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Sono educatrice, ma anche bidella. Ma nessuno mi paga

Potrei riassumere le mie mansioni così: sono educatrice, bidella e anche dirigente scolastica. Quest’anno ho fatto la dirigente almeno per 186 ore, che nessuno mi ha pagato…». Succede questo ai tempi dei tagli, «anche nella civile Emilia-Romagna ». Lo dice chiaro e tondo la maestra di una scuola dell’infanzia di Bologna. Che racconta: «Proprio pochi giorni fa ad un certo punto davvero mi sono sentita che addirittura nello stesso momento stavo ricoprendo gli stessi ruoli: stavo spazzando e intanto facevo cantare i miei 25 bimbi. Poi mi hanno passato una telefonata che era diretta al dirigente, ma siccome noi non ce l’abbiamo da cinque anni, ho cercato di gestire io la richiesta del genitore». È il 2010, anche se non sembra a sentire questi racconti. «In barba a Brunetta che ci dà dei fannulloni… ». Questa scuola di Bologna, infatti, da 5 anni è senza dirigente: «Non vengono banditi concorsi e noi abbiamo cambiato 5 reggenti», racconta la dada. I reggenti sono, in sostanza, dirigenti scolastici di altri istituti, ai quali viene data anche la delega per occuparsi di un’altra. Una cosa, nella pratica, impossibile da fare. «Il nostro quindi è sempre assente, e mi sono trovata spesso a dover ricoprire un ruolo che non mi compete. Fare relazioni o compiti sui quali poi veniva messa la firma di un altro…». In una situazione del genere tutto diventa difficile. La dada fa qualche esempio. «Avremmo bisogno di una nuova recinzione per il giardino per proteggere meglio i nostri bambini,ma non riusciamo ad ottenerla». E poi mancano le risorse per fare attività di qualità. «E allora, ecco che io e le mie colleghe diventiamo pure commesse: facciamo realizzare ai bimbi dei lavoretti in intersezione (insieme, grandi e piccoli, ndr) e poi li vendiamo, alle famiglie e negli ipermercati. Quest’anno abbiamo raccolto 700 euro, che ci serviranno per le attività dell’anno prossimo. Perché, se qualcuno ancora non l’avesse capito, alla scuola dell’infanzia non si canta e basta!». In questa situazione di scarse risorse, le compresenze di due dade sono un miraggio. «Io e la mia collega stiamo insieme con i bimbi solo un’ora per il pranzo perché ci occupiamo anche del pre e post scuola ». Quei servizi di supporto alle famiglie che necessitano di qualche mezz’ora in più, prima e dopo il normale orario. «Altri istituti appaltano questi servizi alle cooperative, da noi li fanno le educatrici, che non riescono quindi a lavorare in in compresenza per fare attività che la richiederebbero». Delicatissimo il fronte personale Ata, su cui la Cgil nelle settimane scorse ha lanciato un grido d’allarme spiegando che l’anno prossimo, con i tagli, non verrà neanche garantito un bidello per plesso. «Da noi i bidelli sono due,ma con i bimbi dai 3 ai 5 anni il lavoro che svolgono queste persone è prezioso. Se non ci sono succede che se io accompagno un bimbo al bagno, ne lascio 24 incustoditi. Ma non posso fare altrimenti». Altro versante preoccupante quello della sicurezza. «I bidelli sono importantissimi anche per controllare che i bimbi non spingano le maniglie antipanico e si ritrovino fuori, soli…».

Unità/Bologna: del 07-07-2010