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Scuola al collasso.La Cgil: «Con i tagli non ci sarà neanche un bidello per plesso», di Chiara Affronte

C’è un filo rosso che lega il bavaglio alla magistratura e alla stampa, quello alla scuola e il «ricatto» di Pomigliano, per Raffaella Morsia, segretaria regionale Flc-Cgil.

«Si cela, si oscura, si smantella e lo si nega». La Cgil si mobilita e annuncia un ricorso al Tar del Lazio contro la riduzione di organico del personale Ata (coloro che nella scuola non sono insegnanti, ndr) perché «ancora non tutti hanno capito che, a memoria d’uomo, questo è il più grande smantellamento che sia stato attuato. Il Governo sta mettendo in campo interventi da economia di guerra e la reazione deve essere adeguata», assicura Morsia. E sul fronte dell’enorme debito che lo Stato ha verso le scuole (80 milioni a livello regionale, 23 in provincia di Bologna, ndr.) la Cgil chiede una cosa precisa: «Sappiamoche l’Ufficio scolastico regionale sta facendo un monitoraggio su queste cifre: esigiamo che, una volta fatta la ricognizione, siano rese pubbliche, e vogliamo la stessa trasparenza anche sull’esito dei tagli prima dell’inizio del prossimo anno scolastico». Richieste, o meglio pretese, che arrivano proprio pochi giorni dopo che il direttore generale Marcello Limina, nel corso del forum con Franco Frabboni insieme all’Unità, ha riferito che «spesso i conti che le scuole fanno risultano sbagliati ». Limina ha poi sottolineato che, essendo diminuite le risorse per le pulizie, si potrebbero far lavorare dei dipendenti che altrimenti stanno «seduti». Proprio quei bidelli che saranno ridotti in regione di 546 unità (113 a Bologna). Un dato spaventoso: significa che non verrà garantito neanche un bidello per plesso scolastico», riferiscono Morsia e Mauro Montagnani della segreteria regionale. Con tutto quello che la riduzione implica: «La cura della persona nelle materne e nelle primarie, la vigilanza, l’apertura e la chiusura sono solo alcune delle fondamentali funzioni che svolgono i collaboratori scolastici, di cui non si può fare a meno», spiega Morsia. In tutto, il personale Ata registrerà unmeno737a fronte di un aumento della popolazione scolastica di 10mila unità: verranno tagliati 56 assistenti tecnici in meno e ancora 135 assistenti amministrativi. L’unico segno positivo riguarda i Dsga, i cosiddetti segretari: 4 in più perché tanti sono gli istituti che si vanno ad aggiungere a quelli regionali in seguito all’annessione dei comuni della val Marecchia all’Emilia-Romagna. Le iniziative di lotta non si limiteranno al ricorso al Tar. «I diritti non vanno in ferie », annuncia Morsia, a maggior ragione visto che il Governo si appresta a fare la manovre più dure spesso nel periodo estivo, quando l’attenzione cala, ricorda la segretaria della Cgil. Martedì, all’uscita della prima giornata degli esami di maturità, si distribuiranno adesivi realizzati «in casa» dalla Cgil per denunciare i tagli: «Sono 1400 i precari che perdono il lavoro» . Poi a staffetta, in molte città della regione, proseguirà lo sciopero della fame iniziato dai prof a Piacenza. Bologna invece è impegnata sul fronte dello sciopero generale del 25 giugno, che sarà molto incentrato sulla scuola
da L’Unità/Emilia