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Con i sindaci ed i cittadini. PDL e Lega dove siete?

Bersani sfida Umberto Bossi ad andare oggi in mezzo ai sindaci che protestano davanti al Senato contro la manovra. “Se vuol venire a dire la sua a questa manifestazione dei sindaci, credo sia il benvenuto”, ha detto il segretario del Pd dopo avere incontrato i primi cittadini di diversi Comuni in piazza Navona. Bersani ha portato ai sindaci, che indossano la fascia tricolore, la solidarietà del Pd che sta cercando di cambiare i contenuti della manovra.
Ma Bossi non si è visto e invece da quando c’è questo “federalismo fatto di chiacchiere, i Comuni non sono mai stati messi peggio, si danno botte micidiali ai servizi e sono botte targate Lega”. Botte i cui lividi si fanno già sentire nel centrodestra visto che la manovra non piace neanche al sindaco di Milano, Letizia Moratti che ha inviato un suo assessore, o a Roberto Formigoni che chiede non aggiustamenti ma una nuova manovra.
Erano tanti a piazza Navona, di fronte al Senato, i sindaci che hanno aderito alla manifestazione indetta dall’ANCI (Associazione nazionale dei comuni italiani), indossavano una corda al collo e esponevano cartelli con su scritto: “Comuni con il cappio al collo” e “Comuni affetti da instabilità del patto”, una manifestazione di tutte le amministrazioni, non solo di centrosinistra, tutte colpite da tagli ingiusti.

E il presidente dell’Anci, Sergio Chiamparino, dal palco della protesta è tornato a lanciare l’allarme: “Il governo cambi la manovra o i servizi essenziali per i cittadini sono a rischio, se la manovra non cambia rischiamo di non fare il nostro dovere, che è quello di fornire i servizi ai cittadini”. Chiamparino ha chiesto principalmente due modifiche: “Chiediamo che la manovra cambi modificando il patto di stabilità e introducendo criteri di meritocrazia”.
La stessa linea di Bersani che ha ribadito quanto dice da tempo: “In gioco ci sono i servizi fondamentali. E con questo meccanismo berlusconian-tremontiano, si dà la pistola in mano agli enti locali si fa sparare al popolo, non alle quaglie. Metà della manovra ricade addosso ai servizi fondamentali ed è per questo che i sindaci devono reagire, la finanziaria non è contro i sindaci ma contro i cittadini perché metà della manovra ricade addosso ai
servizi ed è per questo che i sindaci reagiscono e noi con loro, per dire che queste misure non vanno bene”.

“Come Pd – ha ricordato – abbiamo presentato proposte anche per prendere i soldi altrove, non solo per dire di no, ma purtroppo c’è poca attenzione. Ma se c’è la volontà di ragionare, come dicono, troviamo soluzioni diverse. Siamo pronti a discutere con le nostre proposte. Non diciamo solo dei no, ma anche i come e i sì. Se c’è la volontà, pur tenendo fermo il saldo dei 24 miliardi, troviamo altre soluzioni e su questo siamo pronti a discutere” ribadisce il segretario del Pd che si riferisce agli emendamenti presentati dal suo partito alla commissione Bilancio
del Senato.
E poi va smontata la favola della manovra anti-sprechi, come dice anche Chaimparino: “Non accetto il messaggio morale che viene da questa manovra che lo spreco venga solo dalle autonomie locali. Facciamo un giro per i ministeri per fare un tavolo tecnico, un modo per trovare la copertura dei tagli da altri centri di spesa lo troveremo. Sui costi della politica ci siano anche decisioni che fanno seguito alle dichiarazioni di intenti. ‘Come associazione abbiamo chiesto da tempo di istituire una commissione terza che valuti in maniera equilibrata i problema presso tutti i settori dell’amministrazione. Si riunisca e prenda una decisione”

