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"Il Ministro, l’Aritmetica e i Tagli", di Mario Piemontese

Ho letto con attenzione l’intervento che il Ministro Gelmini ha fatto il 5 ottobre in Senato. Un passaggio davvero interessante del suo discorso è il seguente:
“Si è molto discusso sull’entità dei tagli al personale docente e amministrativo. Si è più volte lamentata una cura eccessiva, una razionalizzazione non sopportabile per la scuola. Nulla di tutto ciò, perché, se si va a vedere effettivamente la portata di quella manovra, si scopre che a fronte dei 42.000 tagli previsti dal precedente anno, ben 32.000 erano legati ai pensionamenti, e quindi la manovra di fatto si riduce da 42.000 a 10.000 tagli, e anche quest’anno i tagli sono stati di ammontare pari a 25.000 posti ma, considerati ancora una volta i pensionamenti (questi ammontano a 23.000), la differenza è presto fatta, nel senso che il taglio è di 2000 posti: certo non pochi, ma si tratta pur sempre di una manovra che continuo a pensare assolutamente sopportabile e indispensabile per invertire un trend di crescita della pianta organica non proporzionato al fabbisogno effettivo di posti da insegnante o da dirigente scolastico richiesti dalla scuola italiana.”.
Premesse
1. Il Ministro ha dimenticato di citare che in 2 anni il personale ATA ha subito un taglio di 30.000 posti. La scuola non va avanti solo con i docenti, ci sono anche i collaboratori scolastici, gli assistenti tecnici e gli assistenti amministrativi.
2. Quando si parla di tagli si parla di posti che oggi ci sono e dopo non ci sono più: la scuola quest’anno dovrà funzionare, rispetto all’a.s. 2008/2009, con 67.000 posti docente in meno e 30.000 posti ATA in meno, in tutto 97.000 posti.
3. Secondo quanto previsto dalla legge n. 133/08, il prossimo anno la scuola dovrà funzionare, sempre rispetto all’a.s. 2008/2009, con 87.000 posti docente in meno e 45.000 posti ATA in meno.
Il Ministro, l’Aritmetica e i Tagli
Il Ministro sostiene che in 2 anni sono stati tagliati “di fatto” 12.000 posti perché i 55.000 che mancano per arrivare a 67.000 sono stati assorbiti dai pensionamenti. Sarà vero?
In 2 anni sono stati tagliati 67.000 posti docente, cioè posti che non ci sono più. Negli stessi anni ci sono stati 55.000 pensionamenti e la “bellezza” di 18.000 assunzioni, in altri termini 37.000 posti non sono stati rimpiazzati. Se il taglio è di 67.000 posti vuol dire che oltre ai 37.000 posti non rimpiazzati, altri 30.000 posti sono spariti: posti vacanti abitualmente occupati da lavoratori precari. Quindi 12.000 non sono i posti tagliati, ma i precari rimasti senza posto.
Proviamo a fare lo stesso ragionamento in modo diverso
Ci sono 100 bicchieri (totale posti), 70 pieni d’acqua (posti con titolare) e 30 vuoti (posti vacanti).
Ho un damigiana che contiene acqua per riempire i 30 bicchieri vuoti (precari in attesa di supplenza).
Decido di buttare 20 bicchieri vuoti (posti tagliati) in questo modo.
Dei 70 pieni ne svuoto 15 (pensionamenti), ma dopo ne riempio 10 dei 15 svuotati (assunzioni), i 5 che non ho riempito li butto via (pensionamenti non rimpiazzati).
Dei 30 vuoti ne prendo 15 e li butto via.
Alla fine mi ritrovo con 80 bicchieri, 65 pieni (posti con titolare) e 15 vuoti (posti vacanti), e acqua per 20 bicchieri nella damigiana (precari in attesa di supplenza).
Secondo il Ministro dovrei ritrovarmi con solo 5 bicchieri in meno perché i 15 bicchieri svuotati (pensionamenti) hanno compensato in parte i 20 che avevo intenzione di buttare (posti tagliati). I 5 bicchieri del Ministro sono equivalenti al volume d’acqua che resterà nella damigiana (precari espulsi) dopo aver riempito i 15 bicchieri rimasti vuoti (posti vacanti).
Considerazioni finali
1. I pensionamenti non compensano i tagli, così come ci vorrebbe far credere il Ministro, ma riducono il numero di precari perdenti posto.
2. I tempi per andare in pensione si sono allungati, quindi i pensionamenti ridurranno sempre meno il numero di precari perdenti posto.
3. Quest’anno per effetto dei tagli i docenti di ruolo perdenti posto hanno occupato numerosi posti abitualmente occupati da precari.
4. I tagli in organico di fatto hanno ridotto il numero di posti abitualmente occupati da precari.
È necessario prima di tutto arrestare questo processo di espulsione dei precari dalla scuola impedendo ulteriori tagli e facilitando i pensionamenti, senza penalizzare naturalmente chi va in pensione. I precari devono essere assunti su tutti i posti disponibili oggi e su quelli che si renderanno disponibili una volta che si sarà ottenuta la restituzione di tutti i tagli.

da Retescuole 09.10.10