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"Agli aquilani non la polizia ma le risposte", di Ma. Lau.

Sono arrivati a piazza Venezia con circa 45 pullman provenienti dal “cratere” dell’Aquila, la zona piú colpita dal terremoto. 5.000 cittadini abruzzesi che volevano protestare davanti al Parlamento perchè dal primo luglio hanno ricominciato a pagare le tasse, ma a Roma hanno trovato i manganelli.
Tre i manifestanti feriti, ragazzi colpiti alla testa, maglie insanguinate.
Colpiti ma non feriti anche il deputato PD Giovanni Lolli e il sindaco de L’Aquila Massimo Cialente, presenti fin dall’inizio alla manifestazione.

E’ successo stamattina. Volevano arrivare in corteo sotto al Parlamento, ma polizia e carabinieri hanno sbarrato loro ogni accesso da via del Corso e via del Plebiscito dove risiede il premier Silvio Berlusconi. Momenti di tensione: lancio di bottigliette e qualche spintone.
Di fronte a Palazzo Chigi i manifestanti sono raggiunti da diversi politici, tra cui il segretario del PD, Pier Luigi Bersani.
Urlano tutti,a gitati, impauriti, c’è qualche fischio. Poi inzia a parlare spiega qual’è la cortina di silenzio mediatico che ha investito loro e le porposte del PD. E arrivano gli applausi.
Ma chi ha visto il TG1 non lo sa. Il telegionrale del primo canale del servizio pubblico si limita a dire fischi per Bersani.
I video ci sono, come questo di skytg24, avremo meno audience ma lo riproponiamo.

Dopo ore concitate i manifestanti sono arrivati a Piazza Navona: una bandiera nero-verde, con i colori dell’Aquila, è stata issata sul balcone del Senato rivolto verso piazza Navona. Dopo qualche minuto i commessi hanno provveduto a rimuoverla.

Il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, è intervenuto in Aula per stigmatizzare gli incidenti tra pa polizia e i terremotati dell’Aquila, avvenuti oggi al di fuori di Montecitorio.
Gli agenti protagonisti delle cariche, ha detto Franceschini, dovrebbero essere invitati a tenere conto che nel caso dei terremotati si tratta di “gente disperata, esasperata, spesso presa in giro”. Ed ha chiesto l’intervento di Gianfranco Fini: “La presidenza della Cameraintervenga sul governo perchè si dica alle forze dell’ordine che svolgono il loro dovere che hanno di fronte persone disperate”.
Il deputato e tesoriere del PD, Antonio Misiani, è tra i primi a commentare, aggiornando il suo status su facebook: ” Vergogna!! Li hanno presi in giro, e ora li prendono anche a manganellate”.
Vannino Chiti, vicepresidente del Senato, chiede di garantire i diritti dei terremotati e accusa il governo: “Si tratta di italiani colpiti dal dramma del terremoto e dalle difficoltà della ricostruzione che vengono a Roma per manifestare in modo civile il loro dissenso per come si sta gestendo la fase del dopo-emergenza. Che subiscano cariche da parte delle forze dell’ordine è un fatto grave: chiama in causa la responsabilità non certo dei singoli poliziotti ma di
chi aveva il compito di dirigerli. E chiama in causa le responsabilità politiche del governo che deve saper mantenere l’ordine pubblico, garantendo al tempo stesso il diritto costituzionale a manifestare in modo pacifico la propria protesta”.

Pier Luigi Bersani ha raggiunto i manifestanti a Piazza Colonna e unendosi a loro ha commentato: “Il governo non può far trovare la polizia davanti a una manifestazione come questa. Gli aquilani meritano rispetto e un incontro serio con il governo per prendere decisioni immediate sulle tasse, sul lavoro, sui fondi per la ricostruzione, con una tassa di scopo. Voi e le nostre proposte siamo messi sotto una cortina mediatica. Per il PD siete il problema numero 1”

Alle 10 e 30 due blindati dei carabinieri hanno chiuso ermeticamente l’accesso a via del Corso da piazza Venezia ma un gruppo, un centinaio di persone, ha cercato lo stesso di superare lo sbarramento ed è entrato in contatto con le forze di polizia.
Tafferugli e spintoni ma nessuno è riuscito a superare la barriera delle forze di polizia che sono schierate in assetto antisommossa, scrive l’AGI.
A riportare la calma in un primo momento era stato il sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente, che ha subito capito quanto era tesa la situazione ed è riuscito a convincere i piú agitati a fare qualche passo indietro e a tornare a piazza Venezia. Le grida però di “L’Aquila, L’Aquila” continuavano, mentre i cordoni della polizia sono stati rinforzati come ha spiegato il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente.

La polizia ha vietato ai manifestanti di raggiungere Montecitorio passando per via del Corso. I manifestanti protestano al grido “In Parlamento e in parlamento”, ma i funzionari della polizia si dicono disponibili a far passare solo 150 persone. Allora i manifestanti tentano di forzare il blocco effettuato da carabineri e guardia di finanza fino alla mediazione del deputato PD Giovanni Lolli e del sindaco Massimo Cialente.
I manifestanti gridano: “Berlusconi: il Parlamento è nostro non è vostro”. Poi Cialente si è tolto la fascia tricolore e ha alzato le mani in segno di pace mettendosi tra i manifestanti e le forze dell’ordine. Secondo IL CENTRO “invita i suoi concittadini a stare calmi. Mentre le forze dell’ordine hanno gli scudi alzati e i manganelli in mano pronti a caricare i manifestanti. La folla grida: “Con gli scudi e i manganelli contro gli sfollati: vergogna!”. O manifestanti invitano gli agenti delle forze dell’ordine a disobbedire agli ordini: “Vi hanno anche tagliato gli stipendi”, “Lasciateci manifestare”, “Siamo come voi”. Con un paradosso: tra i terremotati aquilani che manifestano c’è anche una delegazione della polizia aquilana. Hanno con loro una sagoma di un poliziotti ferito da un pugnale e con sopra una scritta: “L’Aquila pugnalata”

Alle 11 e 27 le camionette se ne vanno: i manifestanti sono in via del Corso, ma il corteo viene di nuovo bloccato e gli scontri sono in corso.
Le forze del’ordine vorrebbe evitare che i manifestanti sfilino sotto palazzo Chigi. (Una ripresa tv troppo scomoda? ndr) Per raggiungere Montecitorio probabilmente i manifestanti saranno dirottati in via di Pietra.

Insomma vengono colpiti i più sfortunati, quelli che stanno lanciando un “S.o.s. L’Aquila”, chiedendo sospensione delle tasse, occupazione e sostegno all’economia. Cittadni del capolouogo e da San Demetrio, Fossa, Torre dei Passeri, in provincia di Pescara, e Sulmona, che pur non essendo stata inserita nell’area dell’epicentro del sisma del 6 aprile 2009 ha subito danni. Alla manifestazione, organizzata dal Popolo delle carriole del presidio di piazza del Duomo, hanno aderito tra gli altri i comitati ‘3 e 32’, ‘Rete Aq’, ‘Eva’ (Eco villaggio autocostruito), ‘Cittadini per i cittadini’ e gli universitari che abitavano la Casa dello studente. I manifestanti vestono magliette con su scritto “forti e gentili”, come diceva D’Annunzio, “ma non fessi”, e portano bandiere nere e verdi, i colori della città.

da www.partitodemocratico.it