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”Centro Documentazione Donna, basta demagogia” Lettera aperta di Manuela Ghizzoni ad Andrea Leoni

Alla ricerca di un facile plauso, il consigliere Leoni parte lancia in resta nel denunciare le risorse erogate dal Comune di Modena al Centro Donna (28.335 euro) come un deprecabile spreco e nell’invocare lo storno delle medesime risorse ad asili e case protette.
Ma è davvero uno spreco sostenere chi porta avanti la ricerca sui temi della differenza di genere e delle pari opportunità tra uomo e donna? Forse al consigliere sfugge il divario retributivo, nella carriera professionale e nel protagonismo sociale e politico che ancora oggi si registra nel nostro Paese tra uomo e donna? Forse il consigliere dimentica il dilagare dello stalking e la recrudescenza di femminicidi, su cui si è impegnata anche la ministra Carfagna? Evidentemente per Leoni è superfluo che a Modena esista – anche grazie al contributo del Comune – un luogo che con la propria attività di ricerca e formazione contribuisce ad affermare che la dignità della donna è punto qualificante della dignità umana. E proprio perché in momenti di crisi le fragilità umane emergono con vigore, anche attraverso la negazione di diritti acquisiti e di traguardi raggiunti, si deve continuare a sostenere quelle strutture territoriali che assicurano alle donne attenzione e rispetto.
Per instillare l’idea che il Centro sia un “covo” ben orientato politicamente, Leoni non rinuncia poi a mistificare la realtà, dimenticando di citare la partecipazione di autorevoli rappresentanti del centrodestra (Bertolini, Severi, Zagnoli, Orlandi) a diversi appuntamenti organizzati dal Centro, che non è mai venuto meno al rispetto della pluralità delle opinioni. Forse propugnare una realtà deformata è abito comune nel centrodestra, ma di certo così si fa tradimento all’onestà intellettuale.

Palese è poi il fastidio del consigliere Leoni agli studi che il Centro Donna ha dedicato al contributo delle donne alla Resistenza. Oltre ad un ovvio pregiudizio per un fenomeno, quello resistenziale, su cui poggiano saldamente i valori della Carta Costituzionale, Leoni pare ignorare che la Resistenza rappresenta uno dei tornanti fondamentali nella conquista dei diritti sociali, politici e civili da parte delle donne. Ma forse è proprio questo che non piace a Leoni.

Infine, sulla proposta di investire – come sempre ha fatto Modena – nei servizi alla persona, come auspica Leoni, ci aspettiamo allora un impegno dall’autorevole esponente del PDL per convincere il Governo a cambiare la manovra, che taglia i trasferimenti agli enti locali e azzera il Fondo per la non autosufficienza: evidentemente, la coerenza tra annunci e azione politica non è il suo forte”.

La Gazzetta di Modena 25.07.10

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