partito democratico

Assemblea Nazionale PD Busto Arsizio 8-9 ottobre.

Rosy Bindi apre l’Assemblea nazionale di Varese. “Berlusconi prima prometteva speranze e grandi cambiamenti. Ora fa vedere solo le macerie di una crisi tutta politica. Ora tocca a noi perché siamo le persone giuste per vincere il frutto più amaro degli ultimi 15 anni, la sfiducia e il disincanto di tanta gente. Se non lo faremo noi non c’è nessuno che può farlo. Voltare pagina è possibile”. “Saranno due giorni di intenso lavoro politico qui nel profondo Nord” così Rosy Bindi ha iniziato la sua relazione introduttiva dell’Assemblea nazionale di Varese. “Noi siamo qui perché non siamo estranei al Nord e il Nord non è estraneo a noi. Questa è una sfida cruciale per il Paese e dovremmo esserne all’altezza parlando all’Italia di oggi”.

Rosy Bindi ha evidenziato come stiamo oramai alla “chiusura dell’era del cavaliere trionfante” e tocca a noi dare risposte alle tante domande per la ripresa per il Paese. “Abbiamo assistito in questi ultimi mesi a spettacoli degradanti e desolanti della politica di Berlusconi. Solo ieri nell’ultimo Consiglio dei ministri Bossi ha ritirato la pistola fumante del voto anticipato e Berlusconi gli ha consegnato a lui e alla Lega una patacca sul federalismo che nasconde ogni ragioni di merito. Berlusconi non governa più ma non vuole mollare la presa. È in balia degli eventi e non si sa cosa vuole. È un leader debole, fedele solo a sé stesso sulla personale guerra ai magistrati” tutto condito da una greve volgarità.

“Berlusconi – ha continuato il presidente dell’Assemblea del Pd – prima prometteva speranze e grandi cambiamenti. Ora fa vedere solo le macerie di una crisi tutta politica. La maggioranza non c’è più. Il governo del fare ha fatto suo il motto meglio tirare a campare che tirare le cuoia”.

“Noi diciamo alla Lega di non fare la furba e di non tirarsi fuori dalle sue responsabilità. La stessa Lega che ancora oggi si mostra come forza di opposizione nascondendo di far parte del governo. Parla di federalismo al Nord e sostiene il governo più statalista a Roma. Perché vota sulle intercettazioni a Cosentino? Sullo scudo fiscale? Le leggi ad personam? Non dà mai nessuna risposta! Noi vogliamo parlare al Nord e competere con la Lega mostrando tutte le loro contraddizioni”.

“Tocca a noi farci promotori di una vera coesione nazionale dopo questi anni di divisioni: noi possiamo prendere in mano questo Paese che soffre perché abbandonato e umiliato. Noi possiamo risollevare l’Italia nel ruolo che le compete nella politica internazionale. Tocca a noi nel nostro ruolo di opposizione a far cadere il governo Berlusconi e a rappresentare davvero un’alternativa. Un’alternativa che non è antipolitica o demagogia. Occorre costruire ogni giorno una risposta ai problemi dell’Italia”.

“L’aria sta cambiando. C’è più voglia di giustizia e di solidarietà. C’è un sentimento di indignazione che ha portato il governo ad essere minoranza nel Paese. Non ci serve nessun sondaggio perché questi non hanno la forza di capire questo cambiamento. Anche le parole di Confindustria fanno capire come anche chi era molto legato a Berlusconi lo sta allontanando”. Lo stesso è valido per il mondo cattolico. “Se i cattolici e le donne erano determinanti per la vittoria della destra, oggi devono diventare una nostra priorità. Ogni giorno una donna viene colpita e a noi non interessa se è italiana o straniera. A noi interessa che è un donna sola!”

“Tocca a noi perché abbiamo la bussola e la rotta. Ma sono anche stufa di essere rappresentati come un popolo in cerca del Papa. Il Papa non è straniero, il Papa è universale e lo sceglieremo noi. È il nostro segretario, eletto con il voto di 3 milioni di cittadini”. Allo stesso tempo chiediamo rispetto dai nostri alleati: “dicevano che avevamo paura di andare al voto ed eravamo soli a sostenere l’urgenza di cambiare la legge elettorale. Ma le cose giuste poi trovano sempre sostegno e ora Di Pietro, Casini e lo stesso Fini sostengono la stessa cosa”.

