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Università, Pd: ultimatum a ricercatori ha sapore di thatcherismo

Ghizzoni: ricercatori meritano rispetto. “Preoccupa la decisione dell’Università di Bologna di sostituire con docenti a contratto i ricercatori che non accetteranno incarichi di insegnamento per protestare contro la soppressione del loro ruolo e l’assenza di una reale prospettiva di futuro contenute nel ddl Gelmini. Dal Senato accademico della più antica università di Europa ci saremmo aspettati maggior rispetto per coloro che contribuiscono quotidianamente a rendere la qualità della ricerca ai livelli internazionali e maggiore attenzione nei confronti per la qualità didattica. E’ una scelta incomprensibile, che ricorda quel thatcherismo che pensavamo ormai archiviato, e che è destinata inevitabilmente ad aumentare la conflittualità e la precarizzazione dei ricercatori”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni.

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UNIVERSITA’, MELONI (PD): SITUAZIONE GRAVISSIMA, IL GOVERNO INTERVENGA. DOMANI A BOLOGNA PER INCONTRARE RETTORE E RICERCATORI

La decisione di atenei come quello di Bologna e altri, di ovviare al blocco della didattica da parte dei ricercatori rimpiazzandoli con docenti a contratto, è grave e sbagliata. Perché tutta l’università dovrebbe essere al fianco di quanti chiedono semplicemente di superare in modo definitivo l’assurda condizione per la quale nell’università italiana ci sono poco più di 30.000 professori, ma se la didattica non fosse assicurata da oltre 25.000 ricercatori strutturati e da circa 20.000 precari, le università non possono funzionare. E perché in questo modo si mettono in conflitto i soggetti meno liberi e tutelati, e si formula un’offerta didattica inadeguata alle esigenze di formazione degli studenti.

E’ ora di dire che i corsi universitari devono essere tenuti da professori universitari; è il momento di affrontare, con provvedimenti contingenti e strutturali, l’attuale insostenibile situazione: si attivino percorsi chiari e rapidi perché i ricercatori abbiano l’opportunità di entrare a pieno titolo nei ruoli di professore, si chiuda per sempre con le forme di precariato senza regole e senza tutele, si introducano, a regime, norme trasparenti e stabili per il reclutamento dei professori universitari. Siamo di fronte a un’emergenza che nelle prossime settimane rischia di esplodere. Per questo rivolgiamo un appello anzitutto al governo: si confronti con i ricercatori e i vertici degli atenei ed esamini con apertura e disponibilità le proposte delle forze parlamentari per risolvere definitivamente questa situazione.

Lo dichiara Marco Meloni, responsabile Università e Ricerca della segreteria nazionale del Partito Democratico, che domani a Bologna incontrerà il Rettore Ivano Dionigi e una rappresentanza dei ricercatori universitari.

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“Bologna, i ricercatori protestano e l´Ateneo ingaggia prof a contratto”, di E. C.

Il rettore: devo garantire l´anno accademico. Epifani: quanto è accaduto è intollerabile.
BOLOGNA – L´Università di Bologna decide di sostituire i ricercatori pronti a bloccare le lezioni in protesta contro la riforma Gelmini. C´è tempo fino alle 12 di venerdì per comunicare la propria decisione al preside di facoltà: per chi ha deciso di non tenere più i corsi, l´università «dovrà individuare modalità alternative di copertura degli insegnamenti, al fine di assicurare l´avvio delle lezioni». La lettera che detta l´ultimatum è partita ieri pomeriggio e l´ateneo, accusato di “spuntare” di fatto l´arma dello sciopero, si ritrova nel fuoco di fila di critiche durissime da parte del centro sinistra e della Cgil. «Come si può tollerare quello che è successo all´ateneo di Bologna – si chiede il leader Cgil Guglielmo Epifani – di fronte allo sciopero dei ricercatori?»
«C´è un conflitto tra due diritti sacrosanti – ha spiegato il rettore Ivano Dionigi – quello dei ricercatori di chiedere concorsi che da anni non vengono fatti, e quello dei ragazzi e delle loro famiglie che pagano le tasse ad avere i professori in aula. Come rettore è mio compito garantire l´avvio dell´anno accademico, non si è trattato di un ultimatum». Una bocciatura senza appello dell´ateneo bolognese viene dal senatore Pd Ignazio Marino che prevede «una guerra tra i soggetti meno tutelati», mentre Manuela Ghizzoni (Pd) parla di scelta «incomprensibile che ricorda il thatcherismo», un decisione «grave e sbagliata» anche secondo il democratico Marco Meloni. La Cgil si prepara a chiedere ai professori di «non prestarsi a sostituire i ricercatori nei corsi», mentre l´Idv evoca il «modello Marchionne della ricerca» e i ricercatori sulla barricate dicono di essere pronti a «tenere duro nella protesta».

La Repubblica 15.09.10