memoria, partito democratico

Enrico Berlinguer, un comunista italiano

11 giugno 1984, muore Enrico Berlinguer. 26 anni dopo per Bersani è ancora un esempio: “Idealità ed etica fanno assieme la dignità della politica”. Speciale di YouDem con Bersani, Reichlin, Tonini e Cundari.

7 giugno 1984. L’allora Segretario del PCI, Enrco Berlinguer viene colto da un ictus mentre, dal palco di un comizio a Padova, invita gli italiani che volevano portare avanti le battaglie per l’equità ad andare “strada per strada, casa per casa”.

27 novembre 1980. Terremoto in irpinia. Bersani è in Basilicata come assessore dell’Emilia Romagna per guidare gli aiuti. A Salerno c’è una riunione di coordinamento e nelle stesse ore il PCI vi tiene la direzione che dice basta al compromesso storico. “Mentre pranzavamo ricordo Berlinguer da solo con Tatò, una scena che indicava la sua enorme solitudine e responsabilità”.

7 giugno 1984. La notizia dell’ictus di Berlinguer coglie Bersani di sorpresa, un fulmine. Lo stesso per milioni di altri italiani. “Quando mi dissero che aveva avuto un malore ero a Genova, una riunione di assessori al lavoro. Ero per le scale e improvvisamente arrivò la notizia. Si capiva che era una cosa seria, pensai che si esauriva anche una politica, finiva un uomo e finiva una storia, fu un’emozione fortissima, sia umana, sia politica. Lasciavamo alle spalle qualcosa senza chiarire cosa ci sarebbe stato”.

Date che si rincorrono nell’intervista rilasciata da Pier Luigi Bersani a YouDem in occasione dello speciale per i 26 anni della scomparsa del segretario del PCI.
“C’è una politica prima di Enrico e una dopo” sintetizza Bersani.

Che cosa significa ricordare oggi uno degli uomini politici più amati nella storia del nostro Paese, il giovane ribelle che ascoltava Wagner e leggeva Bakunin che divenne l’uomo rigoroso e riservato che voleva il compromesso storico per fare dell’Italia un Paese democratico?
Con “Berlinguer era comunista” YouDem ne ha voluto attualizzare la lezione. Uno speciale con Alfredo Reichlin, membro della direzione del Pci dal 1972 all’89, Francesco Cundari, direttore di Red Tv, Giorgio Tonini, senatore Pd e con un’intervista a Pier Luigi Bersani.

Cosa penserebbe Enrico Berlinguer della parola ‘democratico’? Secondo Bersani “avrebbe detto ‘avete scelto questa parola non perché è la parola che disturba meno ma perché pensate che ci vuole una vera democrazia, che ci vuole più democrazia, quindi avete un progetto per la democrazia e pensate che debba avere dentro forti contenuti sociali di uguaglianza ed equità’. Ci direbbe che è una parola impegnativa, ci inviterebbe a non prendere troppo alla leggera questo nome, è una parola che ci investe di responsabilità”.

Berlinguer, secondo Bersani, “ha raffigurato l’idealità e l’etica della politica”. Il numero uno del Pd ricorda quando l’allora segretario del Pci rispose alla domanda di Minoli su qual era la cosa di cui andasse più orgoglioso: “Di essere sempre stato fedele agli ideali della mia gioventù. E’ una frase che penetrò perché la diceva un uomo sincero, coerente, con un etica e un rigore micidiale in un epoca in cui non è che non ci fossero attacchi, calunnie, anche nei suoi confronti, ma scivolavano come acqua sul marmo perché il suo messaggio etico era forte e penetrante. Idealità ed etica fanno assieme la dignità della politica. E penso che pensare a Berlinguer come il campione della dignità politica è il modo più giusto di raffigurarlo”.

Berlinguer, conclude il leader del PD, “era un comunista italiano e questo significava giustizia sociale, equità. Non credo che nessuno potesse definirsi comunista senza avere un concetto di uguaglianza. Comunista significava anche avere una funzione nazionale cioè l’idea che dovevi mettere la tua forza a disposizione dei grandi obiettivi del paese. E poi nell’essere comunista c’era anche l’orgoglio di certa etica comunista, di certa severità, moralità, rigore”.

“Noi pensiamo che il privilegio vada combattuto e distrutto ovunque si annidi, che i poveri, gli emarginati, gli svantaggiati vadano difesi, e gli vada data voce e possibilità concreta di contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni, che certi bisogni sociali e umani oggi vadano premiati, che la partecipazione di ogni cittadino alla cosa pubblica debba essere assicurata”. Enrico Berlinguer.

da www.partitodemocratico.it