partito democratico, politica italiana

«Il Grande centro è rimasto piccolo», di Giovanni Cocconi

Probabilmente consolerà gli ex Margherita pentiti dell’adesione al Pd: anche la nuova creatura di Francesco Rutelli non si sente troppo bene. Ieri il direttivo di Alleanza per l’Italia ha rivolto una «domanda pubblica» all’Udc per sapere se «l’annuncio di un possibile nuovo soggetto politico verrà tradotto in una nuova tappa dell’attuale Udc, o di un suo allargamento sulla base di procedure stabilite dalla stessa Udc, oppure in un processo democratico, partecipato, aperto?».
Tradotto: fate tutto da soli o ci coinvolgete? Qualcosa di meno di un ultimatum, qualcosa di più di un avvertimento.
Sono passati solo nove mesi da quando sia Casini che Rutelli annunciavano la futura nascita di una costituente di centro. «A metà della legislatura» precisava il primo. «Siamo solo il nucleo di un soggetto più largo» spiegava il secondo che non sembrava nemmeno troppo convinto di presentare Api alle regionali. In tanti, già allora, erano scettici sull’esistenza di uno spazio politico per un terzo polo centrista, una Kadima italiana, un rassemblement moderato che – scommettendo sullo scongelamento dei poli – potesse raccogliere anche le supposte velleità politiche di un Luca di Montezemolo e rilanciare le ambizioni di un Gianfranco Fini in rotta con il Pdl.
Da allora, va detto, il bipolarismo muscolare italiano non ha fatto nessun passo avanti. La Lega ha rafforzato la golden share della maggioranza, sulla giustizia è muro contro muro, riforme istituzioni e legge elettorali sono in stallo, i due schieramenti sembrano fare di tutto per rafforzare le posizioni più estreme, i problemi del paese sono ancora tutti lì. I segni di logoramento del centrodestra sono evidenti, ma il big bang non arriva mai, anche perché il progetto del federalismo fiscale per ora garantisce un’assicurazione sulla vita al governo. Eppure, nonostante questo, il Grande centro è rimasto piccolo. Le elezioni non lo hanno rafforzato, anzi. Tutti guardano a Fini perché per il resto non si muove niente, nemmeno nei sondaggi.
Anche la fondazione di Montezemolo non è davvero decollata. E ora si arriva al mezzo avvertimento di Rutelli ai “fratelli” centristi.
Questo dovrebbe dire qualcosa anche ai disillusi del Pd. La sinistra in Europa è un’enorme delusione, il Pd stenta a decollare, ma in questo momento non ci sono vere alternative. Europa lo ha scritto ancora qualche giorno fa, dopo la riunione dei dirigenti della ex Margherita, ufficialmente per approvare il bilancio di un partito ancora giuridicamente vivo: «Al centro non si cresce». Meglio non farsi illusioni.

da www.europaquotidiano.it