memoria

Anniversario di Hiroshima: Ban Ki-moon, "il disarmo è l'unico percorso assennato"

“Insieme, siamo in cammino dal ‘Ground zero’ (il luogo dell’epicentro atomico – ndr) al ‘Global Zero’, cioè verso un mondo libero da armi di distruzione di massa. E’ l’unico percorso assennato per un mondo più sicuro”. Lo ha affermato il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon partecipando stamane alla cerimonia di commemorazione del 65mo anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima. E’ la prima volta che un Segretario Generale dell’Onu prende parte, fianco a fianco con i sopravvissuti del bombardamento, alla cerimonia che dal 1947 si celebra nel Peace Memorial Park di Hiroshima. E per la prima vi ha partecipato anche un rappresentante del Governo statunitense, l’ambasciatore John Roos: un chiaro segnale verso una prossima visita del presidente Obama al Giappone.
Nel suo discorso, il Segretario Generale dell’Onu ha ricordato i recenti progressi sulla via del disarmo nucleare, evidenziando il contributo dato dalle nuove leadership a livello mondiale, il rinnovato impegno da parte del Consiglio di Sicurezza e il forte sostegno della società civile. “Il nostro momento è arrivato” – ha detto Ban – richiamando il prossimo appuntamento alla Conferenza sul Disarmo che si terrà in settembre al Palazzo di Vetro. Un impegno – quello del disarmo nucleare – sul quale il Segretario Generale si sta spendendo con costanza in prima persona.

“Il disarmo nucleare viene spesso considerato come un sogno. Siamo chiari: l’unica garanzia per la nostra sicurezza e l’unica protezione per impedire l’uso di tali armi è la loro eliminazione” – ha affermato Ban Ki-moon in un messaggio trasmesso nei giorni scorsi ai partecipanti alla Conferenza di Hiroshima sul tema dell’abolizione totale delle armi nucleari entro il 2020. Il Segretario Generale in quella sede ha sollecitato l’impegno di tutti i dirigenti politici “in particolare quelli dei paesi che dispongono del nucleare” a “intensificare i propri sforzi, a lavorare insieme fino al giorno in cui non avranno altra scelta che conformarsi alla volontà dei popoli di un mondo libero dal nucleare”.

Ban Ki-moon si è anche complimentato con l’operato dell’associazione ‘Mayors for Peace’ (Sindaci per la pace) – istituita nel 1982 dai sindaci delle due città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki colpite da bombe atomiche dagli Stati Uniti nel 1945 – che oggi raggruppa 4000 centri urbani di 143 paesi nel mondo. “Oggi la maggioranza della popolazione mondiale vive in città, per cui se i sindaci sono uniti allora è il mondo intero ad essere unito” – ha sottolineato il responsabile Onu.

Ban Ki-moon ieri ha visitato Nagasaki, la città colpita dalla bomba atomica il 9 agosto 1945, dove ha incontrato una rappresentanza di hibakusha, le persone che subirono le radiazioni dei bombardamenti atomici, di cui ha definito “ispiratrice” “la dedizione nell’impiegare la propria esperienza per promuovere la pace e il disarmo”. A marzo del 2009 il governo giapponese ha riconosciuto l’esistenza di 235.569 hibakusha a cui lo Stato riconosce una sovvenzione mensile di 140mila yen per le cure mediche degli effetti delle radiazioni. Questi sopravvissuti hanno dovuto vivere per anni nella paura e nel silenzio a causa di una forte discriminazione nei loro confronti: per lungo tempo si è creduto erroneamente che le malattie di cui soffrivano, a causa delle radiazioni, fossero contagiose. Anche i loro figli, anche se nati dopo la guerra, difficilmente trovavano lavoro e molti, per poter avere una vita sociale normale, dovettero negare di essere figli di hibakusha.

