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Protesta dei terremotati de L'Aquila: tafferugli e 2 feriti lievi in piazza Venezia

Spintoni e manganellate anche per il sindaco Cialente
In 5mila per chiedere il congelamento delle tasse. Il corteo cerca di forzare il blocco e arrivare al Parlamento

ROMA – «L’Aquila non può crollare: è una città che sa volare». Sulla maglietta di un ragazzo è scritta tutta la rabbia degli abruzzesi che in cinquemila si sono radunati a Roma mercoledì mattina. Da piazza Venezia, volevano arrivare in corteo (non autorizzato) sotto al Parlamento, ma polizia e carabinieri hanno sbarrato loro ogni accesso da via del Corso e via del Plebiscito dove risiede il premier Berlusconi. Momenti di tensione: lancio di bottigliette e qualche spintone. Due ragazzi sono stati feriti in maniera lieve. Manganellate anche per il sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente, e il deputato Giovanni Lolli. Dopo una trattativa (la piazza davanti al Parlamento era già occupata da un’altra manifestazione autorizzata), le forze dell’ordine hanno lasciato entrare i manifestanti in via del Corso e il corteo ha potuto iniziare a sfilare.

Manganellate sulla folla (Infophoto)
Manganellate sulla folla (Infophoto)

BLOCCO IN PIAZZA COLONNA – Ma davanti piazza Colonna un nuovo blocco e nuovi scontri. A farne le spese un ragazzo rimasto ferito e con il volto coperto di sangue che è stato medicato in un bar. Una parte dei manifestanti che era poi riuscita ad arrivare in via di Pietra, sta ora tornando al posto di blocco. Sono in atto colloqui tra i sindaci, i parlamentari dell’opposizione e gli altri rappresentanti politici per permettere l’accesso in piazza del Parlamento.

CONGELARE LE TASSE – I cittadini de L’Aquila non vogliono risse, vogliono solo farsi sentire dal governo. I manifestanti vorrebbero raggiungere la sede della Camera e nel pomeriggio quella del Senato per chiedere la sospensione delle tasse che da dicembre i cittadini dovrebbero ricominciare a pagare al cento per cento (alcuni hanno già iniziato a versarle dal primo luglio). Chiedono il congelamento dei mutui e delle tasse, oltre a una serie di misure di sostegno all’occupazione e all’economia inquadrate in una legge che preveda procedure efficaci per la ricostruzione e finanziamenti certi. «Non si tratta di privilegi, ma equità e diritti – spiega Lina Calandra, giovane ricercatrice universitaria in corteo -. Noi siamo qui per difendere la nostra sopravvivenza. Secondo uno studio, se dovessimo tornare a pagare le tasse oggi, con uno stipendio lordo di 2 mila euro arriveremo ad avere 600 euro in tasca».

MOMENTI DI TENSIONE – Sono arrivati a piazza Venezia con circa 45 pullman provenienti dal «cratere» dell’Aquila, la zona più colpita dal terremoto. Volevano protestare davanti al Parlamento perchè dal primo luglio hanno ricominciato a pagare le tasse, ha spiegato il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, che ha subito capito quanto era tesa la situazione. Due blindati dei carabinieri hanno chiuso ermeticamente l’accesso a via del Corso da piazza Venezia ma un gruppo, un centinaio di persone, ha cercato lo stesso di superare lo sbarramento ed è entrato in contatto con le forze di polizia che volevano bloccare il corteo non autorizzato. A riportare la calma ha pensato lo stesso sindaco dell’Aquila Cialente, che è riuscito a convincere i più agitati a fare qualche passo indietro e a tornare a piazza Venezia. Dopo momenti di tensione, l’accesso in via del Corso è stato permesso. Secondo quanto si è appreso, i manifestanti sarebbero stati bloccati in via del Corso perchè davanti al Parlamento c’era già una manifestazione di disabili e quindi la piazza era occupata.

NON SOLO L’AQUILA – Hanno invaso piazza Venezia e la vicina via dei Fori Imperiali, gli aquilani che marciano su Roma lanciando un «S.o.s. L’Aquila», chiedendo sospensione delle tasse, occupazione e sostegno all’economia. Sono circa 5 mila le persone arrivate oltre dal comune dell’Aquila, anche dai paesi limitrofi come San Demetrio, Fossa, Torre dei Passeri, in provincia di Pescara, e Sulmona, che pur non essendo stata inserita nell’area dell’epicentro del sisma del 6 aprile 2009 ha subito danni. In corteo anche i sindaci e diversi striscioni per spiegare che L’Aquila «è un malato grave» e che «non si vive di solo C.A.S.E». Gli aquilani sono sorvegliati da un imponente schieramento delle forze dell’ordine.

A ROMA PER LA SECONDA VOLTA – Il corteo fa seguito alla mobilitazione del 16 giugno a L’Aquila e al consiglio comunale aperto in piazza Navona a Roma il 24 giugno. Alla manifestazione di mercoledì 7 luglio hanno aderito enti culturali, associazioni, istituzioni, sindacati, partiti e anche aziende aquilane.

Redazione online www.corriere.it
07 luglio 2010

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