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"Provvedimento ancora deforme anche chi è a destra voti contro", intervista a Dario Franceschini di Giovanna Casadio

Franceschini: tolto il bavaglio, restano i favori ai criminali. Nonostante le modifiche questa legge va ritirata, perché è pericolosa. Senza inciuci: chi nel Pdl o nella Lega ha a cuore la legalità si unisca a noi. Perché il governo insiste? Viene da pensare che l´obiettivo vero fosse proprio di intralciare le indagini contro la corruzione e la criminalità
«Chi ha a cuore la legalità nel Pdl e nella Lega, si faccia sentire: la legge-bavaglio va ritirata». Nessuna accondiscendenza nonostante le modifiche. Per Dario Franceschini, il capogruppo del Pd alla Camera, la battaglia continua.
Il bavaglio della legge sulle intercettazioni si è allentato, onorevole Franceschini, a parte il colpo di coda della norma salva-P3?
«Non è solo questione della norma salva-P3. Sin dall´inizio la legge-bavaglio è stata criticata nella sua gravità per due aspetti, legati e però diversi. Primo, perché metteva il bavaglio alla libertà di stampa; secondo, per gli ostacoli all´uso delle intercettazioni per combattere la criminalità. Ora, per quanto riguarda la libertà di stampa, grazie alla mobilitazione civile, al nostro lavoro parlamentare di opposizione e anche all´azione della relatrice, la finiana Giulia Bongiorno, il provvedimento è stato migliorato. Ma resta intatta la pericolosità sul secondo aspetto, che è forse ancora più grave, e cioè gli ostacoli all´azione di magistrati e forze dell´ordine per individuare reati e colpevoli».
Berlusconi ha giustificato il bavaglio in nome del diritto alla privacy. Non crede che qualche ragione ce l´abbia?
«È un´interpretazione semplicistica e fuorviante quella secondo cui in fondo avrebbe voluto questa legge per impedire la pubblicazione di intercettazioni imbarazzanti. Lui stesso si è lamentato che con le ultime modifiche quella che chiama privacy non è più garantita. Allora mi chiedo: perché governo e maggioranza vanno avanti su questa legge se non serve più per l´obiettivo dichiarato? Perché fare approvare delle norme che mettono a rischio la capacità di effettuare indagini efficaci contro la corruzione e la criminalità? Viene da pensare che l´obiettivo vero fosse proprio di intralciare le indagini».
Quali sono tuttora le deformità della legge?
«Cito alcuni punti di gravità assoluta. Il giudice che autorizza le intercettazioni è un giudice collegiale con sede presso la Corte d´Appello. Cosa vuol dire? Renderle più difficili perché per decidere se fare un´intercettazione o una proroga bisogna riunire un collegio di tre persone in una città magari lontana».
E le altre storture?
«La norma salva-P3, cioè l´abolizione dell´articolo 13 della legge Falcone. Inoltre, per disporre le intercettazioni ambientali occorre che un´attività criminosa sia già in corso: posso intercettare un ambiente frequentato da criminali non più per cercare prove ma solo per confermarle. Altro paradosso: se da un´intercettazione emerge ad esempio, che una persona sequestrata è in un certo luogo, il pm deve depositare l´intercettazione in Corte d´Appello prima della perquisizione, mettendo così a repentaglio addirittura la liberazione dell´ostaggio. Perciò faccio un appello alla Lega ma anche al Pdl, a quei parlamentari che hanno fatto della sicurezza dei cittadini una bandiera. Come possono fare approvare una legge che finisce di fatto per favorire i criminali? Finito il lavoro in commissione Giustizia, chi ha a cuore la legalità, unisca la propria voce alla nostra, senza inciuci, e chieda il ritiro di questa legge o il rinvio a settembre per vedere se si possono correggere ancora le distorsioni».
Però i Democratici in commissione hanno votato a favore della proposta del governo per ridurre i vincoli alla pubblicazione?
«Quella proposta andava incontro a quanto ha chiesto la Fnsi. Noi stiamo provando a bloccare l´approvazione della legge-bavaglio ma abbiamo detto che ci saremmo impegnati a ridurre il danno. Sulla libertà di stampa così è avvenuto».
Se non ci fosse stata la mobilitazione della società civile – cominciata con gli appelli degli editori, promosso da Laterza e Mauri, e di Repubblica che ha innescato la protesta del popolo dei post-it – il Pd non sembrava pronto a contrastare il disegno berlusconiano.
«Non è vero, ci siamo opposti duramente sin dal primo momento. Naturalmente quando si accendo i riflettori dei media, il lavoro dell´opposizione acquista più forza» .
Il presidente Napolitano ha lodato la dialettica parlamentare che ha permesso le modifiche sulle intercettazioni.
«Sono d´accordo. È ciò che ha portato a migliorare la parte del bavaglio, ma resta tutta aperta la battaglia sulle intercettazioni come strumento di indagine».
Ci sono trattativisti nel suo partito?
«No».

La Repubblica 24.07.10