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Maroni: espellere i rom comunitari. I vescovi contro Maroni

Il governo italiano vuole andare oltre i provvedimenti della Francia contro i rom: lo annuncia il ministro dell’Interno Roberto Maroni (Lega), intervistato da un giornale nazionale. Il 6 settembre a Parigi, in un incontro fra ministri dell’Interno europei, Maroni riproporrà la richiesta di poter «espellere anche i cittadini comunitari». Il ministro vuole «espulsioni come per i clandestini, non rimpatri assistiti e volontari. Naturalmente solo per chi viola la direttiva che fissa i requisiti per chi vive in una altro stato membro: reddito minimo, dimora adeguata e non essere a carico del sistema sociale del Paese che lo ospita. Molti rom sono comunitari ma non rispettano nessuno di questi requisiti».

Monito della Cei
I rimpatri di gruppi di rom decisi dalla Francia «sono illegittimi», perchè «riguardano sostanzialmente persone che hanno il diritto di movimento in Europa e d’insediamento». È quanto afferma, in un’intervista alla Radio Vaticana, mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei. «Questi rimpatri – spiega -, vanno a toccare soprattutto una popolazione, la popolazione rom indistintamente, senza invece, valutare con attenzione quali sono i problemi». Secondo mons. Perego, «la Francia purtroppo ha seguito la strada dell’Italia di un’espulsione indiscriminata dei rom. Un’espulsione che, di fatto, che cosa ha generato? Nuovi campi abusivi, ha generato ancora abbandono della popolazione rom, ha generato l’annullamento, sostanzialmente, di tutta una politica sociale che era stata fatta per la scolarizzazione dei bambini». Per il direttore della Fondazione Migrantes, «l’azione che avviene contro i rom oggi, non è un’azione di politica migratoria – non dimentichiamo che anche in Italia, l’80% dei rom è italiano – ma è una politica discriminatoria nei confronti di una popolazione, che sostanzialmente, non si è riuscita a gestire attraverso canali che sono soprattutto di tipo sociale, di tipo scolastico, di accompagnamento; anche la tutela di una popolazione che ha subito fortemente la modifica di una società agricola industriale».

Pd: «Lega populista»
«L’analisi di monsignor Perego della Cei è pienamente condivisibile. La politica immigratoria di questo governo è fatta solo di espulsioni, respingimenti, negazione della cittadinanza a chi ne avrebbe diritto. Non si governa così un Paese moderno europeo». Lo afferma il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo, segretario della Commissione Affari Europei. «La Lega non è assolutamente interessata a risolvere i problemi e vede tutto solo in un’ottica populista. Una visione che si è acuita ora che la maggioranza Š in crisi – continua Di Giovan Paolo – Non basta le condanne della Ue al governo italiano e a Sarkozy per far capire che questa politica Š sbagliata?».

da www.unita.it

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Spinelli, prof di letteratura rom: genocidio culturale
Rom al contrattacco dopo l’intervento del ministro dell’Interno, Roberto Maroni che ha sostenuto che non solo è giusto espellere i rom ma che l’Italia sarà anche più dura di Sarkozy. «Mancano solo i forni crematori ma siamo al genocidio culturale», si arrabbia Alexian Santino Spinelli, musicista, intellettuale e professore universitario di etnia rom. «La cosa peggiore – incalza – è il silenzio che segue. Indicazione dei tempi che stiamo vivendo. In questo modo creeremo le barriere razziali».
E dopo lo sfogo, Spinelli lancia una proposta di dialogo a Maroni: «il 7 ottobre a Strasburgo e il 18 novembre al Parlamento europeo di Bruxelles l’orchestra europea per la pace e l’Alexian Group terranno un concerto per ribadire che noi rom siamo un popolo di pace. Noi invitiamo Maroni e pure Sarkozy. Se avranno il coraggio del confronto sono certo che verranno». Maroni parla di espulsioni di quei rom che pure se comunitari non rispettanno le regole. «Questi sono tutti pretesti perchè è chiaro – dice Spinelli – che se stessimo parlando di spagnoli o di inglesi il problema non si porrebbe nemmeno. Siccome in rom non hanno protezione giuridica riceviamo queste discriminazioni».
E per chi non rispetta le regole? «È chiaro – ammette l’artista rom – che anche tra i nostri ci sono parecchie pecche ma, se andassimo al di là della cronaca e dessimo la giusta informazione, si capirebbe la ricchezza del nostro popolo. Dopo seicento anni di nostra presenza sul territorio vorrei sapere se Maroni sa qualcosa della nostra lingua romanì». Occasioni di incontro, chiarimenti ce ne sono stati? «Nella scorsa legislatura – ricorda l’esponente dei rom – ci incontrammo con Giuliano Amato. E allora si gettarono le basi per una consulta romanì. Ma se ancora oggi i parlamentari e l’opinione pubblica ci considerano nomadi significa che si mistifica la realtà».
E i colleghi italiani che posizione hanno? «Gli intellettuali che prendono posizione su qualsiasi argomento non intervengono su di noi e questo – osserva – è perchè non arriva la giusta informazione».

da www.unita.it