attualità, politica italiana

"La cricca abruzzese", di Luigi Lusi

Ore 6,53, stazione di Avezzano (Aquila), cuore della Marsica e dei conservatori della Destra. Ieri l’altro hanno arrestato tre noti esponenti locali del Pdl, un’assessore regionale del Pdl (figlia del più noto degli esponenti arrestati) si è dimessa: dicono i più informati, per evitare di essere arrestata.
Il giornalaio della stazione è chiuso, quello nella piazza antistante pure. Ma quando li vendono i giornali? E quando li potranno comprare i pendolari? E, quindi, quando sapranno? Due anni dopo gli arresti di Del Turco e la decapitazione della giunta di centro-sinistra (il processo dibattimentale non è ancora iniziato…), sul marciapiede quasi un centinaio di pendolari (è l’unico treno che arriva a Roma Termini, sic) che si conosce da sempre attende il treno per Roma. Qualcuno mi riconosce e (poco dopo le 6 e mezzo di mattina) si stupisce di vedere un senatore che prende il treno e sussurra un: «Buongiorno senatore».
Salgo sul treno: alle 9 la commissione bilancio in senato vota i pareri sugli emendamenti al piano antimafia.
Ho passato la notte a leggere, leggere.
So tutto quello che è lecito sapere sugli arresti e mi concentro sulla marea di lavoro che straborda dalla mia borsa, ma le mie orecchie, nonostante le sole 3 ore di sonno, sentono tutti i commenti nel vagone, non si parla d’altro: «Hanno distrutto l’Abruzzo, se so magnati tutto!». Gli fa eco un passeggero: «Hanno fatto bene, signò». E lei di rimando: «Allora sì magnato pure tu!» E lui: «Magari!».
All’amarezza della conferma di una classe politica che non onora l’orgoglio e la fatica che trasuda storicamente da questa terra, si aggiunge quel senso tutto berlusconiano del meglio furbi che fessi, propedeutico a quel drammatico sono tutti uguali che uccide le aspirazioni alla civile convivenza di ogni cittadino onesto.
La magistratura dice che stavolta sussistono tutti gli elementi della corruzione. Dalle intercettazioni sembrerebbe emergere chi esercita un ruolo di mera intermediazione ma di fatto coordina e dirige l’attività politica di terzi in contatto diretto con il presidente della regione, Chiodi, la cui attività risulta però eminentemente politica e liberamente orientata. Sembra che l’assessore regionale abbia chiesto (e ottenuto) la modifica di un’ordinanza del presidente del consiglio dei ministri per far rientrare nell’ambito dei lavori per la ricostruzione de L’Aquila una società gradita (la Abruzzo Engineering spa). La presidenza del consiglio dei ministri aveva emanato una prima ordinanza (n. 3790). L’assessore Stati Daniela, per favorire la Abruzzo Engineering spa, aveva preso accordi con la Protezione civile per affidare una commessa di servizi all’Abruzzo Engineering s.p.a.. Pochi giorni dopo, l’ordinanza n. 3805 della presidenza del consiglio dei ministri prevede che il Genio civile si sarebbe avvalso, per l’istruttoria prevista dall’ordinanza n. 3790, del Consorzio rete di laboratori universitari di ingegneria (Reluis).
L’emanazione di questa ordinanza crea problemi all’assessore regionale perché sembra che si fosse impegnata per l’affidamento della commessa alla Abruzzo Engineering spa. Poco tempo dopo viene emanata una terza ordinanza (la n. 3808) nella quale viene inserita l’indicazione della Abruzzo Engineering in aggiunta al consorzio Reluis. Sembra che diversi protagonisti della vicenda politica locale (regionale e locale) siano stati perfettamente a conoscenza di quanto stesse accadendo. Se così fosse, ci troveremmo di fronte allo scenario di un totale ed incondizionato asservimento della funzione pubblica agli interessi del privato, invece che un consapevole, mirato ed unitario progetto utile per la comunità. L’obiettivo: far assegnare fondi ad una società amica (la Abruzzo Engineering spa), prima ancora ed indipendentemente dall’elaborazione di qualsiasi progetto utile.
L’apparente (e strumentale) sostegno in favore della forza lavoro abruzzese non è supportato da alcun progetto concreto. Emerge invece un vero e proprio sistema corrotto della politica in Abruzzo: la sistematica “deviazione” nell’esercizio della funzione pubblica è innanzi gli occhi di tutti. I favori al privato-amico sistematicamente estesi a qualunque vicenda economicamente significativa nel territorio nel quale si opera.
Sembra non risultino ulteriori elementi a carico di altri soggetti che pure hanno partecipato attivamente alla modifica dell’ordinanza in favore della Abruzzo Engineering spa e che condividono l’attività politica dell’assessore regionale perché non risultano regali o altro in loro favore.
Le allusioni, rinvenibili nelle conversazioni telefoniche pubblicate sulla stampa, fra (diversi) esponenti politici regionali e locali, sembrerebbero confermare quel drammatico sono tutti uguali. In quella provincia il Pd attende di celebrare un congresso provinciale che rinnovi una classe dirigente ormai troppo statica da almeno due decenni…
P.S. Con la finanziaria 2008 la ferrovia Avezzano-Roma aveva ricevuto 168 milioni di euro dal governo Prodi per ridurre lo spopolamento dei piccoli comuni che ingrossano l’esplosiva periferia romana, per velocizzare la tratta che per andare da Roma a Pescara (180 chilometri) impiega 4 ore (non è un errore di battitura: in campagna elettorale Berlusconi disse che l’avrebbe raddoppiata!), per far arrivare i pendolari in orario a lavoro e a casa ad ore decenti al loro ritorno.
Il primo decreto legge Berlusconi li cancellò per contribuire alla copertura del mancato gettito Ici sulla prima casa dei ricchi. A luglio 2008 la giunta di centro-sinistra viene travolta dall’arresto di Del Turco e altri assessori; a dicembre il centro-destra va al governo della Regione ma votano la metà degli elettori. Ad agosto 2010 arrestano esponenti Pdl e un assessore regionale si dimette. La ferrovia è sempre lenta, gli abruzzesi aspettano una nuova generazione di politici che pensi alle loro comunità e non a se stessi e la ferrovia è sempre lenta e in ritardo…

