attualità, politica italiana

"E adesso arrestateci tutti", di Stefano Corradino

Mercoledì 16 giugno assemblea straordinaria di Art.21. Subito una grande unitaria manifestazione nazionale

“Giuro che se e quando la legge bavaglio sarà approvata mi impegnerò a fare prevalere sempre e comunque il dovere di informare e il diritto di essere informati”. Alcune settimane fa davanti a Montecitorio abbiamo diffuso centinaia di volantini. Quello che per Ippocrate era il giuramento di un medico da prestare prima di iniziare la professione, per noi di Articolo21 era ed è un appello ai colleghi, e un impegno sottoscritto con i cittadini: nessuna legge, nessuna imposizione incostituzionale, nessuna sanzione potranno impedirci di pubblicare notizie di pubblico interesse e di rilevanza sociale. Non è solo la legge istitutiva dell’ordine dei giornalisti che ci obbliga a farlo. Sono i valori costituzionali, le sentenze europee, la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, il diritto dovere di chi fa informazione di dare le notizie rispettando quel codice etico secondo cui l’editore di un giornale, di una tv, di una radio di un blog è il lettore, il telespettatore prima ancora di un qualsiasi padrone.

Dopo una serie di ritocchi che non ne modificano la perversa filosofia il provvedimento è giunto a Palazzo Madama blindato. L’ennesimo ricorso al voto di fiducia che esautora il Parlamento dal diritto-dovere di controllare. Del resto, in più di un’occasione, il presidente del Consiglio lo ha giudicato troppo dispersivo, a volte troppo “affollato”, a volte addirittura inutile o “pletorico”.
Si giustifica la legge con due motivazioni inconstitenti: quel diritto alla privacy che il sottosegretario Santanchè vorrebbe estendere ai mafiosi (quelli con cui l’ex ministro Lunardi voleva convivere) e lo spropositato uso delle intercettazioni rispetto agli altri paesi europei. Ebbene la riservatezza dei cittadini può essere garantita con una semplice clausola che obbliga a stralciare tutto quello che, in una conversazione telefonica, non rientra nell’oggetto delle indagini. Quanto all’uso smodato delle intercettazioni a nessuno viene in mente che forse, il nostro Paese, detiene il triste primato di corrotti e corruttori? Quale altro Paese ha conosciuto stagioni di stragi (impunite) mafiose e terroristiche? In quale altro Parlamento siedono così tanti indagati? In quale altro Stato dell’Unione europea due giovani vengono malmenati fino alla morte perchè poi ci si affretti ad archiviare i tragici episodi?

Mercoledì 16 giugno dalle ore 18, al Circolo di Montecitorio Articolo21 ha deciso di indire un’ assemblea straordinaria per discutere modi e tempi di una grande manifestazione nazionale contro i tagli e i bavagli. Contro una legge sulle intercettazioni che vorrebbe impedire ai cittadini di conoscere la verità sui fatti di cronaca che hanno lacerato e insanguinato la convivenza civile. Abbiamo deciso, in quell’occasione, di dare il nostro premio per la libertà di informazione a Ilaria Cucchi e Patrizia Aldrovandi per la loro battaglia alla ricerca della verità. Perchè, come entrambe hanno detto più volte, se questa legge fosse stata in vigore, del fratello Stefano e del figlio Federico non conoscerebbero le ragioni del decesso, le responsabilità di un omicidio.

Vi chiediamo di esserci mercoledì prossimo. Lo chiediamo a tutti coloro che credono nella libertà e nell’indipendenza dell’informazione. A tutti quelli che pensano che la giustizia debba essere eguale per tutti e non diseguale in ragione del potere o dei soldi. Chiediamo di esserci a quanti sono ogni giorno più indignati ma non accettano di rassegnarsi.

da www.articolo21.info

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