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Salta per i disabili il tetto di venti alunni per classe

Per favorire l’integrazione degli alunni con disabilità, il nostro sistema prevede due forme di intervento tra di loro integrate: l’assegnazione di docente di sostegno per un tempo rapportato alla gravità dell’handicap e la riduzione del numero complessivo di alunni fino ad un massimo, di norma, di venti unità. Per quanto riguarda la formazione delle classi, dall’anno scorso, per effetto del Regolamento sulla rete scolastica (dpr 81/2009) è stato ripristinato il limite di venti alunni, a cominciare gradualmente dalle prime classi: Le classi iniziali delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado, ivi comprese le sezioni di scuola dell’infanzia, che accolgono alunni con disabilità sono costituite, di norma, con non più di 20 alunni.

Un emendamento approvato in Commissione Bilancio al Senato sembra riportare, però, indietro tale disposizione, in quanto consente di derogare da tale limite numerico.

A lanciare l’allarme per tale intervento sono stati i parlamentari di opposizione che ha così commentato l’emendamento “Con una mano il governo raccoglie, pur con ritardo, le giuste proteste degli invalidi sulle pensioni e sugli assegni d’accompagnamento, con l’altra torna a colpire tra i disabili i più deboli tra i deboli: i bambini, i ragazzi e il loro diritto a imparare e a crescere nelle scuole insieme ai loro coetanei”.

La posizione del PD è stata espressa dalla senatrice Mariangela Bastico e dalla deputata Manuela Ghizzoni, per le quali “L’emendamento approvato in commissione Bilancio dalla maggioranza rende sempre più difficile una positiva integrazione scolastica, perché stabilisce infatti che è sempre possibile derogare, superandolo, al vincolo dei venti alunni per classe in presenza di uno studente disabile”.

Secondo le parlamentari gli effetti di questa norma renderebbero difficile l’inserimento scolastico, perché collegati con altre due negative ‘innovazioni’ della manovra Tremonti: il numero massimo, un vero ‘tetto’, degli insegnanti di sostegno, già giudicato incostituzionale da una recente sentenza della Corte, e il fissare criteri più rigidi per la certificazione dell’invalidità per l’attribuzione dei docenti di sostegno.

da Tuttoscuola 14.07.10

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“Disabili, forti proteste per la “miope” sparizione del tetto di 20 alunni a classe”, di Alessandro Giuliani

Sembra destinato a rimanere in vita solamente un anno il ripristino del limite massimo di 20 alunni nelle classi dove sono iscritti alunni disabili: come da noi annunciato, per eludere il provvedimento, introdotto nel 2009 attraverso l’art. 5.2 del Dpr 81, la Commissione Bilancio del Senato ha incluso nel maxiemendamento della manovra Finanziaria (che dovrebbe passare nelle prossime ore attraverso il ricorso al voto di fiducia) una correzione (voluta dai senatori Esposito e Latronico, del Pdl) che prevede una deroga all’attuale limite di alunni complessivi iscritti alle prime classi frequentate da alunni con disabilità. Appena appreso dell’inattesa modifica, da associazioni e partiti sono partite forti critiche. Ad iniziare dagli organismi che difendono i diritti dei disabili, già scesi in piazza la scorsa settimanaa causa del paventato innalzamento della percentuale di invalidità che dà diritto all’indennità di accompagnamento. Quando sembrava che l’alzata di scudi avesse prodotto la cancellazione di quest’ultima volontà del Governo, presente nella prima versione della stessa manovra, ecco ora giungere l’addio al “tetto” di 20 alunni per classe in presenza anche di un solo disabile. Secondo Pietro Vittorio Barbieri, presidente Fish, “la prospettiva reale è quella di classi sempre più sovraffollate che mettono a rischio la qualità stessa dell’istruzione e dell’inclusione scolastica. Un atto, quindi, gravissimo che colpisce, ancora una volta, i più deboli. Un danno che riguarda tutti i bambini, siano essi disabili o meno”. Secondo il presidente dell’associazione pro-disabili quella del Governo è una mossa a dir poco miope, che alla lunga non porterà benefici economici. Anzi, alla luce della piuttosto recente sentenza della Corte Costituzionale, che abbatte limiti al numero di insegnanti a supporto degli alunni con difficoltà nominabili in caso di necessità, se le classi sono sovraffollate “i docenti – sostiene Barbieri – non potranno seguire con attenzione i bambini con disabilità e questo causerà un’impennata nella richiesta di insegnanti sostegno. E di fronte agli eventuali rifiuti vi sarà un fiorire di ricorsi al giudice, nei quali le amministrazioni scolastiche, come avviene ormai in ogni dove, saranno soccombenti. Un contenzioso che causerà un aumento di costi ben superiore ai risparmi previsti”.

Di “ennesimo ‘colpo di mano’, ma anche piuttosto vacillante ed improvvisato sotto il profilo del calcolo economico” parla anche Giovanni Pagano, presidente Fand: l’emendamento “se approvato definitivamente – sostiene il rappresentante dell’associazione – non potrà che creare disagio ai bambini e alle loro famiglie e rendere ancora più devastato un sistema scolastico già messo a dura prova da tagli e misure restrittive. Senza nessun risparmio effettivo. Quell’emendamento – conclude Pagano – va ritirato, abrogato, soppresso nell’interesse di tutti. Compreso del Ministero dell’economia”.Della volontà del Governo di cancellare il limite dei 20 alunni si è occupato pure il Partito democratico: la senatrice Mariangela Bastico e la deputata Manuela Ghizzoni, attraverso un comunicato congiunto, hanno dichiarato che “l’emendamento approvato rende sempre più difficile una positiva integrazione scolastica”. Secondo Antonio Ferraro, responsabile nazionale politiche sociali Prc-Se, si tratterebbe “dell’ennesimo atto maldestro e improvvisato di questa maggioranza, che andrebbe a colpire un sistema scolastico già tartassato da tagli e ridimensionamenti: chiediamo pertanto che l’emendamento venga ritirato nel rispetto di tutti i bambini, disabili e non, e che finisca – ha concluso Ferraro – questa ‘carneficina’ ai danni di diritti e persone”.

Tecnica della Scuola 14.07.10

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