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Parte da Bologna la mobilitazione dei Democratici

Al via la campagna del Pd in difesa della scuola pubblica. Esponenti del Partito davanti alle mille scuole della regione per incontrare genitori, alunni, e insegnanti. Una grande mobilitazione in difesa della scuola pubblica per «destare l’attenzione ma anche la rabbia dei genitori che dovranno interrogarsi sul perché i loro figli, ad esempio, non avranno un posto alla materna: la responsabilità è del Governo e noi dobbiamo ribadire che quello non è il nostro modello». Queste le parole del segretario del Pd Raffaele Donini nel presentare l’iniziativa «La scuola che vorrei»: una protesta nazionale fatta di incontri, dibattiti e volantinaggio che parte dall’Emilia-Romagna oggi, primo giorno di scuola, e proseguirà fino ai primi di ottobre. Donini oggi sarà alle scuole De Amicis, quelle dove il segretario ha preso l’impegno con le famiglie affinché venisse risolto il problema delle siringhe lasciate dai tossicodipendenti. «È un’offensiva democratica – spiega Donini – che vuol far crescere la consapevolezza diffusa che la scuola, non si può più sacrificare».
Obiettivo del Pd è quello di raggiungere mille scuole, riferisce la responsabile scuola regionale dei Democratici Marilena Pillati mentre ricorda che in tutta la regione sono stati tagliati 1.193 docenti e che dal Ministero sono stati concessi solo 171 insegnati in più rispetto ai 630 chiesti dallo stesso Ufficio scolastico regionale. Per la provincia di Bologna, invece, è Graziella Giorgi, a ricordare i numeri: 15 sezioni di materna mancanti, 61 di tempo pieno richieste e non concesse e 20 cattedre che servirebbe per sdoppiare le classi numerose. Giorgi si sofferma anche sul problema della sicurezza degli edifici: «Classi troppo numerose mettono a repentaglio seriamente anche la sicurezza dei luoghi».
A presentare l’iniziativa ieri erano presenti anche Francesca Puglisi, responsabile scuola nazionale, Manuela Ghizzoni capogruppo Pd alla commissione scuola alla Camera, e Mariangela Bastico, senatrice democratica ed ex viceministro. Il bersaglio il ministro Gelmini. «È una falsità dire che il turn-over risolverà il problema dei precari visto che ci sono 10mila docenti di ruolo soprannumerari (quelli che hanno perso la cattedra con i tagli, ndr)». «Il ministro nasconde anche i dati sul tempo pieno: questa è censura», l’attacco di Ghizzoni. Che aggiunge: «Quanto al rientro in classe, quello di quest’anno è un avvio dettato come non mai dall’incertezza di cosa i ragazzi troveranno nelle aule».
Bastico poi si sofferma sul «disegno» che il governo sta portando avanti con i ministri Tremonti e Gelmini: «Stanno scegliendo le piante migliori della scuola pubblica per abbatterle. Ormai non c’è più solo il tema del fare cassa, c’è un disegno chiaro di demolizionedi tutto il sistema pubblico della conoscenza: scuola, università e ricerca». Bastico lancia una sfida alla Lega Nord: «Gli enti locali si sono ancora una volta rimboccati le maniche- sottolinea – per questo lancio una sfida alla Lega Nord: dicano perché l’accordo sul trasferimento di competenze
e risorse sulla scuola a livello regionale è ancora bloccato da questo governo nella conferenza Stato-Regioni».

L’Unità/Bologna 14.09.10