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Scuola. Pd, Gelmini rompa l’altezzoso silenzio sui precari e dia i dati sul tempo pieno

Il ministro ha annunciato una conferenza stampa, speriamo non per dare nuove picconate alla scuola pubblica. “Attendiamo fiduciosi la conferenza stampa del ministro Gelmini sull’apertura del nuovo anno scolastico perché vorremmo sentire le sue parole su almeno due questioni: la prima, dopo l’incomprensibile quanto altezzoso silenzio del ministro, sul dramma dei precari, l’altra sui dati del tempo pieno, in termini assoluti e in percentuale rispetto agli anni precedenti, tenuti nascosti nei cassetti del ministero e negati anche a fronte di una mia interrogazione parlamentare”. Lo afferma Manuela Ghizzoni, capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, la quale ricorda che “saranno almeno 20 mila i docenti precari che non lavoreranno nel prossimo anno scolastico a causa delle politiche draconiane di Berlusconi, Tremonti e Bossi. Si tratta di professionisti ai quali abbiamo affidato fino ad oggi l’educazione e l’istruzione dei nostri ragazzi e che ora si vedono letteralmente scaricati, con tutto ciò che questo significa anche sul piano del diritto degli studenti alla continuità didattica. Inoltre, non capiamo perché i dati sul tempo pieno siano segreti: forse dimostrano che i calcoli del ministro e dei suoi consiglieri sono sbagliati? Di certo, non vorremmo che la conferenza stampa si tramutasse nel megafono dei soliti e inaccettabili slogan governativi sulla scuola ostaggio del ‘68 e costoso ammortizzatore sociale. Il ministro si assuma la responsabilità di smettere di prendere a picconate la scuola pubblica, perché fino ad ora questa è sembrata la sua unica mission, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti”.

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“No elemosine ma assunzioni. Il Pd c’è con i precari della scuola, la Gelmini resta in silenzio”

Precari della scuola manifestano a Montecitorio. Russo, in sciopero della fame, ricoverato in ospedale è raggiunto da Puglisi, Vita e Marino. Puglisi: “Siamo disponibili ad iniziare uno sciopero a staffetta con i nostri parlamentari ed amministratori”. Marino: “Dal ‘porta a porta’ all’operazione di ‘scuola in scuola’”. Fassina: “No ai tagli del governo. Gelmini e Tremonti recuperino i fondi dall’ evasione”
immagine documento “No elemosine ma assunzioni”, questo il motto dei precari della scuola che protestano da settimane in tutto il Paese, a causa dei pesanti tagli ai fondi scolastici inferti dal ministro Maria Stella Gelmini, ed avallati nella manovra economica di Giulio Tremonti.

Ecco cosa è previsto per la scuola italiana, con la prima campanella dell’anno in programma tra una manciata di giorni: ancora una volta banchi pieni di bambini e ragazzi, ma vuoti di professori, con pochi fondi e tanto caos.

Da 3 giorni è in corso un sit-in a Montecitorio, organizzato dal Coordinamento Precari di Roma, insieme ad altri insegnanti venuti da diverse parti d’Italia. Ma il ministro non li vede e non risponde alle loro richieste: ritiro dei tagli, assunzione a tempo indeterminato, rifiuto del maestro unico e ritiro della riforma della scuola secondaria. ”Non accettiamo elemosine che servano a tirare a campare ancora un anno nel precariato – lamentano i lavoratori- vogliamo l’assunzione a tempo indeterminato e il ritiro dei tagli”.

Ma evidentemente il futuro del Paese non è compreso nel programma di governo, e per questo il Partito Democratico si schiera attivamente al fianco dei numerosi lavoratori precari, alcuni dei quali in sciopero della fame da parecchi giorni.

Come Giacomo Russo, insegnante palermitano in sciopero della fame dal 16 agosto, che ha partecipato al presidio davanti Montecitorio, ma proprio questa mattina ha avuto un malore ed è stato ricoverato d’urgenza in ospedale a Roma, per grave disidratazione.

Francesca Puglisi, Responsabile Scuola della segreteria del Pd, e i parlamentari democratici Ignazio Marino e Vincenzo Vita si sono recati all’ospedale Santo Spirito di Roma per fargli visita.

Gli esponenti del Pd hanno portato anche il saluto del Segretario Pier Luigi Bersani, impegnato oggi a Torino, che ha espresso il desiderio di incontrare Russo il prima possibile.“Non si può rischiare la vita per questo governo – ha dichiarato Puglisi – Siamo disponibili ad iniziare uno sciopero a staffetta con i nostri parlamentari e amministratori, come si è fatto per il caso Eutelia, a sostegno della battaglia dei precari per una scuola pubblica di qualità”.

