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Le Regioni si rivolgono a Napolitano. Le associazioni: "Rischio recessione culturale"

Lettera aperta al governo di Federculture, Civita, Fai, Italia Nostra, Legambiente e WWF. Il 26 scioperano i diplomatici italiani, che denunciano un “preludio allo smantellamento” del ministero. Il segretario del Pd Bersani si unisce alle richieste dei governatori. Quote latte, la Ue avvisa: “Rischio infrazione”

ROMA – Proseguono le proteste nei confronti della manovra che il governo varerà nei prossimi giorni. E se i diplomatici italiani annunciano uno sciopero per il 26 luglio, parlando di uno “smantellamento” della Farnesina, e il presidente della Conferenza delle Regioni Errani si rivolge al Capo dello Stato Napolitano, per ribadire che i governatori intendono rimettere le deleghe, sei associazioni culturali e ambientali scrivono al governo, paventando il rischio di una “recessione culturale nel Paese” a causa dei tagli operati dalla manovra. E, sull’emendamento che riguarda le quote latte, la Ue avvisa: se dovesse essere confermato, l’Italia verrà sottoposta alla procedura d’infrazione.

Appello delle Regioni a Napolitano. All’indomani della rottura avvenuta al termine del vertice con il premier Berlusconi e il ministro dell’Economia Tremonti, le Regioni si rivolgono al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, confermando l’orientamento, se la manovra economica non cambierà, di trovare la strada per restituire allo Stato le deleghe per funzioni che non sono più in grado di esercitare.

Preoccupati per le ricadute sul territorio, i governatori si riuniranno in una conferenza straordinaria mercoledìprossimo, mentre la manovra sarà al vaglio dell’aula di Palazzo Madama, e non escludono di proseguire i lavori del Parlamentino anche il giorno dopo, il giovedi del voto di fiducia al Senato. Intanto, secondo quanto ha appreso l’agenzia Agi, dopo il muro contro muro andato in scena con il premier Silvio Berlusconi e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, è stato lo stesso presidente della Conferenza delle Regioni a informare telefonicamente il Capo dello Stato delle preoccupazioni dei Governatori. Vasco Errani lo aveva annunciato, quando a nome della Conferenza, aveva chiesto di incontrare le massime cariche dello Stato. Un colloquio telefonico di pochi minuti in cui Errani avrebbe illustrato le buoni ragioni delle amministrazioni regionali nel confronto con il Governo e la ferma intenzione di proseguire un dialogo vero ed efficace, evitando scontri istituzionali.

L’intervento di Bersani. Anche il segretario del Pd Pierluigi Bersani interviene nello scontro tra il governo e le Regioni, e chiede ai governatori di spiegare chiaramente ai cittadini quali sono i tagli ai servizi essenziali che saranno costrette a fare a causa delle misure previste dalla manovra, che pesano per oltre il 50 per cento sugli enti locali, e in particolare proprio sulle Regioni.

Intervenendo al convegno del Pd a Venezia “L’isola che c’è”, una scuola politica del partito dedicata agli amministratori locali, Bersani ha detto: “Si si abbassa di 14 miliardi di euro la soglia della finanza regionale locale: o sono 14 miliardi di meno di servizi o sono 14 miliardi in più di tasse. Vogliamo toglierne uno per gli sprechi? Saranno 13 miliardi, saranno 12, ma questo sta succedendo”.

“Adesso le Regioni farebbero bene a spiegare ai cittadini di cosa si sta parlando – ha aggiunto Bersani – di quali servizi precisamente si sta parlando. Penso che nei prossimi giorni verranno fuori i temi crucialissimi che si stanno discutendo in queste ore: i trasporti pubblici locali, gli interventi per le piccole imprese, i servizi per la ricerca, la non autosufficienza, i servizi sociali, gli interventi sull’ambiente. Noi abbiamo le nostre proposte, garantiamo i tempi e garantiamo 24 miliardi di euro. Volete guardare le nostre proposte? C’è un modo diverso di fare questa manovra, abbiamo scritto dove andare a prendere i soldi e dove metterli in modo diverso. Certo, se si va avanti a colpi di fiducia e non si riesce mai a discutere, il problema diventa serio”.

La protesta dei diplomatici. I diplomatici italiani annunciano per il 26 luglio uno sciopero contro la manovra economica, della quale “non possono accettare quei tagli, alle risorse ed al funzionamento della loro carriera di servitori del Paese, che di fatto preludono allo smantellamento della Farnesina”. Lo annuncia un comunicato del Sindacato Nazionale Dipendenti Ministero Affari Esteri (Sndmae).”I diplomatici e tutti i lavoratori della Farnesina sono impegnati – si legge nel comunicato in cui si annuncia lo sciopero – a promuovere l’internazionalizzazione delle nostre imprese e ad appoggiarle quando investono e quando partecipano a gare e commesse. Senza l’impegno dei diplomatici, ci sarebbero meno posti di lavoro in Italia e meno ricchezza per il nostro Paese, le cui aziende hanno ormai – e devono avere, per vivere e prosperare – come orizzonte i mercati mondiali. Il Ministero degli Esteri, i diplomatici che dirigono le sedi all’estero e gli uffici a Roma, tutto il personale della Farnesina devono essere sostenuti perché il risultato del loro lavoro viene toccato con mano dagli italiani. Dagli italiani che scommettono sul mondo e da quelli che vogliono conoscerlo, e che la Farnesina non lascia soli in caso di crisi. Il Ministero degli Esteri, ricordiamolo, produce molto più di quanto costi al Paese”.

E quella delle associazioni culturali. Federculture, Civita, Fai, Italia Nostra, Legambiente e WWF hanno diffuso oggi una lettera aperta, indirizzata al premier, al ministro per i Beni culturali e al ministro dell’Economia, nella quale si sottolinea che “l’Italia è a rischio recessione culturale”, e che i tagli operati dalla Finanziaria mettono in discussione “la tutela e la promozione del nostro patrimonio culturale e ambientale, sancita dall’art.9 della Costituzione”, e penalizzano “un settore vitale che contribuisce positivamente all’economia del Paese, con conseguenze negative sulle possibilità di uscita dall’attuale crisi e sulle prospettive di una futura e duratura crescita”.

“La riduzione del 50% delle risorse destinate agli istituti culturali – si legge ancora nella lettera – quasi fossero tutti enti inutili, senza l’individuazioen di criteri o parametri oggettivi che valutino l’effettiva esistenza di sprechi, decreterà un ulteriore e indiscriminato abbassamento dell’intervento pubblico per la cultura, che mette ormai a rischio quantità e qualità dei servizi culturali nel Paese”.

Quote latte, la Ue: “Italia a rischio infrazione”. Se l’emendamento alla manovra sulle quote latte “dovesse essere adottato, la Commissione sarebbe costretta ad avviare la procedura appropriata ai sensi del Trattato”, scatterebbe cioè la procedura d’infrazione. Lo scrive il commissario europeo all’Agricoltura Dacian Ciolos in una lettera al ministro delle politiche agricole Giancarlo Galan, aggiungendo di appoggiare “pienamente la netta posizione” espressa da Galan in materia. Ieri in commissione al Senato è passato per un voto un emendamento che prevede lo slittamento a fine anno (dal 30 giugno) della restituzione delle multe da parte degli agricoltori, sulle quote latte.

da www.repubblica.it