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Aznavour canta Berlusconi. O il contrario?

Dalle guglie del Duomo di Milano, Silvio si riappacifica con 500 milanesi dopo l’attentato subito mesi fa. Un concertone da 2000 euro a biglietto, ma a fin di bene…
Berlusconi, premier premiato del premio Grande Milano (sciogli lingua) con queste motivazioni: “Statista di rara capacità, conduce con responsabilità e lucida consapevolezza il Paese verso un futuro di donne e di uomini liberi che compongono una società solidale fondata sull’amore, la tolleranza e il rispetto per la vita”. E ancora, “con straordinaria lungimiranza e capacità ha reso Milano, la sua amata città, grande in Italia e nel mondo”. “Ha scelto di dare il proprio contributo mettendosi con coraggio a servizio del Popolo italiano perseguendo la sua missione di libertà”. E per finire: “Personalità dallo straordinario carisma, è amato da tanti italiani perché uomo tra la gente e con la gente, della quale ha compreso i bisogni più profondi sapendo interpretarne le aspettative”.

Basterebbe questo inizio per dar senso a completare una nuova puntata polemista. Difficilmente le parole di Guido Podestà, presidente della Provincia di Milano che conferirà il premio a Silvio, potrebbero trovare un’alternativa linguistica talmente aulica ed elevata. Dovremmo scomodare Dante o Shakespeare i quali, forse, non avrebbero saputo fare di meglio. O, sicuramente, non avrebbero voluto.

Podestà avrà convocato i poeti di Milano per scrivere le motivazioni o, più semplicemente, scelto tra i pensierini all’interno dei Baci Perugina?

Sembra che il suo capo di Gabinetto abbia sudato le fatidiche 7 camicie per evitare la dicitura l’amore è l’apostrofo rosa tra le parole “ti” e “amo”. Voci di corridoio parlano di una furiosa litigata per scrivere le motivazioni del premio: “Guido, so bene che ami il tuo domine, magnifico padrone delle terre brianzole, ma se apertamente scriviamo “ti amo” poi Emilio Fede viene qui a Palazzo Isimbardi (sede della Provincia ndr) e ci fa una scenata di gelosia, ci scatena contro le meteorine e, per finire, storpia il tuo cognome in Protestà, Podestì o Pederstà”.

Convocata anche la maestrina Mariastella Gelmini per correggere la grammatica e la metrica del dettato, le cose andarono peggiorando. Podestà era intransigente sulle parole “bello tra i belli”, “lunga chioma adorata dai parrucchieri”, “cerone dorato”. La Gelmini voleva “capitano mio capitano”, “amor ch’a nullo amato amore amar perdona”, “Oh, ma quale luce irrompe da quella finestra lassù? Essa è l’oriente, e Giulietta è il sole”.

“Chi è sta Giulietta?” Ringhiò Podestà. “Basta con queste storie di ragazze che ronzano attorno al mio Signore”. Invano MaryStar provò a convincerlo che Giulietta, oltre ad un’Alfa Romeo, era la protagonista di una tragedia di Shakespeare. Dopo tre ore di consiglio, grazie all’apporto esterno di Gennaro Gattuso, riuscirono a sdoganare i soli “un capitano, c’è solo un capitano, un capitaaaanooo, c’è solo un capitanoooo” e “segna sempre lui, segna sempre lui…si chiama Silvio…”.

Ma non era finita qui. Per festeggiare il premio Grande Milano organizzarono anche un concerto ma, in mancanza di artisti meneghini vicini al premier, scongelarono il grande Charles Aznavour (classe 1924). Del resto Apicella era in tour a Castellammare di Stabia e i milanesi non avrebbero capito il classico “Suè Suè Suè. Tutt’o’ munno abballa nzieme a’ ttè. Suè Suè Suè”. Era un rischio!

E per finire e dare un senso alla splendida giornata, ci fu la riappacificazione del premier con la città, i suoi abitanti e la sua piazza principale. Berlusconi venne spedito sulle guglie più alte della cattedrale, vicino alla Madonnina che lo aveva protetto dal gesto vile e sconsiderato di uno psicolabile qualche mese fa. Proprio vero, in alto tra “la gente e con la gente”. Un pienone tra le guglie, solo posti in piedi o al massimo volanti, lanciandosi da un elicottero dell’Esercito.
Amato tra la folla, smisurata, che ha pagato 2000 euro per assistere al concerto di Aznavour. Sold out! Neanche gli U2 avevano staccato tanti biglietti!

Quattrocento persone, ricchi, esclusi gli invitati portoghesi ad applaudire la guglia più bella, alta e marmorea che riusciva ad offuscare la Madonnina.

Il Polemista

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