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Rassegna stampa dai territori: «Trecento precari a casa. Scuola e famiglie nel dramma»

Perugia. Quest’anno mancheranno all’appello diverse centinaia di posti di lavoro. Si parla di trecento nomine in meno tra insegnanti e personale non docente. Persi in un soffio. Sono i contratti a tempo dei precari storici, che così facendo vanno ad ingrossare la schiera dei disoccupati umbri, mai così alta come in questo ultimo quinquennio. Il commento del sindacato va oltre i numeri. «Quello che stiamo vivendo in questi giorni è un autentico dramma esistenziale, sociale e culturale che coinvolge sia centinaia di migliaia di lavoratori precari della scuola, sia le loro stesse famiglie». A POCHI giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico la Flc Cgil di Perugia e quella di Terni tornano a denunciare la «situazione vergognosa» dei precari della scuola e annunciano la proclamazione del «blocco di tutte le attività aggiuntive e straordinarie per tutto il personale scolastico, con lo scopo di sottolineare le conseguenze drammatiche che i provvedimenti del governo stanno determinando nel mondo della scuola pubblica e di sostenere le giuste rivendicazioni dei lavoratori precari che non hanno più alcuna certezza del lavoro». La Flc di Terni, inoltre, ieri ha organizzato un’assemblea di tutti i precari, docenti e Ata, per discutere di una serie di iniziative di mobilitazione. Immediato l’ok anche da Perugia, con Giuliana Renelli che parla di «una perdita del diritto allo studio e di un impoverimento della didattica». INTANTO, oltre alla già citata astensione del personale dalle prestazioni orarie aggiuntive, la Cgil ha deciso di organizzare assemblee provinciali con le Rsu a partire dal suono della campanella aperte a tutto il personale, agli studenti, ai genitori e alle istituzioni locali. «Saranno proclamati aggiunge Renelli anche scioperi a intermittenza, di un’ora di lezione, a partire dal primo ottobre e da reiterare ogni quindici giorni fino a dicembre 2010». Tornando sul fronte precari, la Cgil chiarisce che in Umbria ci sono oltre duemila insegnanti appesi al filo della speranza. Docenti che sono arrivati alla soglia dei quarant’anni vivendo con l’acqua alla gola: stipendi ad intermittenza e la paura che l’anno dopo il contratto non venga rinnovato. In molti istituti c’è poi da affrontare il problema del sovraffollamento e del buco degli organici. «In alcuni plessi prosegue la Cgil si rischia la paralisi: mancano i tecnici di laboratori, i bidelli sono insufficienti e le segreterie scoppiano». Sarà dunque un anno così caotico? Ora c’è solo da aspettare la verifica dei numeri. La parola passa all’Ufficio scolastico regionale.
di Silvia Angelici

La Nazione/Umbria 07.09.10

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Le organizzazioni dei lavoratori danno battaglia. E il 14, primo giorno di scuola, genitori e maestri sono pronti a mobilitarsi.

«E i 500 bambini cui ancora non è garantita la scuola dell´infanzia? E le 1600 famiglie rimaste senza tempo pieno?». Parte da qui la replica della Cgil di Bologna sull´avvio dell´anno scolastico. Parla Sandra Soster, segretaria provinciale, per nulla convinta dalle rassicurazioni del direttore regionale.
«A Limina diamo atto d´aver cercato di ottenere il massimo a fronte di una regione con la più alta crescita di popolazione scolastica e in una situazione di tagli molto forti – dice -. Ma il risultato è modesto rispetto alle esigenze e rispetto a quanto ottenuto da altre regioni». Di qui la protesta. Genitori e maestri sono pronti a mobilitarsi il 14 settembre, primo giorno di scuola. I presidi di AsaBo, nello stesso giorno, faranno un comunicato sulle difficoltà di inizio anno. Insegnanti e mamme dell´Assemblea delle scuole si vedranno oggi alle 17 alle scuole Manzolini, per mettere a punto il “giorno ribelle”, in accordo con la rete nazionale delle scuole. «Inizieremo le lezioni almeno cercando di resistere a chi vuole distruggere la scuola pubblica», dicono. Soster incalza: «Noi sappiamo che su Bologna la situazione non è ancora garantita rispetto alle esigenze di funzionamento e rispetto alla domanda sociale: mancano ancora insegnanti di sostegno, di inglese alla primaria, e altre classi verranno sdoppiate».
«Limina nasconde le macerie sotto il tappeto», rincara la dose la segretaria regionale Flc-Cgil Raffaella Morsia. «Ha il compito di infondere un ottimismo che non trova riscontro nella realtà, tagli e dramma dei precari sono dati di fatto. La nostra prima battaglia sarà di controinformazione.

