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"Napolitano: gravi negligenze Sicurezza, bufera su Tremonti", di Alberto Custodero

Il presidente della Repubblica esprime «indignazione per le gravi negligenze». Il ministro del Welfare Sacconi convocherà «al più presto un tavolo con Regioni e parti sociali sui rischi degli appalti». Ma i tre morti nella cisterna di Capua e l´operaio schiacciato da un macchinario in Toscana riaccendono la polemica fra il Pd e il ministro dell´Economia che, 17 giorni fa, sentenziò come la 626, la legge sulla sicurezza sul posto di lavoro, fosse «un lusso che non possiamo permetterci».
Mentre il ministro del Lavoro è «colpito dal fatto che ancora una volta siano vittime di infortuni gravi o mortali nel lavoro coloro che operano in appalto, in particolare nei servizi di manutenzione», è il capo dello Stato a confidare «nella rapidità e nel rigore degli accertamenti da compiere e nella definizione delle normative di garanzia da adottare e far rispettare». «In una giornata funestata da più infortuni», Giorgio Napolitano «raccoglie la diffusa indignazione per il ripetersi di incidenti mortali causati da gravi negligenze nel garantire la sicurezza dei lavoratori in operazioni di manutenzione nei silos simili a quelle che già più volte in precedenza hanno cagionato vittime».
A chiamare in causa il ministro dell´Economia per l´infelice uscita sulla 626 («L´Italia e l´Unione europea si adeguino al mondo», disse Tremonti), è il presidente del Pd, Rosy Bindi, che lo invita «a scusarsi per aver proposto un allentamento delle norme sulla sicurezza». E i senatori Luigi Zanda e Paolo Nerozzi, secondo i quali «fermare la strage quotidiana delle morti bianche deve essere una priorità dell´agenda politica di questo governo». «Purtroppo – aggiungono – il ministro Tremonti ha nuovamente avanzato la proposta di “sburocratizzare” la normativa». Rincara la dose l´Idv, con il responsabile Lavoro Maurizio Zipponi, secondo cui «le morti bianche sono un omicidio». Sulla tragedia scendono in campo anche i vescovi di Capua e Caserta: «Questi sono peccati che si pagano davanti a Dio», dicono i monsignori Bruno Schettino e Pietro Farina. Se Marco Bazzoni, rappresentante dei lavoratori, denuncia il governo Berlusconi di aver dimezzato le sanzioni per le morti bianche a carico dei datori di lavoro, il capo del Corpo dei Vigili del Fuoco, Alfio Pini, denuncia che «troppo spesso la sicurezza si fa sulla carta. E invece è necessario tornare nei luoghi di lavoro, nelle fabbriche e nelle aziende con veri interventi di prevenzione, perché soltanto così si evitano le tragedie».

La Repubblica 12.09.10

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La 626 non è un lusso

Oggi 3 morti sul lavoro. Basta! Gravissimo incidente sul lavoro a Capua, nel casertano. Nel sabato deegli uffici chiusi tre operai sono morti per le esalazioni mentre stavano lavorando all’interno di un silos in un’azienda farmaceutica. Inutile ogni tentativo di soccorso, per i tre, quando sono arrivati i medici era già troppo tardi. Poco dopo sono arrivati i carabinieri della locale compagnia che hanno avviato le indagini per chiarire le cause di questa tragedia.

I tre stavano effettuando lavori di manutenzione all’interno della cisterna. Sul posto, oltre i Carabinieri, è giunta anche una squadra di specialisti Nbcr, (Nucleo Batteriologico Chimico Radioattivo) per i rilievi.

All’esterno dell’industria chimica – la «Bms», ex Pierrel, sulla Statale Appia che da San Tammaro porta a Capua, quasi all’ingresso della città – si sono radunati i familiari delle tre vittime. Ci sSno giunti anche numerosi residenti nella zona che, appresa la notizia, stanno portando la loro solidarietà ai familiari degli operai deceduti.
Secondo quanto si è appreso, i tre operai deceduti erano tutti residenti ad Afragola, nel napoletano, ma la loro identità non è ancora stata resa nota.

Stefano Fassina, della segreteria del Partito Democratico,
responsabile Economia e Lavoro da Torino, dove è in corso un’assemblea con i lavoratori attacca: “Anche oggi l’ennesimo bollettino di guerra dei morti sul lavoro. Ancora una volta tre operai perdono la vita in un evento che non si può più continuare a definire “incidente”. Le condizioni di sicurezza sul lavoro vengono disattese
senza rispetto per la dignità delle persone, in un contesto in cui la legalità e le regole fondamentali vengono attaccate come inibizioni alla crescita. Il ministro Sacconi riferisca al più presto in Parlamento sull’attività ispettiva effettivamente svolta dal ministero del Lavoro e su quanto avvenuto a Capua”.

Rosy Bindi presidente dell’assemblea nazionale del PD nota come “ancora una volta siamo richiamati alla cruda realtà dei nostri primati negativi. Siamo vicini alle famiglie di questi lavoratori a cui va il nostro commosso e sincero cordoglio. La morte dei tre operai di Capua ci ricorda che non c’é mai abbastanza sicurezza sul posto di lavoro. Ma soprattutto che il rispetto di una normativa seria come la 626 non è mai, ma proprio mai, un lusso. In particolare nel Mezzogiorno. Il ministro Tremonti dovrebbe chiedere scusa per la proposta di allentare per le piccole imprese
le norme sulla sicurezza, è evidente infatti che insieme ai controlli va contrastata con maggiore energia e credibilità quella cultura dell’illegalità che dall’evasione fiscale al caporalato al lavoro nero, specula sulla pelle dei lavoratori e non promuove lo sviluppo e la crescita del
paese”.

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