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"Alla Gelmini si gonfiano i precari", di Alessandra Ricciardi

Rischia di allungarsi di altre dieci mila unità l’esercito dei precari perdenti posto. Quei precari che finora hanno lavorato attraverso il rinnovo delle supplenze e che dal prossimo anno invece resteranno a casa. Semplicemente perché i posti non ci sono più. Il dato emerge dal confronto tra i pensionamenti e i tagli al personale frutto della riforma della scuola che scatteranno da settembre. Un confronto che presenterebbe ancora un saldo negativo: di oltre un migliaio di unità per gli insegnanti e di quasi 8.500 per il personale ausiliario, tecnico e amministrativo. Ma non è finita. Perché, e questa potrebbe essere la sorpresa peggiore, i nuovi precari senza supplenza potrebbero restare fuori anche dalle liste prioritarie, quelle che finora hanno funzionato, grazie al contributo di stato e regioni, come ancora di salvataggio per molti: corsia preferenziale per le supplenze brevi e per i contratti per corsi aggiuntivi, anche pomeridiani. Il ministero, secondo quanto risulta a Italia Oggi, pare infatti convinto che la proroga per il prossimo anno delle liste, disposta dal decreto legislativo 194/2009, si riferisca esclusivamente a quelle vecchie. E che, in assenza di una espressa previsione di legge, non sia dunque possibile aprire le graduatorie in questione a nuovi ingressi. Insomma, tutti quelli che hanno maturato quest’anno i requisiti non avrebbero diritto, se questa interpretazione sarà confermata e/o non ci saranno provvedimenti ad hoc, a rientrare nelle misure speciali di protezione.
In totale finora ci sono stati 22 mila docenti (17 mila con la prima ondata e 5 mila con la seconda) e 5 mila Ata a nutrire le liste. Per beneficiarne, era necessario aver maturato nell’anno precedente un contratto a tempo determinato, annuale oppure sino alla fine delle elezioni, ma anche una supplenza attraverso scorrimento delle graduaotrie d’istituto per almeno 180 giorni. Quest’anno le cessazioni dal lavoro degli insegnanti sono state, secondo i dati comunicati a maggio, oltre 23 mila a fronte di un taglio alle piante organiche di 25 mila unità. Più pesante la situazione per gli ausiliari, i tecnici e gli amministrativi: 6.462 cessazioni per 14 mila tagli. Ecco così accrescersi di altre 10 mila unità la lista dei precari che si ritrovano appiedati per effetto della carenza di posti disponibili.

Per dargli la chance di un contratto, l’orientamento prevalente al dicastero di Mariastella Gelmini è che potrebbe non bastare quanto prevede il decreto 194 che proroga le misure speciali: «le disposizioni contenute…restano valide con riferimento all’anno scolastico 2010-2011». Ma le previsioni in questione sarebbero riferite solo alle vecchie liste. Di nuove non si parla. Servirebbe un provvedimento ad hoc per farle rientrare, i cui tempi di approvazione però sarebbero troppo lunghi per essere efficaci dell’avvio del prossimo anno scolastico. Ecco perché si sta tentando la strada di un emendamento alla manovra. Sempre che la Gelmini non opti in extremis per l’opzione interpretativa.

ItaliaOggi 22.06.10

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