Quanto poi al patto di stabilità ne ha evidenziato l’inutilita’. ”Come e’ al momento non rappresenta piu’ niente e rischia di determinare anche un effetto distorsivo sui Comuni che hanno risorse, ma non possono spenderle per dare ossigeno all’ economia”.
Parla di “un’iniziativa giusta e motivata, perché la manovra non è equilibrata tra i diversi comparti” il governatore dell’Emilia Romagna Vasco Errani, presente alla manifestazione. Errani ha ribadito la necessità «di cambiare la manovra per renderla più equamente equilibrata visto che oggi si scarica il peso per oltre il 90% sulle autonomie locali».
Ad Alemanno che si lamentava della strumentalizzazione per via della presenza di Bersani risponde Davide Zoggia, responsabile Enti locali della segreteria
nazionale del Partito democratico: “Alemmano si rassegni: la protesta dei sindaci è sì istituzionale, ma il suo contenuto è tutto politico perché si tratta di una vicenda che tocca nel profondo la vita dei cittadini. E’ dunque non solo diritto, ma dovere di chi la politica la fa far sentire la propria vicinanza a chi sta conducendo una battaglia sacrosanta, che sia un sindaco di destra o di sinistra. Dunque, il problema non è la presenza di Bersani in piazza, ma semmai l’assordante assenza della maggioranza di governo. Gli amministratori locali devono continuare la loro pressione sul governo affinché la manovra venga realmente modificata per ciò che riguarda i territori. Se Tremonti ha le idee chiare, formuli proposte concrete che,
possibilmente, rispondano alle esigenze delle famiglie e delle imprese”.

La solidarietà ai sindaci da tutto il PD.
Già la scorsa settimana Davide Zoggia e Claudio Martini, presidente del Forum Politiche del territorio del Pd avevano valutato positivamente la anifestazione: “Bene l’Anci, che ha scelto di portare in piazza la protesta dei comuni. I tanto sbandierati tagli alla spesa pubblica presenti nella manovra si rifletteranno in un drastico svuotamento dei servizi erogati ai cittadini, e solo in minima parte sui ministeri e sulle strutture centrali dello Stato. E’ davvero strano che la Lega non si senta chiamata in causa da una tale macroscopica ingiustizia nei confronti degli amministratori locali, categoria di cui non ha perso occasione di farsi portabandiera in occasioni meno scomode”.
“Altro che autonomismo locale e federalismo… solidarietà ai sindaci e solidarietà ai cittadini!” dichiara oggi la senatrice del PD Mariapia Garavaglia. “Da due anni il governo avrebbe potuto trasferire, se solo l’avesse voluto, il 20% di Irpef, come chiedeva il movimento dei sindaci veneti. Invece, come è stato sottolineato da molti amministratori locali alla manifestazione di oggi, andiamo incontro a uno scenario disastroso e anche paradossale: le scuole, già tartassate dai tagli delle precedenti finanziarie, adesso s’apprestano a subire nuovi enormi disagi, con il taglio dei servizi integrativi che i comuni, a causa della manovra, non potranno più garantire. Viene da chiedersi che tipo di futuro la destra voglia dare all’Italia”.

Antonio Rusconi, capogruppo Pd in Commissione istruzione fa sapere che “Come amministratore e ex vice presidente nazionale dei sindaci dei piccoli comuni sono in piazza coi sindaci che protestano contro la manovra finanziaria, contro questo federalismo alla rovescia che prevede pesanti
tagli agli enti locali e che, soprattutto, sulla scuola costringerà molte famiglie a rivolgersi a sindaci e assessori per avere insegnanti di sostegno e per la copertura delle mense. Vergognoso poi è che perduri il
patto di stabilità che punisce allo stesso modo comuni virtuosi o meno”.

Il capogruppo Pd alla regione Lazio Esterino Montino in una nota ha comunicato l’adesione del Gruppo Pd alla protesta dei sindaci con una delegazione. Insomma Bossi non si è visto, il PD sì.
Marco Laudonio

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