attualità, politica italiana

"Tagli continui per le forze dell’ordine", di Gianni Del Vecchio

La mobilitazione dei poliziotti non ha fatto cambiare idea al governo: restano i tagli
Questo doveva essere il governo law&order, tutto votato alla protezione dei cittadini, il peggior incubo per i criminali di ogni risma. Un governo, quindi, capace di destinare alle forze dell’ordine più mezzi, più risorse e più gratifiche. Ma da due anni a questa parte il film che abbiamo visto è completamente diverso: il ministro dell’economia ha pervicacemente ridotto i fondi a disposizione del Viminale e della Difesa.
Tagliando il tagliabile: dalla benzina delle volanti agli stipendi dei poliziotti.
L’ultimo episodio della serie riguarda la manovra che oggi la camera si appresta ad approvare in via definitiva, col ricorso all’ennesimo voto di fiducia. Fra le pieghe della relazione tecnica, infatti, si scopre che il governo si “approprierà” di 770 milioni di euro destinati al comparto sicurezza.
In particolare si tratta di quel fondo alimentato ogni anno dal 2004 per finanziare il riordino delle carriere nelle forze dell’ordine. Siccome da sei anni a questa parte la tanto agognata riforma non è mai partita (manca la legge-delega), un comma della manovra prevede che le somme non utilizzate verranno in un certo senso “soppresse” e che si ripartirà a riempire il fondo-salvadanaio solo dall’anno prossimo. Quindi quello che non è stato utilizzato viene perso definitivamente.
Un brutto colpo per gli agenti, che speravano di poter ottenere il riordino entro un paio d’anni. «Non possiamo permetterci di perdere tutti quei soldi – si lamenta Nicola Tanzi, segretario del sindacato autonomo Sap –, visto che servono a potenziare tutto il sistema della sicurezza.
Abbiamo già scritto al ministro Brunetta per capire che fine faranno quei fondi, ma finora non abbiamo avuto risposta.
Quindi posso anticipare che a breve apriremo un contenzioso con la maggioranza, che se volesse potrebbe risolvere la questione in maniera molto semplice e cioè facendo finalmente la riforma delle carriere».
I 770 milioni sono però solo la punta dell’iceberg di quanto hanno dovuto subire poliziotti, carabinieri e gli altri uomini in divisa. Per limitarci solo alla manovra di quest’anno, tutto il comparto sicurezza s’è dovuto sorbire tagli lineari del 10 per cento.
Il che significa meno mezzi, meno soldi per gli straordinari, meno poliziotti in strada per presidiare il territorio. Ma non solo. Come gli altri dipendenti pubblici, anche gli agenti vedranno il loro contratto bloccato per tre anni, e già ora è fermo al 2007. Senza dimenticare il blocco del turn over (solo parzialmente derogato), con la conseguenza che l’età media nei prossimi anni aumenterà sempre più. Insomma, quanto basta per giustificare il malumore strisciante nei confronti di maggioranza e governo che si respira nelle questure e nelle caserme. L’unica cosa che in questi giorni i sindacati di polizia sono riusciti a ottenere (e solo dopo essere scesi in piazza ed essere andati in tv) è un ordine del giorno che oggi il governo dovrebbe allegare alla manovra. Un provvedimento che dovrebbe almeno salvare gli avanzamenti di carriera e gli assegni di funzione (una specie di scatto d’anzianità legato però alla bravura del poliziotto). Tutto merito però di un inedito asse fra Fini e l’opposizione. Sia il presidente della camera che i vari Bersani, Casini e di Pietro si sono molto spesi affinché la maggioranza presentasse l’odg-cerotto.

da Europa Quotidiano 28.09.10