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"Napolitano: «Nella ricerca è il futuro dell’Europa»", di Marcella Ciarnelli

Ricerca e università. Il futuro dell’Europa è nella valorizzazione di coloro che spendono la propria intelligenza e l’impegno di una vita in questi due importanti settori. Il presidente della Repubblica, nel videomessaggio che ha inaugurato il Meeting europeo dedicato alla ricerca e all’innovazione scientifica, l’Esof, che ha preso il via ieri a Torino, è tornato su un tema a lui molto caro e per cui si è anche speso, a proposito della manovra economica, chiedendo che i tagli, pur necessari, non colpiscano settori vitali quali per il presidente sono l’università e la ricerca. Ed ha insistito sull’impegno di valorizzare i talenti per far procedere il cammino dell’Europa intesa «come soggetto politico unitario e non semplicemente un insieme di Stati-nazione ».
Il capo dello Stato è partito da una recente affermazione della Cancelliera tedesca, Angela Merkel, a proposito della necessità di sempre maggiori investimenti pubblici nella ricerca e nell’istruzione superiore che non debbono essere frenati anche durante tempi difficili di crisi come quelli che stiamo vivendo. «Istruzione e ricerca sono pilastri della futura sostenibilità della nostra società» aveva detto la Merkel. «Vorrei fare una necessaria aggiunta: della nostra società europea e del modello sociale che la caratterizza. L’Europa, nel suo insieme, non può contare su risorse naturali o su una forza lavoro sottopagata, quindi un capitale umano qualificato e il traino della conoscenza devono costituire le nostre principali risorse ora e in futuro. Questo patrimonio deve essere sviluppato con investimenti provenienti da varie fonti in un contesto di regole favorevoli».

PAZIENZA E IMPEGNO
L’economista Jeffrey Sachs, che ha partecipato al recente al G-20 di Toronto come consulente del segretario generale della Nazioni Unite, BanKiMoon, ha scritto che «i governi devonospiegare e i cittadini devono capire che la sola politica economica sui tempi brevi non può fare molto per creare posti di lavoro stabili e di qualità. Per ottenere questi risultati abbiamo bisogno di buone scuole, di tecnologia avanzata, di infrastrutture adeguate e di iniezioni di capitale privato, tutti fattori che sono il risultato di anni di costanti e continui investimenti, sia pubblici che privati». Lo ricorda Napolitano per affermare che «lo stesso si può dire delle politiche che riguardano ricerca e innovazione: anche loro richiedono un impegno paziente, a lungo termine, a diversi livelli e da parte di attori molteplici».
Ricerca nazionale, dunque. Ma soprattutto ricerca senza confini, europei e internazionali. «L’Europa può fare molto di più e molto meglio se rafforziamo la nostra unità, la nostra integrazione» tenendo ben presente che nessuno può avventurarsi più in un itinerario solitario. Tanto più che «la strategia di una ricerca europea non è in contrasto con la convinzione che l’Europa della scienza debba operare in un contesto cosmopolita». Il saluto ai partecipanti al Meeting si è concluso con il rammarico di «non poter soddisfare la curiosità intellettuale di assistere all’Incontro “Pizza con i professori”, uno scambio informale tra diverse generazioni di scienziati all’insegna di un piatto, ora globale, inventato nella mia città natale, Napoli»

da www.unita.it