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Università, Pd a Tremonti: nuove risorse? Cominci a ridare il maltolto

Ghizzoni: Governo ha scippato 1,5 miliardi di euro a università
“Ma quali nuove risorse! Il governo cominci a ridare il maltolto, che è più di un miliardo e mezzo di euro, solo dopo si potrà cominciare a parlare di ‘nuove risorse’”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni commenta quanto dichiarato dal ministro dell’economia, Giulio Tremonti che nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi con il ministro Gelmini ha detto che nel Dl di fine anno vi saranno nuove risorse per la riforma universitaria. “La fantomatica ‘ridotazione per un sistema universitario profondamente cambiato’, di cui parla Tremonti, è una bufala perché il ddl Gelmini, per la quantità di deleghe e di decreti attuativi necessari, non muterà nulla nell’immediato. La verità è che servono risorse subito per garantire il funzionamento delle università. Chiediamo quindi che nel decreto di fine anno il governo rimetta il miliardo e mezzo di euro che ha ‘scippato’ agli atenei”.

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Il comunicato stampa dell’On Ghizzoni risponde alla conferenza stampa che si è tenuta oggi a Palazzo Chigi

Università, Tremonti: nuovi fondi nel decreto di fine anno

Il Ministero dell’Economia rivedrà gli stanziamenti per l’Università nell’arco dei prossimi due mesi e la nuova dotazione sarà inserita in un decreto legge di fine anno. Lo ha spiegato Giulio Tremonti nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi con il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. “Dobbiamo rivedere la dotazione. Pensiamo che in un mese o due si definiscano i presupposti del cosiddetto decreto di fine anno. Per quella data avremo ben chiaro quanto di ridotazione finanziaria sia necessario”, ha detto Tremonti. Poi scherza: “Non potrei parlare, sono in conflitto di interessi. Sono stato un borsista, un assistente, poi professore universitario e credo di conoscere bene il problema dell’Università. Bisogna introdurre stabilità e sicurezza in un quadro di stabilità finanziaria”.

In conferenza stampa il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha fatto un appello ai ricercatori “a non interrompere la didattica”. E ha promesso che il Governo “si attiverà per favorire la carriera dei giovani studiosi”.
L’interruzione della didattica, ha detto il ministro, “va a scapito degli studenti che rischiano di perdere molti mesi per il loro studio. Mi appello ai ricercatori perché si sentano considerati e valorizzati dal governo. C’è la massima attenzione alle loro esigenze. Con le risorse che abbiamo a disposizione non aumenteremo la pianta organica – ha spiegato il ministro – ma verrà riqualificato il ruolo dei ricercatori con la possibilità di farli passare al ruolo di professori. Ma ciò deve avvenire in un clima di reciproca responsabilità, non a danno degli studenti”.

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“Più fondi alle università per stipendi e ricercatori” , di Lorenzo Salvia

L`annuncio di Tremonti. La Gemini punto a 10 mila assunzioni. Non c`è la somma ma c`è la data, fine dicembre.
Il ministro dell`Economia Giulio Tremonti dice che nel decreto di fine anno, il cosiddetto mille proroghe, ci sarà «una ridotazione delle università».

Soldi che, dopo i tagli delle passate Finanziarie, dovrebbero tappare il buco che mette a rischio l`avvio dell`anno accademico. Tremonti non si sbilancia sulla cifra:

«Per quella data avremo chiaro il quanto, in tempo per evitare un impatto negativo sui conti delle università». E lega il finanziamento alla riforma dell`università all`esame della Camera, un «buon testo» secondo il ministro, che però non piace all`opposizione: proprio ieri il Pd ha abbandonato i lavori per protesta contro la richiesta di stringere i tempi.

La promessa di Tremonti sui soldi arriva il giorno dopo l`appello di Giorgio Napolitano, «istruzione e ricerca sono una priorità», e alla vigilia dell`audizione alla Camera dei rettori. Non è un caso, probabilmente. Per ora sul suo tavolo ci sono le stime del ministero dell`Istruzione, una richiesta di un miliardo di euro. Quei soldi servirebbero a ripianare, almeno in parte, il buco che impedirebbe agli atenei di pagare tutti gli stipendi. E dovrebbero essere utilizzati anche per i ricercatori che ieri il ministro dell`Istruzione Mariastella Gelmini ha invitato a «non bloccare la didattica» per protesta con tro la riforma.

Una parte dei 24 mila ricercatori universitari dovrebbe avere la possibilità di salire di grado e, tramite concorso, diventare professore associato. Una fetta di quel miliardo, infatti, dovrebbe essere utilizzata per assumere in sei anni 10mila associati. Nessuna sanatoria, i concorsi sarebbero aperti a tutti: ma storicamente quasi il 90%o degli associati viene proprio dalla categoria dei ricercatori. Bisognerà vedere se cifre del genere reggeranno ai problemi di bilancio ed al clima da assalto alla diligenza che si scatena al momento di dividere la torta dei fondi pubblici. Ma quando le tabelle sono state presentate a Tremonti, il ministro le ha giudicate fondate.

La Conferenza dei rettori «valuta positivamente» l`impegno preso da Tremonti.

L`opposizione, invece, non crede alle sue parole. «Ma quali nuove risorse – dice per il Pd Manuela Ghizzoni, capogruppo in commissione Cultura alla Camera – il governo cominci a ridare il maltolto, .che è più di un miliardo e mezzo di euro, solo dopo si potrà cominciare a parlare di nuove risorse». Critiche anche da Domenico Pantaleo, segretario della Flc Cgil: «Quello del governo è un ricatto: ti concedo i soldi solo se passa la riforma. Ma secondo noi la riforma deve essere ritirata».

Il Corriere della Sera 23.09.10