partito democratico, politica italiana

Vogliono il confronto? Allora sia vero

Piero Fassino e il Presidente del Senato, Renato Schifani hanno discusso delle “Istituzioni alla prova” sul palco della Festa Democratica. In un clima teso per la contestazione di una ventina di manifestanti, si è parlato di soluzioni immediate per la ripresa politica e per affrontare le riforme di cui l’Italia ha bisogno. A fine dibattito, telefonata di Bersani a Schifani per esprimere solidarietà e rammarico per quanto accaduto. Il presidente Napolitano: “Deploro l’intimidatoria gazzarra contro Schifani”. Dibattito sì, prevaricazione no

Un dibattito tra parti distanti con idee per il bene dell’Italia. Questo è stato, o ha provato di essere, l’incontro tra Piero Fassino e il Presidente del Senato, Renato Schifani sul palco della Festa Democratica di Torino. Il condizionale è legato al tentativo di una ventina di “grillini”(*) che, in tutti i modi, ha provato ad impedire che la seconda carica dello Stato potesse parlare. Ciononostante, grazie anche all’intervento del moderatore Giuliano Giubilei e della platea democratica che era intervenuta per ascoltare e non per boicottarlo, il dibattito ha dato importanti punti di riflessione.

Nell’impossibilità iniziale di poter far parlare Schifani, Fassino ha introdotto la discussione cercando di calmare gli animi più esagitati. “Provate ad ascoltare – ha chiesto il responsabile Esteri del Pd – perché siete alla Festa del Pd, un luogo dove si discute e si mettono a confronto le idee e dove si invitano anche chi non la pensa come noi. Per questo ringrazio per la sua presenza il presidente Schifani. Vi ricordo che abbiamo letto sui giornali in questi giorni che c’è qualcuno che ha tentato di organizzare squadre di contestatori domani a Fini e li abbiamo definiti squadristi. È lo stesso metodo ora. Volevate fare notizia? Ora l’avete fatta e lasciateci discutere”.

Nel ringraziare per il secondo invito consecutivo alle Festa Democratica nazionale del Pd, Schifani ha voluto porre l’accento sulla necessità per il Paese di arrivare a riforme. “Il Paese ha bisogno di riforme per l’assetto istituzionale e non saranno le vostre intemperanze (ha detto rivolgendosi ai contestatori) a fermare il dibattito”.

“Le riforme – ha risposto Fassino – fanno parte del dibattito politico da più di 30 anni senza però produrre una vera riforma organica. Oggi, ad esempio, c’è un largo accordo per cambiare il sistema parlamentare. Con un’unica Camera legislativa e un Senato delle Regioni si riuscirebbe ad avere una più veloce attività legislativa, a ridurre il numero di deputati e senatori a riformare i regolamenti parlamentari. Penso che questo sia un pezzo di riforma che possa essere affrontato da subito perché rappresenta il tassello mancante utile anche alla riorganizzazione dei rapporti tra il Governo e il Parlamento. Troppi ricorsi a voti di fiducia e a decreti di urgenza, occorre tornare ad una democrazia parlamentare, dove il Parlamento non sia solo un luogo di rappresentanza ma di sovranità popolare”.

“Ci sono punti di intesa notevoli tra maggioranza e opposizione” ha commentato il presidente Schifani. “Adesso ci vuole un grande sforzo, uno slancio di responsabilità per modernizzare il paese. Ci sono tutti i presupposti per farlo nel corso di questa legislatura”.

“Leggendo oggi una intervista del ministro Tremonti a la Repubblica – ha replicato Fassino – ho capito come il tempo sia galantuomo. Tremonti ha cambiato idea sull’importanza dell’Europa e sul fatto di ridurre la distanza che ci divide dai paese europei. Criticò duramente la politica europeista di Prodi e oggi se ha cambiato idea me ne compiaccio. Anche perché siamo stati noi del centrosinistra ad aver portato l’Italia in Europa”.

“Tremonti – ha continuato Fassino – ha ammesso che non basta solo ridurre i costi pubblici, riconoscendo la debolezza della politica di questo governo incapace di fare investimenti e rilanciare i consumi. Se son rose, fioriranno. Oggi Tremonti chiede uno sforzo collettivo? Tutte le nostre proposte, fino adesso, sono state ignorate o respinte. Se vuole il confronto, allora che sia confronto vero con l’obiettivo della crescita dell’Italia. Vorrei essere sicuro che il pensiero di Tremonti oggi sia lo stesso di quello di Berlusconi”.

Dei 5 punti su cui il governo cercherà di ricompattarsi, Berlusconi ha voluto escludere il processo breve, punto di scontro con Fini. Ma le elezioni anticipate non sono ancora scongiurate.

“Mi auguro – ha detto Schifani – per il governo del paese che non si arrivi a elezioni anticipate. Il paese ha bisogno di una guida e di chi attui il progetto voluto due anni fa”.”Ogni interruzione traumatica – ha ribadito il presidente – è un danno per la convivenza civile e l’economia. Mi auguro che la maggioranza trovi coesione, ci sono state delle tensioni, la ricomposizione è complessa ma non impossibile. Lavorino le colombe, non i falchi, affinché la maggioranza torni a parlare”.

Anche Fassino ha dichiarato come le elezioni anticipate non facciano bene al Paese a condizione però che “chi governa ha la forza per farlo. Nulla di peggio di un governo incapace ad affrontare i problemi del Paese”.

Il Pd oggi deve essere pronto perché il ciclo del berlusconismo è finito. Due saranno i centri dell’azione: una coalizione di tutto il centrosinistra di governo e un’alleanza con le altre forze di opposizione senza chiedere loro di entrare a far parte del centrosinistra ma con l’obiettivo di superare il berluconismo. “Cerchiamo convergenze – ha concluso Fassino – perché in momenti d’emergenza anche le alleanze vanno finalizzate al passaggio storico. La politica si fa costruendo convergenze sui contenuti senza diktat. Noi non puntiamo sulle divisioni ma sull’unità”.

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A margine della Festa

Il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani ha telefonato al presidente Schifani per esprimere solidarietà e profondo rammarico per quel che è avvenuto oggi a Torino, stigmatizzando la gazzarra indecente che ha disturbato il dibattito tra presidente del Senato e Piero Fassino.

“Il dibattito politico, anche il più aspro – ha affermato Bersani – deve segnare un confine netto con la prepotenza e la prevaricazione. Le nostre feste vivono come luoghi aperti di incontro e di discussione politica. Così le abbiamo volute, così sono e saranno. Qualcuno si levi dalla testa di poterci intimorire o farci derogare da questa scelta”.

Anche Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto condannare con parole dure la contestazione, preventivata contro il Presidente del Senato: “Deploro l’intimidatoria gazzarra contro Schifani”. In un comunicato il Presidente afferma che “il tentativo di impedire il libero svolgimento di manifestazioni e discorsi politici è un segno dell’allarmante degenerazione che caratterizza i comportamenti di gruppi sia pur minoritari incapaci di rispettare il principio del libero e democratico confronto e di riconoscere nel Parlamento e nella stessa magistratura le istituzioni cui è affidata nel sistema democratico ogni chiarificazione e ricerca di verità. Perciò deploro vivamente l’episodio verificatosi oggi a Torino ai danni del Presidente del Senato e ogni forma di contestazione aggressiva sia verso figure di particolare responsabilità istituzionale sia verso qualsiasi esponente politico nell’esercizio della sua inconfutabile libertà di parola e di opinione”.

Andrea Draghetti

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