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Adro: Sos Gelmini

Nessuna ammissione di responsabilità, né grandi sforzi per risolvere il problema della scuola di Adro tappezzata da simboli leghisti. Il ministro dell’Istruzione delude anche durante il question time presentato dal Pd. La politica resti fuori dalla scuola. Nessuna strumentalizzazione dei bambini. Questa è stata la risposta alquanto vaga del ministro Gelmini durante il question time presentato dal deputato del Pd Paolo Corsini in merito alla vicenda della scuola elementare di Adro riempita di simboli del sole delle Alpi, ovvero il simbolo della Lega.

Ma come era ovvio, il ministro meno amato del fallimentare governo Berlusconi non ha avuto il coraggio di stigmatizzare l’ipocrisia della scelta del sindaco leghista di tappezzare di simboli politici la scuola di Adro, bensì il ruolo dell’opposizione colpevole di aver strumentalizzato l’accaduto. Che faccia tosta!

“Ricordo infatti moltissime manifestazioni nelle quali bambini di 6-7-8 anni esponevano cartelli contro ministro e contro il governo. Oggi come allora, ritengo che la politica di destra e di sinistra debba sempre rimanere fuori dalla scuola” ha dichiarato il ministro.

Nella sua replica, Corsini non ha nascosto la sua insoddisfazione: “Siamo tutti d’accordo, i bambini non vanno strumentalizzati. Ma il ministro ha avuto un atteggiamento altalenante: è qui non si tratta di folklore, ma è un segno di volontà di disgregazione”.

“Sul caso della scuola di Adro, in provincia di Brescia, la risposta del ministro Gelmini al question time, è stata contraddittoria ed evasiva e il suo comportamento inerte ed inefficace, tanto che non ha fornito nessuna indicazione concreta affinché sia ripristinata la legalità in quella scuola, oggi simbolo di un partito e non della ricerca, del dialogo, della tolleranza”.

“In realtà, avevamo rivolto la nostra interrogazione – ha precisato Corsini – al ministro dell’Interno che è quello competente a risolvere questa odiosa faccenda: purtroppo, abbiamo dovuto prendere atto che Maroni si è sottratto a questo suo compito, forse perché si sente in imbarazzo rispetto ad un sindaco che non riconosce l’autorità dello stato e del governo e si affida al verbo di Bossi in quanto capo di partito”.

Per Francesca Puglisi, responsabile Scuola Pd, “da nove giorni in una scuola della Repubblica italiana i bambini entrano a far lezione in una scuola in cui sono stati stampati ovunque 700 simboli di un partito politico: il ministro Gelmini, che svicola ed elude le risposte anche al question time in Parlamento, a tutt’oggi non è ancora in grado di ripristinare le regole democratiche e costituzionali in una scuola che non è di proprietà del sindaco leghista ma di tutti gli italiani.

Che ciò tra l’altro avvenga proprio nel territorio d’elezione del ministro aggiunge la beffa al danno, umiliandola a casa sua. Quanto al fatto che la Gelmini cerchi di confondere le acque accusando i genitori di portare i bambini alle manifestazioni non vorrei che, avviatasi sulla china del ridicolo, finisse per chiamare anche il telefono Azzurro. Perché un conto è violare regole democratiche costituzionali mettendo un simbolo di partito dentro a una scuola pubblica un conto è rispettare il
fatto che un genitore possa essere libero di educare i propri figli alla partecipazione civile e politica”.

Per Manuela Ghizzoni, capogruppo del Pd nella commissione Cultura di Montecitorio, “ancora una volta abbiamo avuto la prova che il ministro Gelmini viene meno al suo ruolo istituzionale: se un genitore vuole portare suo figlio a una manifestazione pubblica è libero di farlo, ma un sindaco non può occupare uno spazio pubblico come è la scuola con simboli di partito, spinto solo dalla sua ideologia, come sta avvenendo ad Adro. Il ministro della Pubblica istruzione deve essere il garante della funzione educativa della scuola che non può essere appannaggio di nessun partito. Mariastella Gelmini ha mostrato solo i suoi tentennamenti, negando per l’ennesima volta una netta condanna contro le scelte del sindaco di Adro, senza dare un’indicazione concreata per ripristinare la legalità”.

A.Dra

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