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L’on. Manuela Ghizzoni commenta i dati relativi all’economia carpigiana e interviene sulla manovra alla Camera in questi giorni.

“Serve una politica industriale anticiclica e non una manovra che punisce solo i ceti più deboli e gli enti locali e non prevede nessuna misura per crescita e sviluppo”.
“I dati forniti dalla Giunta in questi giorni – ha dichiarato la parlamentare Manuela Ghizzoni, commentando le dichiarazioni in Consiglio comunale dell’assessore Morelli – collocano anche Carpi negli scenari nazionali e internazionali, decisamente critici”.
L’assessore all’Economia Simone Morelli, rispondendo a un’interrogazione del consigliere Marco Bagnoli, ha sottolineato infatti come il tasso di disoccupazione a Carpi sia in crescita, soprattutto tra i giovani e le donne, così come il ricorso alla cassa integrazione. Nel primo trimestre 2010 le imprese cessate sono state più di quelle avviate: quelle attive sono risultate 1632 contro le 1695 del primo trimestre 2009.

“Il Comune, nonostante le riduzioni dei trasferimenti di questi anni, ha approntato tutte le misure possibili, in particolare nel campo della formazione e agendo sul sostegno al credito – afferma la deputata carpigiana – ma è evidente che la crisi va combattuta con politiche nazionali anticicliche”.

“La recessione che ha colpito l’economia mondiale, innescata dalla crisi finanziaria esplosa nell’agosto del 2007, è eccezionale per entità, rapidità e diffusione – spiega Ghizzoni – ma gli altri governi, nell’ambito di interventi economici pur pesanti hanno comunque avviato politiche per la ripresa investendo anche nella scuola e nell’università, mentre in Italia la manovra che arriva in questi giorni alla Camera è priva di qualsiasi progetto per il futuro del Paese, poiché non prevede alcuna misura per crescita e sviluppo, ma impone solo tagli ai danni dei più deboli”.

“Ci sarà peraltro impedito di discuterla perché verrà blindata con la fiducia – conclude la deputata – e le nostre proposte non verranno nemmeno prese in considerazione. Non contestiamo la necessità della manovra ma la sua iniquità che ne fa ricadere il peso solo sui ceti più deboli, gli enti locali ed il mondo del lavoro”.

“Abbiamo avanzato una serie di emendamenti volti a orientare la manovra nel senso di una maggiore efficacia, equità e capacità di sostenere la crescita dell’economia. Ad esempio, le nostre proposte vogliono contrastare l’attacco del Governo sferrato contro la scuola e l’università e contro i loro lavoratori, anche precari, e prevedono interventi strutturali per la ricerca e il trasferimento tecnologico, quali il credito d’imposta per le imprese che investono in questi settori e il rifinanziamento del fondo istituito dal Governo Prodi a vantaggio della ricerca di base e applicata per l’innovazione di prodotto e di produzione. Provvedimenti che per il nostro distretto sarebbero fondamentali (pensiamo alla crisi della meccanica) – continua Ghizzoni – E’ possibile migliorare i conti pubblici e allo stesso tempo stimolare la crescita: ma per farlo, oltre alle misure di sviluppo, è necessario riformare la politica fiscale, per ridurne il peso sui contribuenti deboli e quelli leali e per rendere efficace la lotta all’evasione fiscale”.
“Allo stesso tempo è necessario alleggerire la manovra su Comuni e Regioni, attraverso una più rigorosa azione di contenimento della spesa dello Stato centrale e ricavare così risorse anche per sostenere lo sviluppo – conclude Ghizzoni – di tutto questo non ci sarà traccia nella manovra perché è mancato ogni confronto e verrà fatta ingoiare ai deputati ed al Paese con l’ennesimo ricorso alla fiducia”.