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"Problemi per l'inizio delle lezioni. Migliaia di cattedre saranno vacanti", di Salvo Intravaia

Avvio dell’anno scolastico nel caos. Quasi certamente, i primi giorni di scuola vedranno migliaia di cattedre ancora vuote. Le operazioni che precedono l’inizio delle lezioni sono infatti in forte ritardo rispetto agli anni passati e al suono della prima campanella in metà delle regioni italiane mancano appena quattro settimane. Un tempo che potrebbe sembrare sufficiente, ma ci sono di mezzo il Ferragosto, le ferie dei dipendenti di uffici scolastici provinciali e regionali, la sistemazione dei docenti sovrannumerari, le assegnazioni provvisorie, le immissioni in ruolo e solo alla fine la nomina dei supplenti.
Per comprendere che quest’anno, nel corso dei primi giorni di scuola, parecchie classi non troveranno uno o più insegnanti in cattedra, basta dare un’occhiata ai siti degli ex provveditorati agli studi e degli uffici scolastici regionali. Tutto tace: nessun calendario di convocazioni neppure per le immissioni in ruolo dei pochi fortunatissimi (10.000 docenti e 6.500 Ata) designati dalla coppia Tremonti-Gelmini. “L’anno scolastico partirà nel caos”, tuona Francesca Puglisi, responsabile Scuola della segreteria del Pd. In dieci regioni italiane si parte il 13 settembre e in provincia di Trento addirittura il 9.
“Lo denunciamo da mesi: lo spostamento in avanti delle iscrizioni – continua la Puglisi – produrrà lo slittamento delle nomine dei supplenti. Ma non solo: una serie di ricorsi sui trasferimenti complicheranno ulteriormente le cose. Aver voluto l’avvio della riforma delle superiori quest’anno condanna alunni e genitori ad un inizio d’anno quantomeno movimentato”. Meno pessimista ma comunque preoccupato Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola. “E’ un problema – spiega il sindacalista romano – di tutti gli anni, soprattutto nelle grandi città. Quest’anno, in effetti potrebbe verificarsi qualche disfunzione iniziale in più.
“Purtroppo – continua Di Menna – il sistema di assegnazione delle supplenze è di tipo borbonico: basterebbe assegnare incarichi pluriennali per risolvere il problema”. Ma perché sarà tanto difficile nominare oltre 100 mila supplenti? Quest’anno, per lo spostamento in avanti delle iscrizioni alla scuola superiore dell’era Gelmini e a causa del ricorso al Tar Lazio presentato dalle associazioni dei genitori e degli insegnanti, gli ultimi trasferimenti (quelli della scuola superiore) sono stati resi noti a fine luglio. Ma non solo: il decreto relativo alle assunzioni a tempo indeterminato per l’anno 2010/2011, con i relativi contingenti provinciali, riporta la data del 10 agosto.
Prima di questa data i provveditorati agli studi avrebbero potuto fare soltanto le utilizzazioni dei docenti soprannumerari e le cosiddette utilizzazioni provvisorie dei docenti che non avendo ottenuto il trasferimento desiderano cambiare ugualmente scuola. Ma in provincia di Roma, a titolo di esempio, questo tipo di operazione – come si chiama in gergo – è stata pubblicata appena due giorni fa. A Milano, Napoli e Palermo, tanto per citare le realtà più importanti, ancora nulla.
Prima di procedere alle nomine in ruolo, occorre che i direttori degli uffici scolastici regionali passino agli uffici provinciali le istruzioni operative per l’avvio dell’anno scolastico. E solo dopo si può procedere all’individuazione degli “aventi diritto”. Operazione tutt’altro che semplice, visto che metà delle assunzioni è appannaggio dei precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento e l’altra metà spetta ai vincitori dell’ultimo concorso a cattedra.
L’anno scorso, con tempi più rilassati, in provincia di Milano le utilizzazioni vennero pubblicate il 4 agosto, le immissioni in ruolo cominciarono il 25 agosto, le supplenze vennero assegnate a partire dai primi di settembre e durarono una settimana. E si tratta di numeri considerevoli. Le cattedre rimaste vacanti dopo i pensionamenti e le immissioni in ruolo sono circa 30 mila, cui occorre aggiungere 90 mila supplenze fino al 30 giugno. In totale: una nutrita pattuglia composta da 120 mila supplenti, un docente su sei, che arriveranno nelle scuole quando i provveditori riusciranno a nominarli. Nel frattempo, i dirigenti scolastici potranno, ma quasi certamente non lo faranno, assegnare degli incarichi provvisori, per assistere al balletto dei supplenti ad anno scolastico abbondantemente iniziato.

La Repubblica 13.08.10