politica italiana

L'amaca di Michele Serra

C´è un presagio di dissoluzione, attorno al potere del signor B, che mette in movimento speranze e congetture. Più congetture che speranze, per dire la verità: e anzi l´estrema varietà delle congetture, quasi tutte avventurose o improbabili, non consente eccessive speranze. Si consultano gli amici bene introdotti, per non tradire le attese sparano nomi a caso, almanaccando sulle convergenze più ardite: un tandem Montezemolo-Vendola (sarebbe divertente, perlomeno), Fini Rutelli e Casini con il Pd ma non tutto, la massoneria buona, i poteri forti che nessuno sa bene che cavolo siano, e l´amministrazione Obama che funziona come una volta la Cia, ma all´incontrario, «vedrai che Obama manovra per dare una sterzata». Manca solo il ritorno di Maciste (era di Genova, potrebbe guidare i portuali alla rivolta, chissà se Obama e Montezemolo lo appoggerebbero).
Vent´anni di Berlusconi, ammesso e non concesso che siano solo venti, lasciano sul campo una destra ridotta a regimetto indecoroso e albertosordista, e una sinistra a casino ambulante. Un collasso strutturale delle idee e del modo di organizzarle. Si guarda dunque ai singoli, si spera nel bel gesto, nell´assolo virtuoso, nell´outsider, nel Santo. I credenti, beati loro, possono pregare. Noi altri nemmeno quello, accidenti.

la Repubblica del 7 luglio 2010