“Siamo un grande partito – ha concluso Rosy Bindi – che non ha i fianchi scoperti e che vuole parlare a tutta l’Italia. Un partito che ha una propria proposta politica e che avrà come alleati tutti coloro che condividono questa proposta. Tocca a noi perché siamo le persone giuste per vincere il frutto più amaro degli ultimi 15 anni, la sfiducia e il disincanto di tanta gente. Se non lo faremo noi non c’è nessuno che può farlo. Voltare pagina è possibile. Saremo pronti a cambiare noi stessi e all’altezza delle nostre responsabilità”.

A.Dra

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Letta: “Legge sul conflitto d’interessi al primo punto del nostro governo”

Il vicesegretario PD: “Una donna alla guida del governo istituzionale dopo Berlusconi”. “Berlusconi non è mai stato così potente come oggi” Parte da qui la riflessione di Letta sulle proposte da fare dopo 30 mesi di governo durante la crisi economica che l’ha fatta diventare “l’Italia del fango più totale, con la logica del tanto fan tutti così con cui non risponde alle accuse e porta tutti nel fango con i dossier. Questo premier non vuol bene al suo paese, al paese che amministra. Tra crisi sociale e incertezze non ci sono fatti economici che non avvengono senza un suo intervento, Berlusconi ha portato al culmine il conflitto d’interessi, la prossima legislatura il governo Bersani dovrà portare una legge sul conflitto d’interessi e sulla tv. Purtroppo sarà sempre troppo tardi, mentre lui fa tutto con la Lega accucciata ai suoi piedi, insieme fanno crollare l’immagine dell’Italia nel mondo”. Qui Letta ricorda come avevamo Prodi a presidente della Commissione UE , l’Italia di Berlusconi non conta più in Europa. La scorsa settimana la Commissione ha proposto una nuova Maastricht è importantissima”.

Poi ricorda Angelo Vassallo, la lotta alla mafia e la difesa della legalità ed è uno degli applausi più forti quello all’Italia “che reagisce, l’Italia dei piccoli imprenditori che si riducono lo stipendio per evitare di licenziare, quell’Italia che ha successo all’estero con persone che danno un’immagine positiva”.
Applausi anche per il passaggio in cui ha citato Giorgio Napolitano tra “i segni positivi del paese” nonostante la fase difficile di crisi economica e politica provocata dal berlusconismo. Quindi ha sottolineato che “tra le cose positive c’è anche l’euro che ci ha salvato dalla crisi e per il quale dovremmo chiedere il Nobel per Ciampi e Prodi che ci hanno portato nell’euro.

“La nostra forza ci impone di dire, attenzione che Berlusconi non si batterà con un berlusconismo di sinistra, che si fa subalterno e lo rafforza, anche se a parole si dice alternativo. Vogliamo sogni che diventano realtà, che non siano incoerenti. Immagino che tra 20 anni diremo ai nostri figli: sì anche io sono stato tra quelli che hanno dato una mano a buttare giù Berlusconi, e pensiamo a cosa sarebbero stati questi 16 anni senza Berlusconi. Siamo a Varese, pensate a Calatafimi, una battaglia da cui è nata l’Italia dove si disse una parola che dobbiamo ancora dire: qui o vinciamo o si muore. Non ci sono piani B, attenzione ai terzi poli o a tempi supplementari, a senati in bilico.. Non ci sarà nulla di questo se vincerà Berlusconi vincerà tutto e noi perderemo tutto, anche il capo dello Stato, cambieranno la Costituzione. Serve un effetto leva, moltiplicare le energie per costruire un PD aperto che discute e partecipa, con lettere, documenti perché vogliamo rilanciare una politica dove la parola autorevolezza abbia un senso. Una politica che rifiuta il provincialismo leghista e si impegna nelle proposte, togliendosi lo scetticismo e l’immagine di un partito della conservazione. Questo non va bene, evoca il passato mentre noi siamo il cambiamento. Il discorso di Bersani a Torino evoca il cambiamento del paese. Se vogliamo essere il partito del cambiamento cominciamo a dire che oggi che le scuole sono chiuse per la politica di tagli indiscriminati della Gelmini che respingiamo, noi diciamo che il PD comincia a essere il partito dei bambini e delle bambine, saremo il partito del futuro se parleremo di loro, delle loro famiglie, di bambini di altre razze e religione che crescono assieme a loro. Le parole che legano quel che facciamo si muovono attorno a tre concetti: la crescita fatta di lavoro, saperi. Ministro Bondi si dimetta, non c’è spazio per la cultura oggi con Tremonti.