da Europa Quotidiano 04.08.10

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“Scandalo Abruzzo, indagini su Chiodi”, di GIUSEPPE CAPORALE

«L´inchiesta sulla corruzione negli appalti del post-terremoto è solo l´inizio…», assicura il sostituto procuratore Antonietta Picardi, il giorno dopo il nuovo ciclone giudiziario che si è abbattuto sull´Abruzzo. E lo mette nero su bianco anche il gip Marco Billi, nelle ultime pagine dell´ordinanza che ha costretto alle dimissioni l´assessore regionale alla Protezione Civile Daniela Stati: «La completezza dell´indagine – scrive il magistrato – impone ad avviso di questa autorità giudiziaria ulteriori approfondimenti. Occorre chiarire l´eventuale sussistenza di rapporti professionali tra la società Abruzzo Engineering spa e lo studio di amministrazione societaria Chiodi-Tancredi. In particolare nella conversazione numero 2409 del 28 agosto 2009 relativa al piano ideato dalla Stati (per favorire la società che poi le regalerà un diamante da 15 mila euro, ndr) Carmine Tancredi (socio di studio del presidente della Regione, ndr) fa presente alla donna che Chiodi è perfettamente a conoscenza di tutto». Non solo. Tancredi (che per gli inquirenti svolge il ruolo di consulente per la società oggetto dell´inchiesta) chiede alla Stati di informare «solo a titolo di cortesia…» anche l´assessore regionale allo sviluppo economico e vice presidente della giunta, Alfredo Castiglione. Perché, spiega Tancredi alla Stati, «Castiglione è all´oscuro di tutto…» anche se – ammette – «il competente al ramo è lui…».
Ma sul ruolo del governatore dell´Abruzzo, il gip nell´ordinanza va anche oltre. «Chiodi risulta perfettamente a conoscenza della situazione definita grave della società, e dimostra di averla aiutata indipendentemente dall´esame di un progetto concreto, augurandosi nel contempo che la stessa possa essere in grado di occuparsi fattivamente ed utilmente della ricostruzione». Infine, scrive ancora il gip, «occorrerà chiarire la natura di alcuni lavori per decine di milioni di euro commissionati di fatto ad Abruzzo Engineering dalla Regione Abruzzo ma senza alcun titolo legittimante»: non solo senza appalto, ma addirittura senza contratto. Ieri intanto è stata perquisita la sede della società oggetto delle indagini, mentre presso il tribunale dell´Aquila si sono svolti gli interrogatori delle cinque persone colpite da misure cautelari. È durato oltre tre ore e mezza l´interrogatorio di garanzia del padre dell´assessore, Ezio Stati (leader del Pdl nella Marsica).

La Repubblica 04.08.10