“Chiediamo che il governo ritiri i tagli dell’art. 64 della 133 e assuma gli insegnanti che servono per coprire le cattedre vacanti, per dare le risposte di sostegno ai bambini con disabilità e per garantire il tempo pieno. Siamo in una vera e propria emergenza educativa – ha ribadito la responsabile scuola –i precari della scuola scioperano non solo per difendere il proprio posto di lavoro, ma per salvare la scuola che è un baluardo per la difesa della democrazia nel nostro Paese”.

Ignazio Marino, senatore Pd e medico, all’uscita dell’ospedale Santo Spirito di Roma, ha raccontato: “Ho trovato Giacomo Russo gravemente disidratato, ma fortemente motivato a non desistere. E’ inaccettabile che questo governo volti la testa dall’altra parte di fronte a chi ha nelle sue mani la formazione dei nostri figli e chiede solo lavoro e dignità”.

È già noto che non appena la flebo di glucosio terminerà, Giacomo Russo tornerà in piazza Montecitorio per proseguire nella sua azione di protesta, per questo Marino ha sottolineato come “tutto ciò sia intollerabile e che si debba ricorrere a gesti estremi per ottenere l’attenzione che i precari della scuola meritano. Non dobbiamo fare soltanto il ‘porta a porta’ ma una operazione di ‘scuola a scuola’ in tutto il Paese. Compito del Pd e di tutti i suoi parlamentari è essere presenti sul territorio e fare della scuola uno dei temi centrali del Partito”.

“Per la scuola siamo ormai di fronte al piano della P2 – ha ironizzato il senatore – che prevede due percorsi diversi: una scuola per i ricchi con l’informatica, l’inglese, l’istruzione musicale e una scuola nella quale una insegnante, come quella in presidio qui, che deve lasciare i suoi tre figli a Palermo per andare a insegnare a Brescia dove si trova una classe con 35 alunni”.

“Di iniziative straordinarie da prendere in questo settore, alla ripresa dei lavori parlamentari”, parla Vincenzo Vita Vicepresidente Pd in Commissione Cultura al Senato. “Va espressa la massima solidarietà ai precari in presidio permanente davanti a Montecitorio. Chi sa se qualche telegiornale, tra un omaggio ai cavalli di Gheddafi e ai conclamati affari tra i due paesi, si accorgerà delle sofferenze di questi lavoratori”. “Non ha niente da dire il ministro Gelmini, così impegnata a dispensare consigli in tutti i settori, tranne che in quello di sua competenza?

E sul silenzio del ministro dell’istruzione, davanti alle numerose proteste, si sofferma anche Cesare Damiano, Capogruppo Pd Commissione Lavoro della Camera. “Che fine ha fatto il governo del fare? Mentre i precari della scuola manifestano, mentre le decine di migliaia di giovani che hanno vinto i concorsi pubblici pretendono giustamente di avere un lavoro; mentre saranno licenziati 149mila lavoratori della pubblica amministrazione con la manovra correttiva di Tremonti, il governo è completamente assente e interessato soltanto agli scontri interni e alle leggi ad personam”.

Stefano Fassina, Responsabile Economia e Lavoro della Segreteria del Pd, ha analizzato la questione dal punto di vista economico. “Il ministro Gelmini ha continuato a chiamare ‘riforma’ il taglio orizzontale ai fondi scolastici fatto dal ministro Tremonti a giugno 2008 per fare cassa. Le diamo un suggerimento – ha dichiarato Fassina -vada dal suo collega Tremonti, l’autore dello ‘scudo fiscale’, gli suggerisca di far pagare ai grandi evasori, condonati con sconti immorali, il 5% in più sugli ingenti capitali evasi e portati al’estero. Così, può ottenere almeno 5 miliardi di euro per recuperare almeno in parte il furto di futuro di cui è stata complice”.

E intanto il Ministro Gelmini insiste nel disperato tentativo di convincerci che 8 miliardi di tagli rendono la scuola migliore. Precari gli insegnanti di oggi, precari i lavoratori di domani. L’Italia non ha futuro se non si investe sulla scuola pubblica. I precari del settore stanno portando avanti una mobilitazione per il futuro del Paese e il Partito democratico è con loro.

Anto P.

www.partitodemocratico.it

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