Ci dicono che parliamo a chi ha i capelli grigi, ma perché oggi l’Italia fatica e quella del boom correva? Quei trentenni erano nel motore dell’Italia, lavoravano, facevano figli, mantenevano i genitori e studiavano la sera. Oggi, non per colpa loro ma per l’Italia che abbiamo costruito non possono far nulla. Nella legislatura in cui governeremo dovremo dargli la possibilità di uscire da casa e lavorare a 25 anni.
E pensiamo ai ruoli delle donne, che nei concorsi per la magistratura vincono in gran numero ma nei cda delle società quotate sono il 2,1%. E Berlusconi parla di donne solo per fare battutacce, pensate come sarebbe bello se il governo istituzionale che faremo per il passaggio di consegne tra Berlusconi e la prossima legislatura sia guidato da una donna.
Le scuole non sono a norma, questa ormai è la norma ma i bambini devono avere sicurezza.

Il lavoro produce ricchezza non come in questa crisi dove la ricchezza produce ricchezza per chi già ha, ma è il principio della cultura liberale con Adam Smith che il lavoro genera ricchezza, ribadiamo che un’ora di lavoro precario non può costare meno di un’ora di lavoro stabile. Il diritto del lavoro non potrà mai entrare nel diritto commerciale perché il primo tratta delle persone il secondo del lavoro! Proponiamo un modello fiscale nuovo qui, mentre Berlusconi ha aumentato le tasse, portandole al picco massimo.
Cita Edoardo Nesi e il suo ultimo libro, storie della mia gente, per descrivere gli imprenditori che amano il proprio lavoro ma non ce la fanno.

Infrastrutture: se un giorno si andrà in 45 minuti da Varese a Bergamo in treno sarà dovuto solo ai governi di centrosinistra, gli unici che avranno messo i soldi e non annunci e promesse, così per le tangenziali a Milano. Pensate all’immigrazione: nel decennio appena passato si sono spostate 29 milioni di persone: 5 via dall’Africa, 13 dall’Asia, 11 dall’America del sud. ! milione sono andati in Oceania, 13 negli USA, 15 in Europa. La prima volta che li superiamo. Dobbiamo essere il partito della convivenza, il partito che prende la testa di un tema che sarà quello del futuro.
Siamo a Varese e credo che dovremo essere orgogliosi perché se la Lega ha dovuto mettere in tutta fretta all’odg del Consiglio dei Ministri il federalismo questo vuol dire che alla Lega diamo noia perché come ha raccontato Rosy la Lega ha votato tutto, ha salvato le cricche, Cosentino, ha dato 140 milioni per coprire il dissesto finanziario di Catania. Della Lega che siccome ha 129 amici che hanno la tessera e allevano mucche e altri 39.500 che rispettano la legge e dovranno pagare le multe sulle quote latte di quei 129 amici. Uno scandalo che paghiamo per gli amici degli amici che non rispettano le regole.
Ma dove son finite le ronde padane? Maroni ce l’ha menata per un anno e poi? Non se ne vede una. L’Italia non è il Paese con il ministro che si fa imboccare e il premier che bestemmia. Vadano in pensione quei 2. Berlusconi e Bossi ormai non si contengono più, si puntellano a vicenda, ma rappresentano il passato, devono andare in pensione a godersi la vita e smettere di rovinare la vita agli altri. Mandiamoceli con gli italiani che si rimboccano le maniche e insieme a noi si organizzano per preparare giorni migliori per l’Italia”.

