attualità, partito democratico, politica italiana

Ognuno protagonista di un pezzo di storia da costruire. Idee per l'Italia che verrà

Incalzato da Marco Castelnuovo, giornalista de La Stampa, Marco Meloni, responsabile Pd di Riforma dello Stato, Pubblica Amministrazione, Università e Ricerca ha voluto ricordare come l’impegno del Pd vada distinto tra la proposta politica alternativa di medio-lungo respiro e le risposte da dare nell’immediato dell’attualità politica. “Occorre reagire nell’immediato, proprio perché viviamo un periodo di politica instabile e siamo chiamati a difendere la democrazia. Ma, nello stesso tempo, continuare a fare una discussione politica nell’Assemblea nazionale per una chiara proposta alternativa”. In oltre 15 anni di Berlusconi non è stato realizzato alcun processo riformatore: “il berlusconismo è giunto alla sua naturale consunzione – ha continuato Meloni – e per questo dobbiamo rilanciare la speranza per un Paese coeso, per i giovani in base ai propri meriti”. Interrompere il circolo vizioso dove regole scriteriate sono diventate normali e dove si è perso il senso di legalità complessiva.

Per Debora Serracchiani, europarlamentare del Pd, il primo investimento per il futuro è rappresentato dalla competitività che sono il sapere può dare. “C’è solo uno stato europeo che in questo periodo di crisi ha smesso di investire in Scuola, Università e Ricerca: è l’Italia. È il sapere che nel mercato globale garantisce le condizioni di competitività”.

Stiamo assistendo ad una abdicazione della classe dirigente del futuro. L’esempio che ci da la Germania dovrebbe farci aprire gli occhi: “con una politica industriale orientata verso le energie alternative sono riusciti a creare 250mila posti di lavoro nuovi e non di ricollocamento. Primeggiando in un settore hanno vinto la scommessa della competitività. In Italia non si fa così. Un vero governo che fa politica si siede al tavolo e si confronta con le parti senza accettare ricatti. Un governo che fa politica non si prende i meriti per il taglio del nastro di qualcosa che è stato messo in pratica da qualcuno precedente”.

Più critico è stato il giudizio del professore Giovanni De Luna che ha voluto pungolare i due esponenti democratici. “Siamo in un nuovo mondo e come tale va visto perché i problemi non si possono affrontare solo con decisioni politiche. È necessario conoscere il passaggio storico che stiamo vivendo e puntare maggiormente su un’identità precisa”.

La disaffezione politica è un fenomeno principalmente di sinistra e per questo “occorre riguardare complessivamente gli schieramenti non ripresentando gli schemi degli ultimi 60 anni. Occorre costruire un minimo albero genealogico della nostra politica, sapere quale sono le nostre radici”.

Una tesi ripresa anche dal professore Schiavone che ha voluto evidenziare come l’egemonia culturale della sinistra tra gli anni ’60 e ’70 era legata alla conoscenza e alla modernità. “La sinistra fu capace di interpretare la necessità e la voglia di modernizzare il Paese. Il Pci era una forza modernizzatrice. Oggi invece abbiamo perso questo rapporto con il Paese perché non c’è stata una lettura delle grandi trasformazioni come la deindustrializzazione, il cambiamento dello stato sociale e la globalizzazione. Marchionne quando parla che non esiste più lo stato sociale degli anni ’70 dice una grande verità ma non dà una soluzione. Oggi non si trovano nuovi meccanismi di tutela dei lavoratori”.

“La proposta di Berlusconi – ha continuato Schiavone – si è polverizzata sebbene potrà rimanere in carica per altri 2/3 anni. Stanno emergendo nuove linee come quella voluta da Tremonti fatta di rimpicciolimento, chiusure e difese”. Una linea contraria alla pluralità, alla società multietnica e sempre più egoista. “Da qui il deficit nostro perché non riusciamo a dare risposte. Ora è importantissimo il pensiero, l’analisi e la proposta: serve una storia, chi la racconta e come la racconta. Davanti a noi si è aperta un’autostrada sociale ancora più grande di quella che percorse Berlusconi nel 1994. Dobbiamo far nostra questa autostrada altrimenti ci sarà un’Italia ancora più brutta”.

L’analisi di Schiavone è stata abbracciata da Marco Meloni che ha evidenziato come la lacuna del Pd di “essere percepito come una forza conservatrice è perché, forse, non è stato capace di interpretare bene i cambiamenti in corso o perché li ha studiati con vecchi sistemi. Da questa fase si esce se riusciamo a dire le stesse cose a Torino, a Bari e a Cagliari. Parlare con una sola voce che tutti possano capire”.

Ma per Meloni vanno respinte le critiche e i luoghi comuni sul fatto che il Pd non faccia proposta politica. “Le proposte ci sono e sono state presentate in Parlamento. Verrebbero prese in considerazione in un Paese normale, ma non in Italia dove il Parlamento è chiamato solo per intervenire sui processi di Berlusconi”.

Una tesi che non è stata accolta del tutto da De Luna il quale ha voluto riporre l’accento sul problema dell’identità del Pd e del suo racconto da proporre. “Berlusconi ha azzerato la religione civile, quella fatta dagli eroi della Resistenza. Oggi il paradigma è fatto da vittime e non eroi. È stata creata la democrazia del dolore al posto di quella che dovrebbe essere”.

“Il Pd – ha replicato Debora Serracchiani – non è il compromesso tra storie precedenti. È una storia nuova. Proveniamo sì da storie ma queste devono essere portate nel futuro e modernizzate”. Nella storia che va scritta, che va raccontata e con dei modi giusti è necessario che “ogni italiano si riconosca in un pezzo, anche piccolo, della sua vita. Marchiando la differenza tra la proposta politica nostra e loro, puntando sulla dignità e sull’orgoglio di essere italiani, ognuno protagonista della storia che costruiamo. Radichiamo le idee e poi le persone, la nostra identità si costruisce giorno per giorno”.

“Il Paese – ha confermato Aldo Schiavone – non ha più bisogno della proposta di Berlusconi perché è un programma vecchio. Opponendosi a Berlusconi in difesa della democrazia, non si vince. Noi dobbiamo dare un’alternativa”.

Andrea Draghetti

www.partitodemocratico.it