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"Vivere al sud, un atto d'amore", di Guido Ruotolo

E adesso aspettiamo di vedere le immagini del Bertolaso di turno che arriva ad Atrani e spiega che la colpa è dell’incuria degli amministratori, che si deve mettere in sicurezza il costone della montagna. Chissà se il mare consegnerà le spoglie della povera Francesca, sparita nel fango. «Disastro annunciato», titola «il Mattino» di Napoli, che di nuovo è tornato, come ai tempi del terremoto dell’Irpinia del 1980, a sferzare le classi dirigenti del Mezzogiorno. Venerdì, ai funerali di Angelo Vassallo, c’erano centinaia di sindaci, di fasce tricolori e gonfaloni. Molti di loro, in quel 1980 erano giovani volontari che si impegnarono a prestare soccorso alle vittime e ai superstiti di quella tragedia. Oggi sono i primi cittadini di quei Comuni.

Angelo Vassallo, il sindaco pescatore, era un gendarme del territorio, amava l’ambiente, il mare e il verde che circondava Pollica. Il sindaco di Atrani, Nicola Carrano, c’è da scommettere che si assolverà.

Atrani. E prima, solo per ricordare le tragedie di questi ultimi anni, c’era stata Casamicciola, e Sarno. E poi Giampilieri, Messina. Soverato appena dieci anni fa.
Le frane, gli smottamenti, gli incendi dolosi con le sue vittime innocenti che hanno sconvolto recenti estati, come quello funesto dell’area tra Messina e Barcellona Pozzo di Gotto.
E gli attentati, le saracinesche squarciate, le pallottole vaganti che colpiscono innocenti. Le rese dei conti tra bande di spacciatori, le esecuzioni tipo Castelvolturno, con sei immigrati clandestini vittime delle raffiche casalesi.

Tante Gomorra sono spuntate nel frattempo.
Vivere al Sud è un atto d’amore, per le persone perbene. Fa riflettere questo Mezzogiorno. Mai come oggi, la politica di contrasto al crimine produce risultati positivi. Sarebbe stupido negarlo, sarebbe miope non riconoscerlo. Ed è un merito anche del governo, del ministro dell’Interno, il leghista Roberto Maroni. Come lo è di quei pubblici ministeri che indagano, intercettano, verificano le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, chiedono l’arresto degli indagati.

Gli attentati contro il procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, il 3 gennaio e il 26 agosto, raccontano l’offensiva criminale contro la magistratura reggina impegnata contro la ’ndrangheta, contro l’area grigia che è un mix di colletti bianchi, massoneria, pezzi di apparati delle istituzioni.

Venerdì notte passavano sui telegiornali le immagini drammatiche di Atrani, quel fiume violento di acqua e terra che travolgeva tutto. E pochi attimi dopo, i funerali di Acciaroli. Davvero una rappresentazione plastica del paradosso del Sud: chi difende il territorio viene eliminato. La speculazione e l’abbandono del territorio producono, invece, catastrofi e vittime innocenti.

La Stampa 12.09.10