scuola | formazione

«Il Paese sbagliato (da Mario Lodi)», di Federico Niccoli

Mario Lodi scrive ad un gruppo di maestre e maestri una bella lettera, che mi suggerisce una rilettura di alcuni profetici brani di un famoso libro “Il paese sbagliato” , nel quale con il linguaggio semplice (non semplicistico!) dei bambini si scrivono verità incontrovertibili sulle ingiustizie e sulle disuguaglianze presenti ancora oggi nella nostra società.
Scrive oggi il grande maestro di tutti noi: “Care maestre e cari maestri, mi è capitato spesso, in questo periodo, di ricevere lettere o telefonate da qualcuno di voi. La domanda che mi viene rivolta con maggiore insistenza è: “Come facciamo a insegnare, in tempi come questi?”. I sottintesi alla domanda sono molti: il ritorno del “maestro unico”; classi sempre più affollate; bambini e bambine che provengono da altre culture e lingue e non sanno l’italiano etc.

Anch’io, come voi, soprattutto nei primi anni della mia attività di maestro, mi ponevo interrogativi analoghi. Ho cominciato ad insegnare subito dopo la guerra. Le classi erano molto numerose. Capitava anche di avere bambini e bambine di età diverse.

Forse qualcuno di voi ha la brutta sensazione di lavorare come dopo un conflitto: in mezzo a macerie morali e culturali, a volte causate dal potente di turno – ce n’erano anche quando insegnavo io – che pensa di sistemare tutto con qualche provvedimento d’imperio. I vecchi contadini delle mie parti dicevano sempre che i potenti sono come la pioggia: se puoi, da essa, cerchi riparo; se no, te la prendi e cerchi di non ammalarti e, magari, di fare in modo che si trasformi in refrigerio e nutrimento per i tuoi fiori.

Il mio augurio per il nuovo anno scolastico è questo: NON SENTITEVI MAI DA SOLE E DA SOLI! Prima di tutto ci sono i bambini e le bambine, che devono essere nonostante tutto al centro del vostro lavoro e che, vedrete, non finiranno mai di sorprendervi. Non dimenticate che davanti al maestro e alla maestra passa sempre il futuro. Non solo quello della scuola, ma quello di un intero Paese: che ha alla sua base un testo fondamentale e ricchissimo, la Costituzione, che può essere il vostro primo strumento di lavoro.
Siate orgogliosi dell’importanza del vostro mestiere e pretendete che esso venga riconosciuto per quel moltissimo che vale.”

Molti tra noi hanno condiviso le esperienze del Movimento di Cooperazione Educativa, che fondò Mario Lodi . Da quel sodalizio “sbocciarono” tutte le esperienze più innovative, pur con percorsi differenti, della “meglio scuola” : il superamento del maestro unico, l’inclusione degli alunni portatori di bisogni educativi speciali, la battaglia per il tempo-pieno, la programmazione-valutazione, l’uso alternativo delle cedole librarie,…
Come non ricordare i fenomenali bambini di Vho di Piadena de “il paese sbagliato”, che già negli anni 70 riflettevano sulle ingiustizie e sulle diseguaglianze della nostra società ?
Donatella : “Io non aiuterei solo con i soldi gli affamati del Biafra, ma darei a ciascuno una famiglia. Qui in Italia c’è però molto egoismo. Si fa l’elemosina ma non si aiuta il povero a vivere”
“C’è ingiustizia in Italia. Ci sono i ricchi e i poveri. Quelli che hanno un buon lavoro, come un maestro, quando vanno in pensione, hanno cifre alte, un contadino che ha lavorato tutta la vita prende soltanto 12.000 £, che ora sono salite a 18.000. Se aumentano le pensioni di x lire a tutti siamo ancora al punto di prima perché la differenza è ancora quella. Chi fa più fatica prende meno. Dovrebbero aumentare le paghe e le pensioni più basse”. Santa ingenuità di Donatella, che , nel suo contesto di vita, trovava addirittura i segni delle ingiuste sperequazioni tra la pensione di un maestro(!) e quella di un contadino. Cosa direbbe oggi della retribuzione di un Marchionne ed altri che guadagnano mensilmente 435 volte di più di un operaio?
E saggiamente aggiungeva Fiorella “”Le leggi le fanno i più ricchi e perciò aumentano a tutti, così aumentano anche a loro e la differenza resta uguale”
Conclude saggiamente Tiberio: “E i soldi della lotteria dove li prendono? Dai poveri. Li sfruttano anche lì.”
Il nostro è davvero un paese sbagliato. Vengono i brividi a sentire l’ineffabile ministro Gelmini strologare di riforma epocale in un momento in cui si affossa definitivamente la scuola pubblica con una sistematica operazione di macelleria pedagogica-sociale.
Per fortuna nostra e soprattutto per fortuna dei bambini-adolescenti in età scolare è cresciuta nel nostro Paese una classe di operatori scolastici e di genitori che, dagli insegnamenti di Mario Lodi in poi, non abbassa la guardia e resiste, come meglio può, all’operazione governativa “terra bruciata”.

da www.scuolaoggi.org