attualità, politica italiana

"Madame Costituzione", di Massimo Gramellini

Per dirottare la rabbia dei clienti su un capro espiatorio in carne e ossa, i Grandi Magazzini dei romanzi di Pennac avevano ingaggiato Monsieur Malaussène: sua era sempre la colpa dei guasti, degli imprevisti, dei disservizi. Le aziende vere lo hanno imitato, inventandosi i call center: sfogatoi della nostra impotenza a ottocento euro al mese. Anche Berlusconi era in cerca di un Malaussène, di un call center contro il quale scaricare la sua rabbia. E l’ha trovato. Conoscendo i suoi gusti, non poteva che essere una femmina. Madame Costituzione. Dopo la scomparsa dei genitori, Catto e Comunista, la signora si è data un solo scopo nella vita: mettere i bastoni fra le ruote al rivoluzionario di Arcore, che anche ieri si è definito «un imprenditore provvisoriamente prestato alla politica»: da sedici anni, perché in Italia nulla è più definitivo del provvisorio.

Lui vuole fare il capufficio della libertà? E lei gli ricorda che il presidente del Consiglio è un ministro come gli altri. Lui vuole ridurre – per il nostro bene – i poteri di giudici e giornalisti? E lei, pedante: non si può, non si può. Lasciami almeno sgravare le imprese da «lacci e lacciuoli», la implora. Niente, non gli concede nemmeno quello: Madame è una radical-chic d’altri tempi, una specie di Camilla Cederna in formato cartaceo. Nel corso della sua esistenza eroica Berlusconi ha combattuto e vinto contro tanti nemici, ma si trattava di esseri umani. Cosa può fare, persino un semidivino come lui, contro questa Piovra immateriale che si nutre di regole fatte della stessa sostanza degli incubi?

da www.lastampa.it