici. Dall´altra ci sono medici, magistrati, personale della scuola, farmacisti…tutti sul piede di guerra. E come se non bastasse, anche il mondo del sindacato si spacca e va ad un durissimo scambio di accuse tra la Cgil e la Cisl.
Contro la manovra si è levato ieri il grido d´allarme degli oncologi. Da Chicago, dove sono riuniti per un congresso mondiale, i vertici della Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) hanno puntato l´indice contro la manovra «che abbasserà la qualità di cura per i malati di cancro italiani». I tagli previsti «metteranno sotto pressione delle strutture già in grande affanno, soprattutto nel Meridione. Alcune, corrono il rischio di chiudere» e i pazienti saranno di nuovo costretti ai “viaggi della speranza”. «La prima grande criticità – spiega Carmelo Iacono, presidente dell´Aiom – è il taglio trasversale del personale. Esistono situazioni dove un´ulteriore riduzione si tradurrebbe inevitabilmente in un blocco delle attività». Tutte accuse che il ministro della Salute Ferruccio Fazio respinge con forza: «Non è previsto alcun taglio né nel numero, né nella tipologia, né nella qualità delle prestazioni per la cura dei tumori, che rimangono una delle priorità del governo».
Un altro no alla manovra è partito dai magistrati: l´Anm ha deciso che lo sciopero si svolgerà il primo luglio. La protesta sarà preceduta da uno sciopero bianco, attuato tra il 21 e il 25 giugno, nel corso del quale le toghe seguiranno alla lettera tutte le procedure previste, sia nel penale che nel civile. Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, è però certo che quello delle toghe sia «uno sciopero politico. I magistrati – dice Alfano – sono un pezzo del Paese. All´Italia in questo momento viene chiesto un sacrificio per il bene di tutti. E i giudici non dovrebbero sottrarsi a questo sacrificio».
Al calor, bianco, infine, lo scontro interno al sindacato esploso ieri. «Lo sciopero generale della Cgil contro la manovra non è più un´iniziativa sindacale, è solo un´iniziativa politica» ha dichiarato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. «La protesta della Cgil – per Bonanni – è l´undicesima che chiamerà a raccolta oppositori della politica». Immediata la risposta della Cgil. Il segretario confederale Susanna Camusso, ha spiegato le ragioni della protesta: «Si tratta di una manovra depressiva e profondamente iniqua, che non rende strutturale un tema centrale come quello dell´evasione fiscale, colpisce giovani, lavoratori e difende altri blocchi sociali». Durissimo, invece, l´intervento di Giorgio Cremaschi, segretario della Fiom, che ha sparato a zero contro «i segretari di Cisl e Uil» diventati «i sottosegretari del governo Berlusconi». Nel giro di pochi minuti è arrivata anche la controreplica di Bonanni, che al leader della Fiom ha consigliato «di cambiare mestiere. È un infante che offende Cisl e Uil». Ha chiuso in serata lo scambio di colpi tra Cgil e Cisl il leader Cgil Guglielmo Epifani: «Non posso credere che Bonanni abbia detto queste cose. Mi stupisce».

La Repubblica 06.06.10

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