economia, lavoro, pari opportunità | diritti

Fiat: cerchiamo una soluzione

“Superare il grave episodio per creare le condizioni per un confronto pacato e serio”. Così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha risposto alla lettera dei tre operai della fabbrica Fiat di Melfi licenziati e poi reintegrati ma con il solo ruolo sindacale, gli hanno inviato chiedendo un sollecito intervento per risolvere la loro difficile questione con l’azienda di Torino.

Il Capo dello Stato ha espresso il “vivissimo auspicio – che spero sia ascoltato anche dalla dirigenza della FIAT – che questo grave episodio possa essere superato, nell’attesa di una conclusiva definizione del conflitto in sede giudiziaria, e in modo da creare le condizioni per un confronto pacato e serio su questioni di grande rilievo come quelle del futuro dell’attività della maggiore azienda manufatturiera italiana e dell’evoluzione delle relazioni industriali nel contesto di una aspra competizione sul mercato globale”.

Napolitano ha concluso la sua lettera esprimendo “il profondo rammarico per la tensione creatasi alla FIAT SATA di Melfi in relazione ai licenziamenti che vi hanno colpito e, successivamente, alla mancata vostra reintegrazione nel posto di lavoro sulla base della decisione del Tribunale di Melfi. Anche per quest’ultimo sviluppo della vicenda è chiamata a intervenire, su esplicita richiesta vostra e dei vostri legali, l’Autorità Giudiziaria: e ad essa non posso che rimettermi anch’io, proprio per rispetto di quelle regole dello Stato di diritto a cui voi vi richiamate. Comprendo molto bene come consideriate lesivo della vostra dignità percepire la retribuzione senza lavorare”.

Per Pier Luigi Bersani, segretario del Pd”è indispensabile non far cadere il senso profondo dell’appello del presidente Napolitano sul caso Fiat di Melfi; il richiamo cioè ad un confronto pacato e serio sull’evoluzione delle relazioni industriali nel contesto del mercato globale. In questo richiamo c’è l’esigenza di un dialogo di cui Fiat e sindacati, senza esclusioni o posizioni pregiudiziali, devono trovare la chiave”.

“Credo – ha continuato il leader democratico – che la ricerca di una composizione del caso dei tre operai di Melfi, che ricevono una retribuzione senza poter lavorare, non possa attendere i mesi che inevitabilmente ci separano dalla decisione in sede giurisdizionale, che andrà comunque rispettata”.

“Avessimo un governo, potrebbe venirne in questo senso, e nelle forme giuste, un contributo. Nella nostra situazione e nella contingenza estrema che si è creata, credo – ha concluso Bersani – debba venire adesso dall’azienda una parola di disponibilità e di buona volontà per la ricerca di una soluzione”.

La lettera del Presidente Napolitano ha raccolto non solo pareri favorevoli. La Conferenza episcopale italiana, per voce del suo presidente, il monsignor Giancarlo Maria Bregantini ha evidenziato come l’intervento di Napolitano sia stato “nobilissimo, rapido, incisivo e lucido. L’azienda ha dei compiti e degli obblighi non solo di natura economica ma anche di natura personale” che vanno ben oltre al semplice pagamento dello stipendio.

Di natura opposta è stato il commento del presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia che si è schierata a favore della Fiat. “Tutti – ha dichiarato a margine del Meeting di CL a Rimini – devono rispettare le decisioni del giudice, ma quella di Fiat non è in disaccordo con quella del giudice. Il problema non è tanto quello del reintegro, quanto quello di capire se vogliamo avere un futuro industriale. Se l’Italia vuole avere un futuro industriale, se un’impresa fa una delocalizzazione al contrario e chiede una gestione possibile e chiara degli stabilimenti, questi accordi devono essere portati avanti. Si parla di diritti dei tre lavoratori, ma ci sono anche diritti degli altri lavoratori che vogliono lavorare e delle imprese”.

Fuori dal coro invece il giudizio sulla querelle è arrivato dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini che invece di occuparsi di migliorare il mondo del Sapere ha voluto dire la sua sul licenziamento/reintegro degli operai di Melfi. “Quella di Marchionne è una scelta coraggiosa. Le sentenze vanno sempre rispettate, ma vanno rispettate anche le aziende. Sono un luogo di creazione e distribuzione di ricchezza e anche di crescita sociale”. Del resto lei sì che di tagli se ne intende, basta chiederlo ai professori ora senza lavoro.

Immediata la replica di Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd: “la Gelmini ha gettato la maschera e, nel giorno in cui il Capo dello Stato invita la Fiat a rispettare la sentenza e a non alimentare lo scontro, il ministro dell’Istruzione definisce “coraggioso” Marchionne e un intralcio i
sindacati. Così, mentre il ministro “licenzia” in tronco migliaia di precari della scuola, spiega il vero disegno politico dei tagli all’Istruzione: produrre masse di lavoratori senza diritti, e non formare cittadini liberi, come chiede la nostra Costituzione. Con la cultura padronale dell’ordine e disciplina e la demolizione della scuola tecnica e professionale, Gelmini non vuole formare chi avrà il compito di rilanciare il made in Italy nel mondo, ma produrre, come in una catena di montaggio, masse di obbedienti. Il Partito Democratico continuerà la propria battaglia nelle Istituzioni e nel Paese, perché la scuola continui a essere il più grande ascensore sociale del nostro Paese e motore di sviluppo.

A.Dra

www.partitodemocratico.it