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Federalismo? Per la Lega meglio la cadrega

La Lega vuole il voto per nascondere naufragio del federalismo. L’ansia di Bossi di andare alle urne nasce dalla paura del fallimento delle promesse fatte secondo Davide Zoggia, responsabile Enti Locali nella segreteria PD:”Lui sa benissimo che la riforma federale non sarà mai attuata dal governo Berlusconi e ha rinunciato a questo obiettivo tradendo le aspettative. Il leader della Lega sa altrettanto bene che serve un diversivo per distogliere l’attenzione dei suoi elettori dall’insuccesso. Il voto è questo diversivo”.
Zoggia si appella ai cittadini del nord: “E’ ora che aprano gli occhi su cosa è realmente la Lega, un partito la cui unica preoccupazione sono le poltrone e il potere per i suoi capi. Quando poi deve fare le cose serie per la gente finisce per premiare i furbetti come nel caso di Credieuronord o delle quote latte”.

La credieuronord era la banca della Lega, nasceva nel novembre 2000. La frase che campeggiava sul manifesto con il volto sorridente del senatùr che diceva: «Anche io sono socio fondatore della CrediNord. E tu?» Ma qualche anno più tardi molti di quelli che ci avevano messi i soldi avrebbero distribuito volantini con l’eloquente immagine di un pollo spennato e la didascalia: «Azionista Credieuronord». Era successo che la piccola banca di tre sportelli, nel cui consiglio sedevano anche alcuni pezzi da Novanta del Carroccio, a causa di alcune operazioni scriteriate aveva accumulato 8 milioni di perdite e 12 milioni di sofferenze su 47 di impieghi. E fu salvata dal crack dalla Popolare di Lodi di Giampiero Fiorani.

Le quote latte, l’incredibile vicenda delle multe milionarie inflitte al nostro paese per pochi agricoltori che cita Zoggia, è un’altra vicenda in cui c’è lo zampino leghista, come abbiamo scritto già a luglio.

Poi ci sono le poltrone, come quando Bossi ha rivendicato posti nelle banche dopo la vittoria in Piemonte (macchiata da probabili brogli che saranno i giudici amministrativi ad accertare) e in Veneto dei suoi candidati governatori, o quelle che hanno già da cui non hanno intenzione di mollare la presa, davvero attaccati come Gianluca Buonanno, l’uomo dei record con quattro cariche ricoperte contemporaneamente: sindaco, vicesindaco, deputato e consigliere regionale. L’Espresso ne ha scritto poche settimane fa: è sindaco di Varallo, vicesindaco di Borgosesia, deputato eletto nel 2008 nella circoscrizione Piemonte 2 ed infine consigliere regionale alle ultime elezioni di marzo, nelle liste proporzionali della Lega Nord con oltre 8mila preferenze. Ma prima di essere consigliere regionale era vicepresidente della provincia di Vercelli.
Incarichi, per gran parte, fra loro incompatibili, secondo la legge nazionale e regionale: soprattutto le cariche più delicate, quelle di deputato e consigliere regionale. Quelle che poi, casualmente intendiamoci, sono anche quelle meglio retribuite.
Vengono poi le cariche di governo locale: essere sindaco di un comune è incompatibile con l’essere vicesindaco in un altro, essendo la prima una carica elettiva (si viene eletti direttamente dai cittadini, secondo le vigenti leggi elettorali) mentre la seconda è una nomina (è il sindaco eletto a nominare i suoi assessori, inclusi il vicesindaco).
I legislatori, lungimiranti, volevano evitare che si potessero accumulare incarichi in diversi comuni attraverso il facile strumento della nomina.
Carica di sindaco e vicesindaco, inoltre, entrambe incompatibili con quella di consigliere regionale. Morale? Buonanno è sempre lì in Piemonte come a Roma ladrona.

Altro cavallo di battaglia le auto blu. Fino all’emergere dello scandalo di Eduardo Ballaman arrivato a chiedere 3.200 euro di rimborso al mese per le spese di tarsferimento. Ma quali viaggi? Li racconta bene Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera: C’era da andare a prendere i parenti della moglie all’aeroporto? «Autista: la macchina!». Voleva vedere la partita di calcio Padania-Tibet? «Autista: la macchina!». Era invitato a pranzo dei suoceri? «Autista: la macchina!». Finché tutti questi viaggi poco istituzionali sono finiti in un dossier. Sul quale c’è un’inchiesta della Corte dei conti. Protagonista: il presidente del consiglio regionale del Friuli, Edouard Ballaman. Della Lega Nord. Il partito che era nato tuonando contro le auto blu. Adesso Ballaman è indagato anche dalla Procura e si è autosospeso dalla Lega. Non dalla Presidenza del Consiglio regionale friuliano…

Insomma, meglio la cadrega (sedia in lombardo).

Ma.Lau.

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