Ban Ki-moon a Nagasaki ha anche sostato al monumento che la città ha dedicato alle vittime coreane del bombardamento atomico: furono 2mila a Nagasaki e 20mila a Hiroshima le persone di nazionalità coreana che perirono nelle due città giapponesi a seguito dei bombardamenti atomici. Una vicenda, quella dei “deportati coreani in Giappone” durante il periodo dell’invasione giapponese in Asia che rimane tuttora come una ferita aperta nelle relazioni tra i due paesi. Ricordando anche il monumento dedicato alle vittime coreane a Hiroshima, Ban Ki-moon ha affermato che “come coreano sono profondamente grato alle due città per aver ricordato le vittime con questi tributi”.

E in una cerimonia tenuta alla cattedrale cattolica di Urakami di Nagasaki, vicinissima all’epicentro dello scoppio dell’atomica, Ban Ki-moon ha ribadito infine che “La visita ha rafforzato la mia convinzione che queste armi devono essere messe fuorilegge, sia da una convenzione sulle armi internazional sia da una cornice di strumenti che si rafforzino reciprocamente”.

Il 6 agosto del 1945, alle ore 8.16 locali, gli Stati Uniti sganciarono una bomba atomica sulla città giapponese di Hiroshima. Fu la prima atomica a essere utilizzata durante la Seconda Guerra Mondiale e causò circa 130mila morti e 180mila persone sfollate. Tuttavia, a causa delle radiazioni, negli anni successivi morirono altre 285 mila persone. Tre giorni dopo con una seconda bomba atomica fu colpita Nagasaki causando circa 80 mila morti. Gli Stati Uniti non hanno mai, ufficialmente, fatto alcun passo indietro su quella scelta e dal dopoguerra nessun membro in carica dell’Amministrazione Usa ha preso parte alle commemorazioni del bombardamento.

A seguito della vittoria dei Democratici alle ultime presidenziali e della nuova politica estera inaugurata dal Presidente Barack Obama si sono però visti dei cambiamenti anche su questo spinoso problema: due anni fa Nancy Pelosi, la speaker della Camera dei Rappresentanti, è stata il primo rappresentante istituzionale a recarsi in visita al Memoriale della Pace di Hiroshima. E stamane l’ambasciatore Usa a Tokyo, John Roos, – che già aveva visitato il Peace Memorial poco dopo la sua nomina – è stato il primo rappresentante ufficiale del governo americano alle commemorazioni di Hiroshima.

L’ambasciatore ha deposto a nome del Governo americano una corona di fiori per esprimere – come ha sottolineato ha detto il Dipartimento di Stato a Washington – “il nostro rispetto per tutte le vittime della Seconda Guerra Mondiale”. Si tratta di un passo che prelude e prepara la visita in Giappone del Presidente Obama, la cui data non è ancora chiara, ma che avrà una portata storica. Alla cerimonia odierna Memoriale della Pace di Hiroshima oltre al rappresentante del governo degli Stati Uniti, hanno partecipato anche i doplomatici di altre due potenze nucleari, Gran Bretagna e Francia.

In Italia, per commemorare l’evento delle due bombe atomiche sul Giappone e per sensibilizzare la cittadinanza sull’urgenza della messa al bando delle armi nucleari, l’associazione ‘Beati i costruttori di pace’ ha indetto la seconda edizione di ‘Pace in Bici’. L’iniziativa che prende il via oggi fino al 9 agosto si snoda in un percorso a tappe in bicicletta tra Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone). Si tratta di due città nelle cui basi militari sono presenti ordigni nucleari: “Con la nostra iniziativa intendiamo collegare le due città incontrare la popolazione e stimolare i mezzi di informazione per far prendere coscienza a quanti più possibili dell’urgenza e dell’importanza di giungere presto al disarmo nucleare” – ha affermato Tiziano Tissino dell’associazione ‘Beati i costruttori di pace’.

Nonostante l’Italia abbia ratificato il Trattato di Non Proliferazione nucleare (TNP), nel maggio 2008 i rapporti dell’US Air Force hanno confermato la presenza di atomiche Usa a Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone) che nell’insieme sommano una novantina di ordigni nucleari sul territorio nazionale: un fatto di cui la popolazione italiana è praticamente all’oscuro.

www.unimondo.it