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La crescita di un Paese passa anche attraverso un incremento del lavoro femminile

A Roma seminario Pd sulle donne, crisi e futuro del Paese. Bersani: “Il berlusconismo è segno di regressione maschilista, serve una nuova battaglia. Si alle quote rosa, ma non possono valere solo nel Partito, proponiamole al Paese”
Si è svolto a Roma presso la sede nazionale del Pd, il seminario: “Le donne, la crisi e il futuro del Paese”. Ha aperto i lavori la responsabile Salute e Conferenza delle donne della Segreteria nazionale del Pd, Roberta Agostini. Ha dato un importante contributo al dibattito, tra gli altri, anche il Segretario del Pd Pier Luigi Bersani.

Presenti al convegno: Rosy Bindi, Presidente del Partito democratico, Cecilia Carmassi, Responsabile delle politiche della famiglia e del terzo settore del Pd, Giovanna Altieri, direttrice Ires, Linda Laura Sabatini, direttrice Istat, Annalisa Vittore, giuslavorista, Laura Pennacchi, economista, Stefania Scarponi, docente dell’Università di Trento.

Hanno partecipato inoltre al seminario molte parlamentari Pd, amministratrici ed esponenti sindacali dell’associazionismo e del territorio.

Roberta Agostini ha introdotto il seminario sulle donne, partendo dalla crisi economica italiana e dalle misure errate che il governo vuole mettere in atto per sanarla. “Questa è una manovra iniqua e sbagliata, iniqua perché i sacrifici per rimettere i conti a posto li faranno quelli che li hanno sempre fatti. Ed è sbagliata perché si tratta di tagli che non hanno una dimensione strutturale e di crescita nei settori strategici”.

“Noi – ha dichiarato Agostini – come Partito democratico, ci stiamo impegnando per cambiare la manovra, in diverse sedi, in Parlamento come nella società: attraverso iniziative, incontri, manifestazioni pubbliche, raccogliendo la voce delle categorie colpite che stanno protestando, fino alle proteste di regioni ed enti locali che dovranno tagliare i servizi essenziali ai cittadini”.

“Crediamo che la strada per uscire dalla crisi non sia quella di colpire il welfare, ma piuttosto rilanciare gli investimenti sociali, che devono entrare nelle politiche anticrisi”. “Tra gli emendamenti del Pd alla manovra – ha spiegato l’esponente democratica – ce ne sono molti per sostenere le famiglie ed il lavoro delle donne in particolare. Ci sono molti autorevoli economisti che sostengono che la crescita di un Paese passi attraverso un incremento del lavoro femminile. Perché il lavoro delle donne porta maggiore reddito in casa e fa crescere occupazione e servizi”.

“Siamo tra gli ultimi Paese in Europa per occupazione femminile – ha concluso Roberta Agostini – e crediamo che questa fragilità del Paese vada affrontata al più presto ma il governo purtroppo, non sta facendo nulla in questo senso”.

Il dibattito è stato arricchito da molti interventi, con apporti contenutistici e con stimolazioni verso nuove prospettive, da parte della numerosa platea, proveniente da tutta Italia. Diverse donne, membri delle segreterie regionali e provinciali del Partito democratico del nord e sud del Paese, hanno puntato il dito verso il ruolo della donna nella società, ancora piuttosto marginale e sottovalutato, rispetto all’universo maschile, confutando con numeri e cifre che documentano disparità di trattamento economico e di livello di impiego in Italia.

Tutte a gran voce, hanno sottolineato l’importanza di accrescere il ruolo della donna in tutti i settori, e soprattutto che questo ruolo sia meglio tutelato dalle istituzioni preposte.

Bersani ha risposto alle domande delle donne democratiche, entrando subito nel cuore del discorso e fornendo anche una interpretazione sociologica, del perché la donna del post 2000 non abbia ancora, di fatto, gli stessi diritti dell’uomo.

“Nell’epoca del ‘berlusconismo’ c’è stata una regressione della visione dell’universo femminile. Si sta perdendo nelle nuove generazioni il filo logico delle battaglie del ‘900 per l’emancipazione della donna”, queste le prime parole di Bersani. “Sulle donne, la destra diffonde stereotipi”, ha valutato Il Segretario, criticando “il maschilismo” come elemento fondante dell’agire del presidente del consiglio.

Inoltre Bersani ha spronato le nuove generazioni ad una “una battaglia civica ed etica” per i diritti ed i servizi delle donne, per affrontare un “nuovo percorso di conquiste”. Dunque, ha invitato la platea ad uno scatto in questa direzione: “Se ben condotta, una battaglia su questo tema li metterebbe nei guai”.

“Io sono per il protagonismo vero delle donne non solipsistico”, ha sostenuto il leader Pd, puntando il dito contro chi candida le donne, e le fa eleggere, “perché ‘tirano’ dal punto di vista del consenso”, ma poi nello stesso tempo ne dà un’immagine che ne segna una ‘regressione’”.

“Il populismo – ha spiegato Bersani – ha bisogno di sapori forti e Berlusconi ha scelto il maschilismo come tema di fondo della sua immagine. Su questo tema dobbiamo fare una battaglia civica per contrastare le contraddizioni del centrodestra, bisogna farne una bandiera di partito ed essere così un passo avanti nel Paese”, partendo anche dalla constatazione che l’origine di questa crisi economica è nell’incedere del processo di disuguaglianze”.

“Per questo il Pd – ha aggiunto Bersani – da settembre, dovrà cominciare una battaglia in difesa della scuola e dei servizi fondamentali come gli asili nidi, l’assistenza agli anziani e alle famiglie bisognose, diritti che questa manovra sta drasticamente tagliando colpendo gli enti locali”.

Parlando poi dell’importanza del ruolo delle donne nella vita politica del Paese, Bersani ha dichiarato: “Io sono favorevole alle quote rosa e trovo bolscevico che noi ci occupiamo di quote dentro il Partito, mentre non si propongono nella società”. “Io – ha aggiunto – metto a disposizione il Pd per un progetto che ponga al Paese il tema della presenza femminile, perché in altri Paesi hanno trovato i ‘meccanismi’ per garantire uguale peso tra uomini e donne”.

Cecilia Carmassi, intervenuta subito dopo, ha evidenziato ciò su cui devono puntare le donne di oggi. “ Di fronte ad una crisi finanziaria, il nostro Paese ci dice che il welfare non conta, ma noi questo non ce lo possiamo permettere. L’obiettivo della manovra varata dal governo contro la crisi, sembra quello di scaricare sulle famiglie i costi. Ed il tutto ricade in maniera paurosa sulle donne in particolare, le quali spesso sono costrette a rinunciare al lavoro, per stare prima a casa con i bambini e poi con gli anziani, non avendo a disposizione asili nido o assistenza pubblica”. “Questa è una battaglia culturale che il Pd deve affrontare –ha sottolineato Carmassi – prima ancora che finanziaria; questa è una scommessa per le donne”.

Per finire Bersani ha auspicato che si faccia al più presto una “Conferenza nazionale delle donne”, facendo riferimento all’art 3 della Costituzione, che tratta appunto un grande tema di eguaglianza da riprendere e rispettare, e che contiene un paradigma fondamentale da tenere sempre in considerazione in politica come nella società.

Noi vogliamo ricordarvi il testo dell’articolo su citato, scritto più di 60 anni fa, ma attuale più che mai.

Art. 3 Cost.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

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