La Repubblica/Bologna 07.09.10

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La Cgil: «Rifiutate gli spezzoni di ore»

MASSa. Lavoratori precari della scuola, in questi giorni, stanno mettendo in gioco con lo sciopero della fame la loro stessa vita per un posto di lavoro. «Nella nostra provincia spiega la Flc-Cgil provinciale registriamo una generale riduzione delle opportunità di impiego nella scuola con la cancellazione di oltre 100 posti di lavoro. Per i docenti restano a disposizione delle scuole gli spezzoni orari inferiori o pari a 6 che devono essere offerti ai docenti interni degli Istituti. La Flc-Cgil si appella a tutti i docenti affinché quelle ore siano rifiutate e lasciate alla disponibilità del personale precario così duramente colpito dai provvedimenti del Governo».

La Nazione/Massa 07.09.10

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Scuola, quasi 200 precari perdono il posto

MESTRE — Si sono seduti sulle gradinate, insieme ai colleghi, ma la chiamata per loro quest’anno non è arrivata: 187 nuovi buchi neri nell’organico veneziano, 187 nuovi precari a casa. «I 187 precari che hanno perso la supplenza annuale verranno probabilmente chiamati, nei prossimi giorni, direttamente dalle scuole per accontentarsi di supplenze più brevi— spiega Salvatore Mazza della Cgil— a rimetterci davvero il posto saranno così i più giovani, quelli che gli anni scorsi venivano chiamati direttamente dai presidi». Un taglio di teste a scalare, come ogni anno.
In provincia di Venezia l’anno scolastico 2010/2011 partirà infatti con 187 cattedre e 128 Ata in meno. I ragazzi, però, rispetto allo scorso anno, saranno 1.249 in più. «Nei 187 sono compresi anche i pensionamenti non sostituiti — spiega Stefano Michieletti del coordinamento precari — di fatto però 187 posti che l’anno scorso c’erano quest’anno spariranno». E proprio il numero insufficiente di docenti aveva tenuto con il fiato sospeso da fine luglio Carmela Palumbo, direttore dell’Ufficio scolastico regionale, dopo la richiesta al ministero di una settantina di nuove nomine per i docenti. «Quest’anno le classi che superavano il numero massimo di alunni consentito erano più del solito — spiega Carmela Palumbo — la maggior parte dei problemi si è verificato alle superiori, ma c’è stato qualche caso anche alle medie». Classi affollate insomma, anche sopra la media consentita, ma se la prima tranche (di cinquanta docenti chiamati a salvare la situazione) era ormai sicura da tempo, la seconda, richiesta al ministero poco prima della fine dello scorso mese (20 docenti) è rimasta fino a qualche giorno fa ancora in sospeso. «Fortunatamente abbiamo ottenuto anche le ultime venti — spiega Palumbo — Il nuovo contingente ci permetterà di risolvere quasi del tutto il problema delle classi sovrannumerarie. Stiamo verificando con gli uffici provinciali le segnalazioni ma non credo saranno più necessarie nuove nomine».

