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Dalle ronde ai tagli: il bluff della sicurezza

3,5 miliardi in meno alle Forze dell’ordine in due anni e una manovra che ridurrà ulteriormente risorse e organici: ecco come il governo difende i cittadini. Il PD: “Durissima opposizione in parlamento e contro-proposte già pronte”.

Da circa due anni è il più fragoroso leit motiv del governo, quello che ha fatto vincere elezioni importanti, quello che alimenta la paura dei cittadini e alla fine si risolve in poche chiacchiere e due spot. Parliamo della sicurezza, un concetto abusato e pubblicizzato che oggi deve scontrarsi con l’incoerenza di tagli pesanti.

Il governo delle ronde (tra l’altro bocciate pochi giorni fa dalla Corte costituzionale) e del poliziotto di quartiere si piega al volere del ministro “mani di forbice” Giulio Tremonti e si abbatte come una furia sui comparti delegati alla sicurezza. La manovra in corso di approvazione ha scatenato le ire delle forze del’ordine, che da nord a sud sono scese in piazza per protestare.

Le motivazioni del dissenso sono sotto gli occhi di tutti. il taglio lineare del 10% delle spese utili a garantire i servizi quotidiani delle forze di polizia; il congelamento degli avanzamenti economici legati alle progressioni di carriera per gli anni 2011-2012-2013 (compresi assegni funzionali e scatti); il blocco dei rinnovi contrattuali fino all’ anno 2013; il blocco delle finestre previste per essere collocati in quiescenza; il blocco del reddito per tre anni, per cui un poliziotto non potrà superare dal 2011 in poi la retribuzione complessiva dell’anno precedente con ricadute pesantissime sulla possibilità di garantire i servizi di ordine e sicurezza pubblica; le modifiche del sistema di calcolo della liquidazione a partire al 2011 con gravi penalizzazioni per i pensionati prossimi e futuri. Queste misure afflittive si aggiungono alle decurtazioni della precedente finanziaria che tagliava alla sicurezza 3, 5 miliardi di euro in tre anni.

Di questi 1, 5 miliardi (1 miliardo nel 2008 e 500 milioni nel 2009) venivano sottratti alle forze di Polizia, privando il comparto di migliaia di unità, da aggiungere al già conclamato deficit di 9000 elementi. In quell’occasione il governo della sicurezza era riuscito in un’impresa epocale: far scendere in piazza tutti e 23 i sindacati delle forze dell’ordine. Oggi è a un passo dal ripetere quel prodigio.

Il Partito Democratico combatte da settimane per impedire che la manovra venga approvata in queste condizioni. Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza della Segreteria PD, afferma: “La manovra imporrà nuovi e pesanti tagli ad un settore vitale come quello della sicurezza, a cui il governo Berlusconi in questi due anni ha già fatto pagare prezzi pesanti in termini di risorse. Eppure la sicurezza è un servizio chiave per i cittadini e gli uomini che vi lavorano nelle diverse forze hanno dimostrato, malgrado i tagli, una straordinaria abnegazione”. Poi, parlando dell’incontro tra il PD, i sindacati di polizia e i Cocer, abbiamo rincara: “abbiamo avuto la conferma della drammaticità della situazione. Per questo voglio confermare il nostro pieno impegno per tradurre in emendamenti alla manovra le proposte avanzate dai rappresentanti dei lavoratori del settore. A questi voglio aggiungere due proposte del Pd che saranno nostre battaglie in Parlamento e fuori. La prima è quella di utilizzare i 770 milioni, che il governo vorrebbe re-incamerare, per un’una-tantum economica destinata ai 450mila lavoratori della sicurezza. La seconda è, invece, l’idea di reintrodurre nella I commissione di Camera e Senato un comitato per la Sicurezza che sottolinei la specificità di questo settore all’interno delle materie trattate dalle commissioni per gli Affari istituzionali”.

Ivana Giannone

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