cultura

Lirica. Pd, contrari a decreto che rende precario il lavoro

Rinunciando alla demagogia abbiamo introdotto modifiche importanti. “Il Pd vota contro il decreto sulle fondazioni lirico sinfoniche perché rende precario il lavoro e aumenta l’incertezza nella vita professionale dei lavoratori delle fondazioni compromettendo la qualità delle produzioni. Riteniamo che il decreto sia uno strumento improprio, che dà una delega al governo su fondazioni di diritto privato le quali, di fatto, vengono statalizzate”. Lo hanno detto Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione Cultura, ed Emilia De Biasi deputata Pd nella stessa commissione.
“Il Pd vota contro questo provvedimento con argomentazioni di merito e non di carattere demagogico – hanno proseguito le deputate democratiche -. Votare contro non significa lasciare i lavoratori a se stessi perché noi ci siamo occupati di loro. Da parte nostra, c’è stato un atteggiamento di responsabilità che ha permesso di ottenere risultati di non poco conto come la rinuncia del voto di fiducia, che non era per niente scontata; ciò ci ha permesso di introdurre importanti modifiche. Siamo riusciti ad ottenere l’eliminazione del ruolo del ministero nella fase di contrattazione; adesso saranno soltanto le parti sociali interessate ad essere coinvolte nel rinnovo dei contratti. Abbiamo ottenuto l’abolizione del taglio del 25% del contratto integrativo; tenendo conto che con stipendi tra i più bassi d’Europa, si tratta di una grande risultato insieme alla garanzia del rispetto dei diritti acquisiti. Slitta di un anno il divieto di prestazioni di lavoro autonomo per i dipendenti delle fondazioni. Abbiamo anche evitato l’abolizione della legge n. 800, unica legge in materia di musica, come era previsto originariamente dal decreto Bondi. Abbiamo affidato la responsabilità dei bilanci delle fondazioni ai consigli di amministrazione e ai sovrintendenti in modo da poter sapere chi è realmente responsabile di eventuali bilanci in rosso ed eliminato l’illogico tetto ai cachet, che avrebbe impedito l’ingaggio dei più prestigiosi artisti. Rimaniamo decisamente contrari alla delega che di fatto il governo assume su questo tema. Con il nostro lavoro abbiamo migliorato un decreto che era e rimane negativo. Lo abbiamo fatto rispettando il Parlamento e rinunciano alla propaganda e alla demagogia”.