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"La scuola dopo il terremoto. Come un anno fa", di Stefania Pezzopane*

Il nuovo anno scolastico 2010-2011 si aprirà, nel Comune dell’Aquila, in una situazione che è ancora in parte di emergenza.
Mentre scrivo è ancora in atto, e anzi in incremento, uno sciame sismico di una certa importanza che, pur avendo al momento un epicentro localizzato a qualche chilometro dal capoluogo, ci costringe a una situazione di allerta e ci pone, come amministrazione comunale, nella condizione di dover prendere decisioni volte a garantire la pubblica incolumità, come una nuova chiusura del centro storico e un differimento di qualche giorno nell’avvio dell’attività didattica degli asili nido pubblici e privati.

Il nuovo anno scolastico vedrà la popolazione studentesca aquilana tornare nei Musp (Moduli scolastici provvisori), realizzati lo scorso anno a seguito del sisma in luogo dei plessi scolastici distrutti, e nelle poche sedi scolastiche originarie che sono state riaperte, già lo scorso anno, a seguito di lavori di recupero e messa in sicurezza degli edifici.
Questa situazione, che doveva essere “provvisoria” e che invece perdura per il secondo anno scolastico consecutivo, si unisce a un dato inquietante, reso noto dall’Ufficio Scolastico Provinciale, relativo a un decremento degli alunni, pari a circa 700 unità.

Certamente, come chiarito dallo stesso Ufficio Scolastico, sul dato influisce anche il generale calo demografico. Tuttavia vi è un altro fattore determinante, costituito da una riforma scolastica, operata dal Ministro Maria Stella Gelmini, che ha tagliato le cattedre, colpendo la scuola aquilana dall’interno e dall’esterno, poiché, tra i molti insegnanti perdenti posto e costretti a chiedere utilizzazioni e assegnazioni provvisorie anche in sedi lontane, vi sono genitori costretti a trasferirsi portando con sé i propri figli, che saranno costretti a iscrivere in altre scuole.
Per questa ragione, e in previsione di queste conseguenze, che certamente aggravano una situazione già di per sé complessa, era stato chiesto al Ministro della Pubblica Istruzione di differire di un anno l’entrata in vigore della riforma per l’Abruzzo, ma è un appello rimasto purtroppo inascoltato, nonostante inizialmente il Ministro Gelmini sia stata molto vicina alla tragedia aquilana, adottando diversi provvedimenti a tutela del comparto e presenziando poi all’inaugurazione di diverse scuole della cosiddetta “ricostruzione provvisoria”.
A questo dobbiamo aggiungere il quadro generale di una città ancora ben lontana dal ritorno alla normalità, in cui l’economia in generale, e il mondo del lavoro in particolare, sono stati pesantemente colpiti dal sisma, e in cui pertanto vi sono purtroppo delle famiglie che, in assenza di una legge speciale a tutela del territorio colpito dal sisma e della sua economia, hanno dovuto trasferirsi altrove.
Eppure il mondo della scuola è stato oggetto di generose donazioni e di importanti progetti di rilancio grazie alla sensibilità e alla solidarietà dell’intero Paese.
Ricordo, tanto per citare l’esempio più eclatante e più recente, il generoso contributo, di oltre un milione di euro, che Fiorella Mannoia, insieme con le colleghe Giorgia, Laura Pausini, Elisa e Gianna Nannini, hanno voluto donare per la ricostruzione della scuola elementare “De Amicis” e che è il frutto dello storico concerto tenuto lo scorso anno a San Siro nell’ambito del progetto “Amiche per l’Abruzzo”. L’artista ha però annunciato di voler destinare alla ristrutturazione della scuola anche i proventi delle vendite del cd.
La cantante, che ha tenuto, insieme con Renato Zero, un bellissimo e coinvolgente concerto in occasione della recente Perdonanza Celestiniana, la principale manifestazione cittadina, ha voluto visitare personalmente l’edificio devastato dal sisma e ha espresso il desiderio che, opportunamente messa in sicurezza, esso torni ad accogliere gli studenti.
Personalmente credo che il futuro della scuola sia nel coraggio di investire su di essa, rilanciando e innovando la didattica. La scuola deve, insomma, divenire un vero e proprio “laboratorio del futuro”, dal momento che ad essa è demandato il compito più difficile e importante in una società civile e democratica: quello di formare le nuove generazioni, le nuove coscienze e le nuove classi dirigenti.
Vorrei concludere il mio intervento augurando un buon inizio di anno scolastico per tutti i ragazzi e per tutti gli operatori della scuola, docenti, dirigenti e personale di segreteria e ausiliario, nella consapevolezza delle mille difficoltà e delle mille sfide che attendono tutti noi, ma anche della speranza per il futuro che viene proprio dalla scuola e dall’apporto che può dare.

*Assessore al Diritto allo Studio

da ScuolaOggi 03.09.10