Tanta fatica dunque per far quadrare i conti tra docenti e alunni, e poi il bidello per aprire la scuola non c’è. Accadrà al Circolo Baseggio dove i genitori si son dati appuntamento giovedì sotto le finestre dell’Ufficio Scolastico Regionale per protestare. Nel circolo di Marghera, infatti, il dirigente scolastico Valdino Marangon dovrà cavarsela con tre bidelli in meno rispetto agli undici di un anno fa, costringendo i genitori di ben quattro plessi a perdere due rientri pomeridiani su tre. «Un collaboratore scolastico lavora sette ore ed entra a scuola alle ore 7.30. Se ne avrò solo uno per plesso, cosa farò dopo le 14.30? Su nove collaboratori – afferma Marangon – cinque hanno una certificazione o godono della Legge 104, casi che giustamente danno loro diritto a tre giorni di assenza al mese. Se ci aggiungiamo un’influenza o un imprevisto, dovrò tener chiuse le scuole». Un’evenienza che potrebbe colpire anche altri istituti: «E’ la prima volta quest’anno – conferma anche Carlo Forte della Flc-Cgil – che durante le nominE non viene esaurita la graduatoria dei collaboratori scolastici». Proprio giovedì si terrà anche la terza giornata suppletiva di chiamata alle supplenze, vista la disponibilità di altri circa 70 posti di scuola primaria e di lingua. Annunciano intanto battaglia i precari, che si riuniranno giovedì alle 17 in via Sernaglia. Altre assemblee sono state indette il 13 settembre dalla Cgil e il 18 dalla Rete scuole.

Corriere/Venezia 07.09.10

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Limina (Usr): «Sarà un inizio sereno» Il Pd: «Tagli feroci»

Pugno duro, fermezza e un appello: «Basta cantare il de profundis». A pochi giorni dal suono della campanella il direttore dell’Ufficio scolastico regionale (Usr), Marcello Limina, interviene sulle polemiche innescate da sindacati, precari, docenti e genitori. «È scoraggiante che si parli solo di disgrazie e problemi – afferma -. La scuola non va così male, anzi, vorremmo evidenziarne vivacità e ricchezza. Noi non siamo un ufficio cieco e sordo, seppellito dalle scartoffie, ma cerchiamo di investire». Limina parla per punti. A cominciare dai precari, la cui situazione «non ci pare così drammatica. Certamente riguarda numeri notevolissimi ma non si può pensare che la scuola possa assorbirli con la bacchetta magica». Poi l’organico: il ministero ha chiuso il rubinetto e non arriverà un docente in più. «Ora se abbiamo bisogno di più flessibilità – dice Limina – possiamo contare solo su risorse endogene alla scuola». E i fondi: sono arrivati 41 milioni dal ministero ma non copriranno il debito pregresso (circa 80 milioni di euro). Tirando le somme, Limina è certo che, nonostante tutto, «l’anno scolastico inizia con serenità». La prima reazione è di Francesca Puglisi, responsabile nazionale Scuola del Pd. «Saranno sicuramente poco serene le 2 mila famiglie che in Emilia-Romagna non hanno la scuola dell’infanzia – attacca – gli alunni che si troveranno in classi sovraffollate oltre i limiti di legge, i precari buttati in mezzo ad una strada, i genitori che hanno chiesto il tempo pieno e sono rimasti senza». Per non parlare della penuria di bidelli per pulizie e sorveglianza. I democratici avranno occasione di parlare dei problemi e dei progetti per i nostri istituti da oggi fino al 14 settembre al Parco Nord, per la prima Festa Nazionale della scuola organizzata dal Pd bolognese. Sul piede di guerra Raffaella Morsia, segretario regionale Cgil Scuola. «Mi sembra che Limina stia lavorando per mettere sotto il tappeto le macerie – è l’affondo del segretario -. Spesso la direzione regionale vuole dare l’impressione che tutto vada bene perché fa parte del mestiere. Ma invece di governare i bisogni del territorio, restituiscono alla Gelmini dei tagli orizzontali». La riforma del ministro è una ghigliottina. E le teste che cadono sono precarie. «Non possiamo dare opinioni, esistono i numeri – riprende Morsia -. E i numeri corrispondono a persone in carne ed ossa. Persone di 40 e più anni, che insegnano da 10, sono state espulse come ferri vecchi. E non riusciranno a trovare un’altra occupazione. Ci vuole forse un pò più di rispetto per loro». Per quanto riguarda l’appello a gettare acqua sugli allarmi lanciati, la Cgil è ferma: «Non potremo mai smettere di denunciare la scelta di smantellare la scuola pubblica e la sua qualità».

L’Unità/Bologna 07.09.10