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Finocchiaro: “Scriviamo il progetto, poi vedremo chi ci sta”
La capogruppo dei senatori PD: “Vogliamo una legge elettorale che riequilibra la partecipazione delle donne alla vita politica”
“Vogliamo una legge elettorale in cui il Pd riequilibra la partecipazione delle donne alla vita politica del paese”. Dopo che Enrico Letta ha auspicato una donna-premier per il governo di transizione post-Berlusconi, Anna Finocchiaro, dall’assemblea PD torna sul tema della rappresentanza femminile in politica: “Non possiamo continuare ad osservare le cifre tragiche della presenza delle donne nelle postazioni del governo – dice la capogruppo dei senatori Pd – non possiamo non essere, noi, i primi a richiedere piena coerenza a noi stessi. Le donne italiane guardano al Pd come un luogo di modernità, sanno che siamo tutte in competizione e che siamo del tutto concorrenziali a Berlusconi”.
Quanto alla leadership del centrosinistra, la presidente dei senatori spiega: “Troveremo la leadership che probabilmente nascerà in ragione dell’alleanza con l’Italia, in ragione del percorso che seguiremo e della rappresentatività del paese. Sarò ossessiva ma i conti non tornano se continuiamo a esercitarci con le addizioni, i conti torneranno quando saremo in grado di allearci con l’Italia. Quando non limiteremo alle alleanze la nostra proposta per l’Italia e qui mi pare che stiamo cominciando a farlo – ha aggiunto la presidente dei senatori del Pd – alla fine di questo lavoro avremo un progetto scritto con l’Italia e allora vedremo chi ci sta. Se è nostra la responsabilità di governare nostro deve essere anche il rischio di trovare le ragioni profonde per un’alleanza con l’Italia, poi è ovvio che troveremo anche la leadership e probabilmente nascerà in ragione di questa alleanza con l’Italia e del programma che presenteremo”. Nel suo intervento non è mancata la solidarietà a Emma Marcegaglia ma anche auguri di buon lavoro a un’altra donna, “Susanna Camusso che e’ impegnata nello stesso campo sebbene dall’altra parte”. Così la capogruppo dei senatori democratici, Anna Finocchiaro, all’assemblea del Pd che si tiene a Busto Arsizio.

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Una rivoluzione democratica
“Solo noi siamo la speranza di soluzione e di innovazione per il nostro Paese”. Sintesi dell’intervento di Walter Veltroni all’Assemblea nazionale del Pd a Varese
“Noi dobbiamo essere la soluzione” questa è stata la frase chiave dell’intervento di Walter Veltroni durante l’Assemblea nazionale del Pd a Varese. “Mai il Paese è stato così male come sta oggi”. Quando l’Italia viveva momenti difficoltà si riusciva a sentire una capacità di reazione, “oggi invece il Paese è impaurito”.

È aumentato il deficit, il debito pubblico, la disoccupazione (soprattutto giovanile), non si investe più. “Un Paese dove si diffonde l’intolleranza e il razzismo”. Un Paese che ha bisogno di risposte e “noi dobbiamo essere la soluzione. Noi la principale speranza al bisogno di un futuro, perché oggi ci sono troppi presupposti di una crisi della democrazia”.

“Assumiamoci la sfida del cambiamento. Basta con il gattopardismo fatto da tanti annunci e nessun cambiamento. È necessaria una rivoluzione democratica capace di fare la macchina democratica più leggera e più capace. Una rivoluzione democratica da contrapporre al rischio di una nuova risposta populista e demagogica come quella che portò la destra al governo. Vedete nelle fasi di transizioni, quando il vecchio non è ancora finito e il nuovo non ancora stabile, si possono creare fenomeni difficili e morbosi. Noi dobbiamo apparire come il partito che ha 5 punti precisi, 5 idee che rappresentino la forza della soluzione positiva. Non una rassicurazione ma la soluzione che segna il cambiamento. Si lavora e si combatte insieme per portare fuori dal tunnel il Paese. Solo noi possiamo farlo. Solo noi siamo la speranza di soluzione e di innovazione per il nostro Paese”.

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Tutti i documenti preparatori dei gruppi di lavoro