partito democratico

"Ma il Pd in Parlamento che fa? Ecco…..", di Cesare Buquicchio

Il Pd fa troppi nomi dice qualcuno. Ma in pochi dicono che il Pd dà anche i numeri. Il Pd fa poco in Parlamento dice sempre qualcuno. Ma sempre in pochi dicono quello che fa. E così che, indipendentemente dal giudizio sul merito, andrebbe esaminato e letto con attenzione il voluminoso dossier che i deputati democratici hanno compilato e diffuso on line nei giorni scorsi e che praticamente nessun giornale ha preso in considerazione (si segnala qui l’iniziativa del sito ilPost.it che invece ne ha dato ampio resoconto). Certo, quelli che dicono che il Pd non riesce a comunicare ora potranno dire che non si licenzia un dossier del genere, dodici fitte paginette, e per di più a poche ore dal Ferragosto. Gli altri, quelli che dicono che il Pd lavora bene e che a criticarlo ci si fa solo del male, ora avranno un bel po’ di argomenti a disposizione.

Insomma, il giudizio sulla difficile attività del gruppo parlamentare che guida l’opposizione, di fronte ad una maggioranza che ha numeri che la mettono al riparo da possibili incertezze e che ha dimostrato di avere poche intenzioni di arrivare a licenziare leggi e provvedimenti che tengano conto del parere degli avversari politici, andrebbe necessariamente integrato da questa lettura e dalla valutazione dei dati e dei resoconti che qui vengono esposti (il documento è disponibile cliccando qui o andando su www.partitodemocratico.it).

Così si scoprirebbe che in questo “almanacco” c’è scritto che «il gruppo del Pd si è confermato (i dati riguardano la legislatura dal suo inizio) il più presente in aula con percentuali di assoluto rispetto, l’81,8. Siamo stati i più presenti sia fra quelli di opposizione, sia fra tutti i gruppi (di solito questo primato viene ricoperto da chi sostiene il governo). La forte presenza in aula ci ha permesso di battere il governo 53 volte. Da ricordare le vittorie sul nostro emendamento che in pratica ha annullato il decreto salva liste o l’approvazione di una pregiudiziale di costituzionalità che ha fatto saltare un decreto che avrebbe aiutato il fenomeno dell’abusivismo in Campania».

Tante le mozioni che in un anno di attività il gruppo Pd è riuscito a far approvare, da quella per le popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto, a quella sulla cooperazione internazionale, da quella sulle “navi dei veleni” a quella sui problemi del sistema carcerario. In pochi di questi casi però l’attività del governo ha poi prodotto qualcosa di concreto, spiega sempre il documento del Pd.

Diverse anche le mozioni, respinte dalla maggioranza, di cui il gruppo guidato da Dario Franceschini rivendica comunque, mese dopo mese, la presentazione: da quella contro i respingimenti in mare degli immigrati clandestini alla mozione che proponeva delle misure per sostenere i redditi più bassi vittime della crisi e dell’erosione del potere di acquisto.

Piccole ma significative vittorie punteggiano l’anno parlamentare del Partito democratico, come i numerosi emendamenti fatti approvare: da quelli sul testamento biologico a quello che ha bloccato lo smantellamento dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. E l’almanacco si conclude con i mesi che hanno visto l’esplosione degli scandali che hanno coinvolto uomini del governo e che, sotto la pressione delle iniziative dell’opposizione alla Camera, hanno portato alle dimissioni prima di Scajola, poi di Brancher e Cosentino, e infine, alla sfiducia al sottosegretario Caliendo. Sfiducia respinta in Aula ma cristallizzata dalle astensioni dei “finiani” e degli altri gruppi parlamentari del centro.

da L’Unità 13.08.10